Traina in barca vela
nella
burrasca
Punta Ala
24 Settembre 2006
FOTO
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Il meteo non è dei migliori, le previsioni per i
prossimi due giorni preannunciano scirocco da forza 5 a
forza 8, mare da molto mosso ad agitato, piogge e temporali.
Ma questo trasferimento è ormai deciso da tempo e
non possiamo, ne vogliamo, rinunciare.
Abbiamo 200 miglia da fare, in direzione sud est, quindi
con mare e vento dritti sul naso. Non abbiamo tempo per
fare bordi , andremo a motore. Siamo in due, Luca, un amico
conosciuto poco più di un anno fa, considerato il
responsabile della grave forma di "peschite" che
mi ha colpito da allora, mi fa da secondo.
Partiamo la sera verso il tramonto, alla partenza ci sono
20 nodi di vento e un bel po' di nuvoloni neri, facciamo
turni di 3 ore a testa, ben legati con la cintura di sicurezza.
La barca è piccola, un 32 piedi ma per fortuna dotata
di capottina paraspruzzi e tendalino. Batte un po' sulle
onde più ripide, e dormire in cuccetta reggengosi
per non volare sul pavimento non è molto comodo,
ma se non altro in pozzetto si sta abbastanza asciutti.
A noi interessa sopratutto pescare anche se il fatto di
dover trainare contro mare e vento mi rende un po' pessimista
sull'esito della pesca.
Luca non cala nemmeno le lenze in notturna, io opto, come
sempre quando faccio le notturne, per i " Moldcraft
swordfish special" fluorescenti e bellissimi, ottenendo,
come sempre, lo stesso risultato che trainando un paio di
ciabatte, un bel nulla di nulla.
Ci studierò un po' su questa questione della traina
notturna...
All'alba sotto una pioggia scrosciante, vento intorno ai
30 nodi e dopo una nottata che mi ha ricordato tanto una
corsa di motocross con salti, botti e schizzi, cambio gli
artificiali poi Luca mi sostituisce in pozzetto, scendo,
mi spoglio e mi infilo nel sacco a pelo per dormire qualche
ora...
Non appena mi sono sistemato e mi sto rilassando tra un
salto e un tonfo, parte la mia combo Penn da 80 euri, inconfondibile
il gracchiare del suo cicalino, Luca mi chiama e schizzo
in pozzetto mezzo nudo. Ma fa freddo, piove e chiedo a Luca
di combattere il pesce, mentre torno sotto per mettermi
la cerata e tornare su a dargli una mano. E' una bella lampuga
che viene velocemente recuperata.
Manco a dirlo mi è passato il sonno, avevo letto
da qualche parte che si deve trainare a favore di vento
e mare, non contro come stiamo facendo, resto in pozzetto
mentre Luca scende a portare il pesce in frigo.
In quel mentre parte la canna di Luca, lo chiamo e Luca
mi restituisce il favore e mi dice di combattere il pesce
con la sua canna. E' un'altra lampuga, che inizia una spettacolare
serie di salti...
"Accidenti come salta hai visto?" . Non conosco
la canna e il mulinello di Luca ma come giro la manovella
la frizione slitta e il filo non viene recuperato. Mi viene
da pensare come mai tenga la frizione così lenta.
"Come cavolo fa a recuperare un pesce?" Gli faccio
segno che stringerò la frizione, non sapendo che
nylon abbia in bobina, e faccio fare un paio di scatti alla
leva. La lampuga, ancora a distanza, continua a saltare
sempre più incacchiata. "Guarda come è
vivace!!!"
Il mare è molto mosso, il vento è aumentato,
la barca rolla parecchio e con il motore in folle tende
ad intraversarsi al mare, ogni tanto diamo un po' di motore
per tenere la prua al mare... Dopo aver stretto la frizione
la musica non cambia, non riesco a recuperare filo. Spingo
la leva ben oltre la posizione di strike, ma ancora nulla
da fare...
Mi rendo conto che se non recupero e rimango in attesa
le fughe del pesce aumentano di durata. Si riposa e recupera
le forze se non combatto un po più aggressivamente!
Com'è il detto? " Se ti riposi, il pesce si
riposa".
Regolo allora la frizione quasi a fine corsa e piano piano
riesco ad avvicinare il pesce alla barca, ma è una
gran fatica, non riesco a capire, devo pompare, molto, sudo
, faccio una fatica boia, la lampuga poi spesso si intraversa
e si porta lateralmente alla barca come per superarci e
dobbiamo virare di una 30ina di gradi e dare gas per non
farci sopravanzare. Poi riparte e riprende filo. Ma come
cavolo fa una lampuga a farmi fare tutta sta fatica?
Dopo un'esagerazione di tempo, riesco ad avvicinarla alla
barca e incominciamo a capire... " E' grossa!"
Adesso è ancora più vicina, ad un paio di
metri... "Altro che grossa, è enorme ! ! ! "
Mentre saltava non ci eravamo resi conto delle dimensioni...
sembrava una lampuga della solita taglia, invece era lontana
ma a noi sembrava vicina e molto più piccola. E'
ben oltre il metro di lunghezza e peserà almeno 15kg,
roba da tropici, credevo.
"Luca per questa ci vuole il raffio , prendilo!"
Devo urlare per farmi sentire anche se siamo ad un metro
di distanza.
Luca scende in quadrato e riemerge con il raffio...
Piano piano avvicino il magnifico pesce alla poppa. "Stai
pronto ... Aspetta, aspetta.... Ci siamo quasi ... Aspetta...
Ecco ORA! Dai raffia, raffiaaaa!"
Luca da una raffiata perfetta, il raffio trafigge la Regina
delle Lampughe e già ci vedo immortalati sulle copertine
delle riviste di pesca e, meglio ancora, sulla homepage
di Biggame.it, soci, ad honorem, dei più esclusivi
circoli di pesca, ospiti di trasmissioni televisive, candidati
per l'Isola dei Famosi, ricevuti dal Presidente della Repubblica,
invitati nella giuria a Miss Italia.
Il raffio è bagnato dalla pioggia, Luca ha appena
portato di sotto la lampuga presa in precedenza e ha ancora
tracce del muco del pesce sulle mani. Il finale si spezza
al momento della raffiata, il raffio scivola dalle mani
di Luca e cade in acqua agganciato a quel pesce bellissimo...
Rimaniamo entrambi a bocca aperta mentre quella magnifica
lampuga rimane a meno di un metro da noi trafitta e attaccata
al raffio, libera dalla lenza ma purtroppo condannata, e
lentamente sparisce alla nostra vista.
Perdiamo artificiale, pesce, raffio e sogni di gloria.
Un oretta più tardi, vento mare nel frattempo sono
aumentati, catturiamo un altra lampuga , di dimensioni normali
e ciò ci risolleva un po' il morale, mentre la porto
in frigo noto distrattamente l'indicatore del carburante
che segna zero. Ma come è possibile? La barca aveva
il pieno e l'armatore ci aveva assicurato che l'autonomia
a motore era sufficente per tutto viaggio e non siamo nemmeno
a metà percorso.
Evidentemente in queste condizioni meteorologiche, contro
vento e contro mare , il consumo è stato molto superiore
al solito. Non ci sono molte alternative dall'andare a piè
d'albero, issare la randa con 2 mani di terzaroli, aprire
un fazzoletto di fiocco, e bolinare verso la costa, distante
una 30ina di miglia, per rifornirci.
Le raffiche adesso sono sui 35 nodi il mare invece non
è aumentato molto, la pioggia, che cade in stile
diluvio universale, tende a schiacciare le onde e renderle
meno ripide. Siamo vicini al culmine della perturbazione,
il vento diventa variabile e ha scarti di direzione di 40
- 60 gradi, un paio di volte dobbiamo cambiare la rotta
e di conseguenza anche il porto scelto per fare rifornimento.
Quando il vento raggiunge i 40 nodi siamo soprainvelati
e ammainiamo la randa. Appena abbiamo finito l'operazione
il vento cessa all'improvviso. Da 40 nodi a zero nodi...
Sarà il famoso occhio del ciclone?
Molto più probabilmente c'è stato il passaggio
del fronte, rimaniamo a ciondolare tra le onde, voglio conservare
il pochissimo carburante rimasto per manovrare in porto.
Chi l'avrebbe mai detto che saremmo rimasti bloccati senza
carburante e soprattutto senza vento viste le previsioni?
Piano piano il vento, leggero e variabile, torna... Siamo
in pauroso ritardo sulla tabella di marcia, dobbiamo anche
tornare indietro, non solo verso costa, per rifornirci.
Viaggiamo piano adesso, a vela, e sostituiamo gli artificiali
veloci con i rapala più adatti alla bassa velocità.
Subito prendiamo una bella palamita... Poi tombarelli...
Uno sgombro... Un'altra lampuga...
L'ultima emozione della giornata è l'entrata in
porto a vela. Con il motore acceso ma tossicchiante che
comunque poi ce la fa a portarci alla colonnina del rifornimento.
Abbiamo preso 3 lampughe, diversi tombarelli, una palamita
e qualche sgombro. Un'ottimo e inaspettato risultato e siamo
molto contenti oltre che distrutti dalla fatica.
Ma la Regina delle Lampughe che ci è sfuggita rimarrà
per parecchio tempo impressa nei nostri ricordi.
Roberto - "Cromo" nel forum
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