Mario
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Sardegna
Primavera 2008
FOTO
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Super Magnum !
Come quasi sempre accade mi ritrovo in barca, solo,"
l'altra barca" con i soliti amici sta rientrando in
porto visto che la bollentinata programmata aveva dato frutti
più che negativi e mi fermo qui per non dovermi poi
scusare nel caso "loro" in una maniera o nell'altra
avranno l'opportunità di leggere questo raccontino,
sempre che il Big Game lo voglia pubblicare.
E' domenica mattina il mare dopo una primavera disastrosa
sembra ben propenso a rimanere calmo anche verso il mezzodi
, il libeccio, anche lui, pare non voglia rompere come al
solito, è forse la prima giornata calda da marzo
scorso, mare trasparente e pensieri che salgono da ogni
dove mi convincono che il bollentino di profondità
sarà anche interessante ma tutta l'attrezzatura viene
riposta, con cura, ma viene riposta.
Il vecchio Magnum da 18 che tante soddisfazioni
aveva dato in passato sembra sorridermi coi suoi occhietti
fissi sfidandomi per una volta ancora ad agire ed entrare
in quella spirale di caccia che lui ben conosce. Io non
li ho mai visti ma lui i fondali che vanno dai 60 ai 40
metri li conosce tutti come le sue finte branchie, ci è
passato e ripassato chissà quante volte, conosce
ogni anfratto, ogni roccia, ogni risalita, conosce perché
li vede i suoi predecessori che incauti o non ancora svezzati
avevano tentato l'impossibile per evitare ostacoli che inesorabilmente
li avevano imprigionati, vede le nasse e le reti che da
buon esperto evita, perde il conteggio dei metri di monel
adagiato sul fondo con la speranza che non arrechi disturbo
alle bussole di passaggio e sorride. Mi lancia definitivamente
la sua sfida che io pur assetato accetto.
Prima di fargli fare un bel bagno però alcune operazioni
essenziali come il cambio del terminale il nuovo nodo sul
monel, i controlli alle girelle ai moschettoni ed a tutto
quelle che potrebbe strappare è il minimo che si
debba coscienziosamente mettere in pratica; pertanto il
monofilo viene passato palmo a palmo, una volta stabilito
che è in buona forma con un nodo Albright lo collego
al monel.( Mi permetto di consigliare a chi lo volesse questo
tipo di nodo che trovo eccezionale sotto tutti i punti di
vista).
All'altro capo la doppiatura lunga circa un metro la eseguo
con un altro nodo a parer mio semplice ma efficacissimo,
l'Australian braid, facile da farsi in barca e a detta degli
esperti superiore all'ormai celeberrimo Bimini. (Per certo
non lo posso dire ma nella sua semplicità risulta
essere una bomba). Poi è il momento della girella,
ma quanto costano queste girelle? Capisco i cuscinetti a
sfera capisco capisco capisco ma accidenti!!! Questa la
sistemo con lo offshore swivel che ormai chiunque sa fare.
Dopo tutto questo, lui, il vecchietto è pronto al
suo meritato bagno.
Sono su un fondale di oltre 40 metri ed inizio la calata,
lo vedo sparire dalla barca guizzando qua e la, sembra quasi
contento, e solo dopo 300m di monel trainato a 4,6 cominciamo
ad assestarci come si deve; rilascio ancora filo sino ad
arrivare ai 400m adesso tocca solo a lui. Io mi rogolo sui
4,3 nodi
Non c'è molto fa fare quando si è fatto tutto
quello che è stato fatto, solo ed inaspettatamente
non colgo nessun segnale del vecchietto sul fondo. Sai è
tutto semplice quando si hanno argani elettrici che recuperano
filo mentre si fuma o si beve ma quando lo si deve recuperare
a mano le cose diventano un pochino più dispendiose,
sia in fatto di tempo sia in fatica, ma non vedendo segnali
positivi debbo giocoforza recuperare.
Abbastanza duro all'inizio ma poi tutto con regolarità.
Una volta ripreso in barca avevo l'impressione che parole
di fuoco uscissero da quella finta bocca come a dirmi: Troppo
basso e la vegetazione mi infastidisce rimettiamoci in corsa
ma con qualche metro in meno. Come si faceva a dargli torto?
Del resto quello bravo era lui non io, lui era colui il
quale lavorava e voleva farlo bene, io mi limitavo a trainarlo,
lui era quello che certamente sapeva non certo io, cosi
a pace fatta si riinizia. 380m questa volta, e dal cimino
vedo che lavora come un forsennato nella sua forsennata
instancabile ricerca. Ha cercato e cercato per più
di un'ora poi trionfante ha dato il suo segnale, lo aveva
preso anche questa volta!!
Tranquillo mi diceva, adesso ferralo per bene che al resto
ci penso io. Subito fatto ed a giudicare dalle testate violente
che ricevevo come in un ritorno in cuffia mi tranquillizzavo
ancora di più. Non si stacca vai buonino che stavolta
pur grosso lo teniamo bel saldo; recupera piano, pompa che
ormai e staccato dal fondo e non ci può scappare,
se mai togli un po' di motore e fammi fare un bel giro ma
recupera sempre, tieni sempre tensione e lascia fare il
resto a me.
Sempre ascoltando i suoi suggerimenti do e tolgo motore,
recupero sempre con una fatica forse mai provata e vengo
pure insultato quando dopo circa mezz'ora lascio la presa
ma solo per modo di dire, le spalle, le braccia le dita
mi fanno veramente male ma lui, il vecchietto mi sprona
per l'ultima volta. Ormai siamo a galla, forza che è
fatta, lui gira su se stesso e mi fa venire le vertigini
ma tu continua continua senza mai fermare sino alla murata
della barca e sino a che non è nel posto più
sicuro al mondo; a pagliolo.
Ci siamo guardati pieni di adenalina e di tremori, stanchi
morti, lui un po' meno, ma ci siamo guardati per lungo tempo,
soddisfatti e riconoscenti. Tutti e due avevamo fatto un
gran bel lavoro visto che questo è stato il dentice
più grosso mai preso da noi e neanche a farlo apposta
la bilancia si è fermata solo quando è arrivata
ai 12 kg.
Si è vero mi sono concesso la solita sigaretta quando
le dita me lo hanno permesso e come sempre ho telefonato
dicendo solo due parole "E' enorme"
Lui, il vecchietto, è stato rimesso nella sua scatola
dopo essere stato lavato accuratamente con acqua dolce,
e con la solita strizzatina mi invitava alla prossima avventura.
M.
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