Vertical Jigging Spigola
Pasino
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Venezia - fine Ottobre 2008
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Una giornata cominciata male, proseguita peggio e...
.... finita in gloria.
Un sabato di fine ottobre, alle 5 e 20 accendo i motori
della mia bagnarola ormeggiata in un canale veneziano e,
insieme a mio cognato giunto appositamente da Milano, alla
bassotta porta fortuna Virgola e ad alcune sardine stipate
in tre casse maleodoranti, faccio rotta sul CNR.
La laguna è deserta e silenziosa, una leggera foschia
diminuisce di molto la visibilità e dobbiamo tenere
gli occhi ben aperti per evitare l'incontro ravvicinato
con le bricole.
Passato il faro Rocchetta, nell'ampio canale della Bocca
di Malamocco, l'acqua continua a esere piatta. Una giornata
perfetta, penso, arriveremo al cnr col buio e riempiremo
il frigo di palamite in poco tempo, così che ci potremo
dirigere al largo della Pila alla ricerca delle agognate
lampughe e degli alletterati. E vai!
Ma, una volta usciti in mare, la musica cambia. Bora o
tramontana che fossero, sollevano un onda davvero noiosa.
Quell'onda corta che la carena del mio 22 piedi patisce
massimamente. Proseguiamo e arriviamo alla piattaforma alle
sei e un quarto. E' il momento buono, dico al mio mate,
il cielo è ancora nero anche a oriente. Verificata
la direzione della corrente, diamo fondo, mettiamo in acqua
la fitta, cominciamo a pasturare e mettiamo in pesca due
canne.
Lavorare con terminali dello 0.23 con il vento e il buio
non è la più semplice delle attività
per due pivelli come noi, ma la passione supplisce dove
l'esperienza scarseggia. Siamo in assetto, una cicchetta
per rilassarsi e pianificare il resto: una canna senza galleggiante,
un po' di VJ, preparare le matassine se arrivano le aguglie
(così facciamo il vivo per le lampughe, tanto il
vento calerà e alla Pila ci si arriva.....).
Do un occhiata ai galleggianti e ne vedo uno sparire, ma
senza la decisione di quando attacca la pala. Infatti salpiamo
un sugarello che viene rilasciato immediatamente. Il vento
non cala e, con la prima luce, arrivano altre bache. Una
pilotina si ancora e comincia a ballare come un guscio di
noce, a bordo si nota una certa concitazione. Mi rendo conto
che il mio compagno ha un colorito strano, nella luce ingannevole
dell'alba sembra grigio-verde.
Salpiamo e rilasciamo una lucerna di 3 etti e un bel po'
di sugarelli, mannaggia a loro. La luce aumenta e svela
un cielo per niente azzurro, al vhf sentiamo le desolate
lamentazioni di un equipaggio sotto la pioggia (deve essere
davanti a Jesolo o a Caorle, perché da quelle parti
si vede il brutto tempo).
I sugarelli si sono dati appuntamento nella scia della nostra
pastura e non riusciamo a allontanare le esche perché
quelli ce le mangiano subito. Partono le prime colorite
*******.
Ormai è giorno e mi rendo conto che Sandro è
verde come un lime giamaicano e si muove come uno che ha
bevuto il bicchiere della staffa. Stoicamente non dice nulla,
ma non ci vuole un indovino per capire che non si sta divertendo.
Il vento non cala, l'onda nemmeno, sicché decido
di rientrare in laguna a fare un po' di vertical jigging
aspettando che il mare si calmi.
In bocca di porto ci sono già parecchie barche, ma
l'eco non segnala niente di buono. Ci dirigiamo al faro
rocchetta dove, per farla breve, perdiamo 4 jig, tra i quali
il fortunatissimo TEIKO azzurro, 8 assist hooks preparati
il giorno precedente, un paio di carissimi split rings Yamashita
con relative girelle crane da 52 kg. Il vento non cala,
cala l'entusiasmo perché proprio non si riesce a
pescare. Decido di fare una sosta al baretto degli alberoni:
è ora di un panino e di una birra e di un serio briefing.
Il pensiero di mollare non ci sfiora, così che decidiamo
di pattugliare un'altra zona e ci mettiamo in moto.
Quando arriviamo nel posto prescelto, con la scorta di jiggs
decimata, ci sono una moltitudine di barchini. Una parte
sta trinando e altri sono all'ancora con 4 o 5 canne in
acqua collegate al ghiozzo vivo. Nessuno prende, ma il cielo
si è aperto e un sole autunnale scalda l'aria, tanto
che restiamo in maglietta. Proviamo una posta in bocca di
porto, ma non peschiamo niente. Ci spostiamo più
all'interno e....bingo. Un bel branzinotto da 6 etti.
Insistiamo e Sandro caccia un'imprecazione:" C....
ho incagliato di nuovo! no, no ha abboccato!!!" E'
un altro branzino e grande più del doppio. Insistiamo
a jiggare in quello spot, anche se le condizioni non sono
facili: 5 metri di fondo e corrente a 2,4 nodi. Tuttavia,
dopo le prime due catture, non riusciamo a ripeterci. Penetriamo,
allora, ancora più nell'interno. E' un pomeriggio
splendido, forse l'ultima coda dell'estate, nelle parti
più interne della laguna ci sono pochissimi pescatori
che si specchiano sulle acque immobili.
Voli di beccaccini, codoni e mestoloni, le montagne sullo
sfondo. Sulla via del ritorno, la corrente si è calmata
e ci fermiamo nel posto dove Sandro aveva preso i due branzini.
Passa un anziano pescatore sul suo barchino e vedendoci
jiggare ci chiede ironicamente
"Ti ga impissà un ciero a la Madona?" Proprio
in quell'istante,
giuro, la canna si flette con decisione. Il pesce aveva
attaccato mentre l'esca scendeva e adesso tira come un treno,
la frizione fischia come una pentola a pressione e non riesco
a recuperare: "C.... vuoi vedere che lo perdo? sto
mulo non ce la farà mai".
La mia paura è che sia ferrato in qualche punto
sbagliato e che la ferita si slabbri. Poi, finalmente riesco
a vederlo, ha l'amo ben piantato sul labbro, se riesco a
tenerlo in tiro è mio. Quando mi vede il branzino
riparte e mi ruba qualche metro di filo, così decido
per una tecnica poco ortodossa con la spigola, lo pompo
come fosse un tonno.
Lui rimane perplesso e si distrae quel poco che basta per
portarlo sotto bordo. A quel punto, abbasso la canna, recupero
più velocemente che posso, blocco il tamburo del
mulinello con la mano e lo salpo tra gli schizzi d'acqua
e i latrati di Virgola. E' a paiolo e io sono in cielo,
al pescatore sul barchino a 10 metri da noi si è
slogata la mandibola e ha l'espressione di uno che abbia
appena visto sbarcare un extraterrestre da un disco volante
a forma di bignè. Mai presa una spigola così
e devo ringraziare gli amici di Big Game che mi hanno trasmesso
la passione per il vj e mi hanno aiutato moltissimo con
consigli competenti quanto generosi.
Pasino
Sandro
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