Pesca alla traina con esca viva
28 Ottobre 2005
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Alla fine di ottobre chiamo Nico e Giulien e comunico loro
il mio desiderio di andare a pescare in quel paradiso naturale
che tanti pescatori a traina descrivono come "la terra
promessa" : Capo Corso.
Entrambi aderiscono con entusiasmo, animati come me dal
bisogno di ritrovare ancora una volta il mare aperto, le
onde, il vento e naturalmente la pesca.
Arriviamo a Levanto prima dell'alba di venerdì 28
ottobre, e rivediamo " freedom II " ormeggiato
in banchina, splendido fisherman italiano di 28 piedi, con
il pieno di gasolio, quasi impaziente come noi di prendere
il largo, rotta sud fino alla Giraglia. Purtroppo manca
solo il vecchio Max, blindato da impegni familiari.
Salpiamo alle 5 e navighiamo col radar in funzione in un
mare tranquillo a velocità ridotta per paura di qualche
ostacolo galleggiante. Al largo di Viareggio incontriamo
un branco di delfini che ci accompagnano per un tratto,
saltando di fianco alla barca in una esplosione iridescente
di plancton.
Le prime luci dell'alba ci permettono di dare gas per raggiungere
una velocità di crociera di 23 nodi, in un mare fortunatamente
piatto. A circa 15 miglia dalla Giraglia un incontro straordinario:
mentre sono di turno al timone vedo uno sbuffo d'acqua che
sale verso l'alto: una balena a circa 100 metri dalla
prora, che placidamente rimane in superficie per godersi
il primo sole del mattino. Ci avviciniamo fino a circa 30
metri, con molta cautela per non disturbarla, ma lei si
inabissa con un leggero ma al contempo maestoso colpo di
coda. Ci guardiamo increduli, ciascuno in cuor suo sicuro
che quell'incontro sarà di grande auspicio per la
nostra giornata di pesca alla traina. Perché di pesca
alla traina con l'esca viva si parlerà nel proseguio
del racconto.
Consumata una fantastica colazione a base di buondì,
succo d'arancia e caffè, mentre ci avviciniamo alla
Giraglia, Giulien si occupa di armare le canne leggere per
la cattura della aguglia e le due penn da 30 libbre armate
con mulinelli Penn e Shimano dello stesso libraggio, imbobinati
con Ande 30 libbre, terminali di fluorocarbon 50 libbre
con doppio amo 3/0 e 5/0.
Arriviamo alla Giraglia e Giulien e Nico calano
le lenze con matassine di colore diverso, bianca e gialla
e, ad una velocità di traina di circa 3 nodi, iniziano
a salpare due belle aguglie, subito infilate nella vasca
del vivo. Di lì a 20 minuti avremo 8 splendide aguglie
in vasca. Decidiamo di mettere la prua ad ovest verso le
secche di Centuri, un meraviglioso banco di roccia
molto esteso, a circa 3 miglia di distanza dalla costa ovest
di Capo Corso, che sale da un fondo di 60-70 metri fino
a 15-16 metri dalla superficie.
Arriviamo al mitico banco e vi troviamo delle condizioni
ideali per pescare: mare a specchio, assenza di vento, temperatura
di 28 gradi e lo splendido profilo di Capo Corso, con i
suoi prati ancora verdi nonostante l'autunno inoltrato e
le sue cime maestose, che fanno da sfondo verso sud ai dolci
profili delle scure spiagge di Nonza ed alle pittoresche
anse del golfo di Saint Florent.
Guardo i mie amici e leggo nei loro occhi il piacere di
essere in quel luogo, avvolti dalla luce del primo mattino,
sotto un cielo terso, ed ho la netta sensazione che anche
loro si sentono in perfetta armonia con la meraviglia che
ci circonda.
( Continua
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