Giampaolo Vespoli
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Phuket ( Thailand )
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Salve a tutti mi chiamo Giampaolo, ho 24 anni e vivo sull'isola
di Capri. Sono un affezionatissimo frequentatore del sito
e desideravo da molto tempo pubblicare una mia storia di
pesca ma purtroppo pur avendo una gran passione per questo
sport ed un gozzo di legno tutto mio, mai mi era capitata
una preda degna della pubblicazione del racconto ad eccezione
di qualche sgombretto catturato proprio a Capri nel periodo
autunnale dello scorso anno. Per il resto numerose uscite
in mare ma poco da annotare...invece poi...
5 Febbraio 2007 Phuket (Thailand)
Dopo aver letto e riletto in maniera quasi ossessiva il
contenuto di circa dieci diversi opuscoli di altrettante
diverse compagnie operanti in Phuket con servizio fishing
charter, alla fine decido per la compagnia "Pro Fishing
Phuket" noleggiando una barca di 13,5 mt motorizzata
Ford 250 hp diesel tutta per me.
Appuntamento alle ore 8.00 del mattino nella hall dell'albergo
in cui alloggiavo per il transfer fino alla baia di Chalong
nell'estremo sud dell'isola, punto di partenza del mio tanto
atteso fishing day!
Arrivo alle 8.30 ai pontili di Chalong e vengo subito accompagnato
da un ragazzo verso la barca da me noleggiata, 5 min. ancora
di cammino con qualche chiacchiera scambiata a proposito
delle varie specie di pesci insidiabili in questo periodo
ed eccola, la mia barca, un autentico fisherman, cabinata
con la poppa larga e la plancetta, i portacanna e la sedia
da combattimento, una vera e propria bellezza.
Salgo a bordo e trovo ad accogliermi due persone, il primo
un ragazzo di circa trent'anni di nome Hin e il comandante,
una persona di una settantina d'anni circa un passato da
grande pescatore e un presente da timoniere al servizio
di chi, come lui, oggi nutre questa stessa grande passione
per l'altura.
Dopo le presentazioni e i convenevoli di rito salpiamo dal
molo di Chalong Pier alle ore 9.00 e alla velocità
di 1.700 giri cominciamo ad allontanarci. La baia è
grande e ci son voluti 45 min. per attraversarla ma una
volta usciti eravamo pronti per iniziare a pescare così
insieme con Hin allestiamo l'attrezzatura: 6 canne di cui
2 da 20 lbs. posizionate a poca distanza tra loro al centro
della poppa, 2 da 30 - 50 lbs. posizionate sui vertici di
poppa e le restanti 2 da 80 - 120 lbs. più arretrate
verso la cabina. Ognuna di esse portava stretto fra le proprie
ghiere in ottone fantastici mulinelli Penn mitica serie
International II negli ordini 20 - 50 - 120 lbs.
Caliamo le prime due quelle da 20 lbs. ad una distanza di
circa 15mt. dalla poppa utilizzando come innesco un terminale
costituito da un trave dello 0,45 mm. e 5 braccioli dello
0,40 mm. montati tra di essi a pochi centimetri di distanza
con al termine di ciascuno comunissimi octopus da 3,5 cm
testa piombata in vari colori e ami in nikel dello 0/12.
Poi è la volta delle due canne posizionate ai vertici
di poppa, calate a 20mt. di distanza con bobina dello 0,60
mm., terminale in acciaio dello 0,50 e artificiali due octopus
da 12 cm. testa piombata il primo di colore azzurro-rosso
e l'altro rosa-bianco.
Infine le ultime due canne montate sui classici divergenti
o distanziali ossia quelle lunghe aste che dallo scafo s'allargano
verso il mare permettendo agli artificiali di lavorare a
lunga distanza dalla barca ma soprattutto a distanza dagli
artificiali più centrali evitando così, durante
le virate, il rischio di spaventosi grovigli e dando la
possibilita' di insidiare prede più affascinanti
come il Marlin o il Sailfish (pesce vela). Bobina dello
1,00 mm. , terminale in acciao dello 0,80 e artificiali
Rapala da 18 cm. l'uno, il classico testa rossa che comunemente
nel Mediterrano usiamo per insiadiare i tonnetti di branco
e le alalunghe, l'altro un pesce dai colori sgargianti come
il verde fluorescente e sfumature di giallo mischiate a
striature nere insomma una specie di pesce tropicale.
Cominciamo a trainare ad una velocità di 1.500 giri,
la giornata è molto calda ed il sole picchia duro,
tutto perfetto se solo non fosse per una tesa di vento proveniente
da SE che dopo circa 3 miglia ci fa ballare e non poco.
Restiamo in navigazione nel Mare Andamano per circa 3 ora
ma all'improvviso mentre io ed Hin parlavamo di Marlin e
Barracuda parte una delle due 20 lbs., una fuga rapida ma
che rallenta dopo pochi secondi, la canna si flette ma con
poco vigore, mi seggo sulla sedia da combattimento Hin mi
passa la canna io comincio a pompare. Ed ecco che dopo poco
vedo una sagoma argentea sotto il pelo dell'acqua non molto
grande ma comunque una sagoma, pochi secondi ancora ed Hin
salpa a bordo: un esemplare di Skipjack Tuna di circa 2
kg.
Non un gran che ma io sono comunque felicissimo, la mia
prima vera e propria cattura! Hin borbotta qualcosa in thai,
non posso capire ma forse vuole solo intendere che c'è
poco per cui essere così felici in fondo è
solo un tonnetto ma per me vale moltissimo visto che non
mi capita così spesso.
Hin mette lo Skipjack nella ghiacciaia ed io nei minuti
successivi vado a riguardarlo più volte incredulo
della sua presenza, ma vengo destato nuovamente dal cicalino
della 30 lbs. non ci credo, corro a risedermi afferro la
canna e comincio nuovamente e pompare stavolta la sento
più pesante anche se di poco, altro Skipjack altra
gioia 2.5kg.
Da li in poi il valzer delle ferrate acquisisce una sua
precisa cadenza ad intervalli regolari tanto che fino alle
13.00 ne salpiamo a bordo altri 5 e 3 ne prediamo. Hin mi
spiega che nelle loro acque non ci sono tonni di grandissime
dimensioni e che l'unico esemplare, eccezione della norma
fu di 8.5 kg pescato nel febbraio '06.
Mi tranquillizzo un po' sono eccitatissimo, ho fame e sete
insieme. Hin prepara da mangiare: riso fritto con pollo
e per secondo 2 degli skipjack appena pescati infarinati
e fritti. Trovo il pranzo squisito ma soprattutto mi piace
il fatto di mangiare il pesce appena pescato ed il pensiero
che dal mare sia passato direttamente alla padella.
Il mare tende ad appiattirsi un po' così il comandante
che non mastica una sola parola d'inglese spiega ad Hin,
traduttore simultaneo, che avremmo cominciato a virare per
portarci più vicini alla costa ormai lontana ed avvolta
nell'alone dell' umidità.
Passa circa un'ora e mezzo senza alcuna ferrata, cominciano
gli scongiuri da parte mia, la giornata si era presentata
delle più rosee e divertenti, mai possibile che tutto
possa mai finire così???
E la risposta arriva precisa, come un segnale immediato
dopo pochi minuti, la fuga è più lunga ed
il fusto della canna notevolmente inclinato corro, mi siedo
aspetto la canna e comincio a pompare, stavolta ci siamo
vuoi vedere che sarò io a sfatare il tabù
di quei famosi, maledetti 8,5 kg? Macchè neppure
per sogno, dopo poche pompate la canna mi parte come un
elastico, il bestione è andato. L'amarezza che provo
in quel momento è tanta quanta l'adrenalina che ho
in circolo, sfortuna e fortuna, ferrata e slamata che emozione!
Hin mi guarda e sorride facendomi capire che può
capitare non è niente.
30 minuti di corrosiva attesa mentre penso e ripenso a quella
slamata, bevo una coca sorso dopo sorso, fumo una sigaretta
mi sento nervoso e ansioso voglio pescare è come
una malattia... e il piatto è servito parte la 30
lbs. con l'octopus rosa-bianco la fuga ormai mi è
chiara: Skipjack!
Stavolta però cerco di pomparlo con saggezza, maestria
inventata, pace interiore così lo vedo è più
grosso non so di quanto, lo porto sotto il pelo dell'acqua
ma riprende fondale, serro poco di più la frizione
ricomincio a pompare riportandolo sotto la plancetta, tenta
di nascondersi sotto la barca ma ormai è mio, Hin
afferra il monel con forza e salpa a bordo un bell'esemplare
di 3,7 kg. E' felice mi fa i complimenti e così anche
il comandante anche se non lo capisco visto che è
raro un tonno di quasi 4 kg. nel Mare Andamano nonostante
ne avessi perso pocanzi uno di taglia sicuramente superiore!
Sono le 15.30 peschiamo ancora avvicinandoci sempre più
alla costa difatti il rientro era previsto per le 16.30,
ne salpiamo a bordo altri 5 tutti intorno al 1,5 - 2 kg.
Prendiamo anche un bonito (come uno sgombretto), lo rilasciamo
era piccolo mi metto a ridere pensando a Capri, gli sgombretti
e le giornate di magra. Sono felice, mai provate sensazioni
così, non ci penso più al tonno o chissà
quale altro pelagico perso, la giornata è stata favolosa,
memorabile.
Hin ripulisce il pozzetto con la manichetta lava via il
sangue degli skipjack, riavvolgiamo i mulinelli, li risciacquiamo
con acqua dolce, sistemiamo le attrezzature in cabina e
facciamo ingresso alle 16.00 nella baia di Chalong.
Vado a sedermi a prua, nel cuore l'immagine di questa splendida
baia, il mare che ormai si è calmato, il sole che
scende piano, l'odore della salsedine e gli altri charter
che come noi tornano al porto.
La giornata finisce, arriviamo al molo Hin mi chiede se
voglio portare via i pesci, non posso portarli in albergo
cosi gli chiedo di tenerli con se. Mi ringrazia di tutto
cuore svelandomi che nei pressi di Chalong vi era un Tuna
Steak House a cui li avrebbe rivenduti.
Arrivati al molo rendo grazie ad Hin e al comandante, li
saluto, un ultimo sguardo in ghiacciaia e agli 11 esemplari
di Tuna Skipjack ma soprattutto una promessa: tornare a
pescare nel
Mare Andamano. Grazie Thailandia !!!
Giampaolo Vespoli ( Capri )
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