Home Page BigGame.it 

Indice Racconti  Anno 2007

    Rubrica Racconti   :::   Anno - 2007

Forum »   
Home »   
   
   NEWS

Traina Ricciola con il vivo

Claudio - GommonKako

Foto Successiva

Pesaro Ottobre 2007

 

FOTO ingrandita » ( 75 Kbyte )

 

Usciamo in 2 torniamo in . . . 3

 

E' tardo autunno 2007, le ricciole é già un po' che se ne prendono, prima con l'aguglia (settembre) ora però con seppia e sugarello, in cerca di quelle grosse presenti a maggior profondità: le ricciole si son diradate, vi sono ora quelle più grosse, più diffidenti, cercano la preda facile e vanno in caccia al mattino presto o verso il tramonto quando la minor luce gioca a loro favore.


Anche questa volta, si apre una breve finestra di bel tempo, non possiamo rinunciarvi e così dopo un occhio al meteo e ai venti costieri per le conferme del caso, ... non ci siamo per nessuno, mando un sms al collega: oggi non ci sono. stop.

 

Partiamo non tanto presto, comincia a fare freschino e con il gommone lo si sente quasi tutto, ci mancano solo da fare le esche perché per il resto non se ne parla neanche, siamo armati fino ai denti fra ami, teminali, il gommone come al solito l'abbiam vestito a festa, un party nel canneto.

 

Ci dirigiamo verso il vivaio di cozze posto a 3 miglia dal porto, fra cattolica e pesaro, facciamo in un'oretta le nostre esche, che ignare di quello che le potrà succedere da li a poco, rimangono belle quiete nella vasca del vivo, l'acqua é freddina e così siam anche tranquilli che vivranno bene, per quel poco che gli rimane...

 

La giornata é veramente bella, una di quelle poche che si son viste nell'autunno, la navigazione procede veloce, passiamo il Basil dove ci fermiamo qualche minuto per altre 2 esche, l'eco ci segna un bel branco di palamite nella zona in ombra, lasciamo perdere e ci dirigiamo verso "zona Cesarini" che quest'anno ha già regalato delle belle sorprese ai pescatori sportivi della zona.

 

Non ci sembra vero, mare liscio o quasi, corrente debole, c'é un barcone dove sono intenti a fare bolentino e palamite, vale la pena star li anche solo per fare un pic-nic all'aperto, filiamo la prima cartuccia innescata a dovere, lasciamo poco + di una ventina di metri, con elastico fissiamo la lenza alla pinza collegata alla palla di cannone (2kg) frizione del muli lenta e rilasciamo il cavetto che ci porta l'esca sui trenta metri di profondità, poi mettiamo in tiro la lenza e stringiamo la frizione

Stiamo pescando con monofilo da 30 libbre in canna e terminale di neanche 3 metri di 60 lb misto e morbido (non solo fluuuooro, girellina fra i due di quelle minute ma potenti, ausiliario di 9 cv in traina ad una velocità ottimale, da 0,5 a 1,0 nodi a seconda dei momenti e di come ci presentiamo alla corrente, cominciamo a fare liscio e busso alle ... anzi ai ... per capirci sempre in zona rigore, con un occhio verso terra, uno sul cimino della canna e perché no, anche a quelli intenti a fare bolentino ma che non ci sembrano molto attivi a parte qualche sugarello, boghe e occhiate.

 

Il tempo passa, proviamo a diverse profondità, ci avviciniamo e allontaniamo dalla zona calda, l'ecoscandaglio segna ma pochi i segni importanti, la minutaglia é sparsa su varie profondità e non addensata come quando ci sono i predatori in zona. Sul barcone ritirano le canne e iniziano a banchettare, ne approfittiamo per avvicinarci senza disturbare o essere disturbati, ma niente di fatto. Siamo più che soddisfatti anche così, certo che se arrivasse lei per ridestare un po' gli animi non sarebbe male, le ultime 2 uscite si son rilevate due cappotti, un terzo non ci starebbe male, visto il freddo anticipato della stagione, ma si sa, la speranza é l'ultima a morire e così non molliamo. Arriva in zona qualche amico di Pesaro e Rimini, ma che dopo un po' desistono e si allontanano per altre mete.

 

Si fanno le cinque del pomeriggio, il sole comincia ad essere basso, la luce cala e mi viene in mente una situazione analoga verificatasi con il Lady Martina di barricata in zona Ivane, quando la ricciola mangiò proprio al tramonto, qui però non abbiamo radar e luci, stiamo azzardando un po' troppo, rinnoviamo la cartuccia e che sia la volta buona.

 

L'eco ci aveva dato qualche segno buono sui 20 metri, segno che con la minor luce il predatore comincia a salire di "quota" e a muoversi al di fuori dei pali della porta. Proviamo? Può darsi che il 69 gli piaccia, chissà, alziamo così l'esca portandola a 69 piedi, un passaggio, poi un'altro con piroletta per ritornare sui propri passi, sono intento a sistemare qualcosa in vista dell'ora di navigazione che ci aspetta, Claudio vede il cimino piegarsi brutalmente verso il basso, non gli esce una parola di bocca, ce l'ha asciutta, non gli esce se non un po' impacciata, volgo lo sguardo ... é lei !

 

Con la massima coordinazione come se l'avessimo provata e riprovata, gas sull'ausiliario, io accendo il motore principale e lo metto al minimo per aiutarci ad allontanarci dalla zona pericolosa della porta. La frizione comincia a gridare aiuto sia per la nostra trazione che per quella del pesce che cerca di guadagnare metri in cerca dei ... o di salvezza; sul barcone vedono la scena in diretta, e capiscono che é capitato il "fattaccio". Senza esagerare ci portiamo in zona di sicurezza, Claudio mi fa: vai tu in canna? Non son quello che si butta, ma a comando non mi tiro certo indietro.

 

Claudio mi posiziona la pancerina e comincia la grande partita, ora siam fermi ma il cicalino canta come i primi attimi, ci diamo uno sguardo reciproco, non vola una parola, ma é chiaro quello che ci siam scambiati... deve essere grossa questa, ci darà del filo da torcere. E infatti i primi minuti lo confermano, la canna é piegata, nuova fuga del pesce, seguita non da pausa ma da un'altra poderosa fuga dove il filo esce a go go. Non gli lascio tregua, appena il pesce me lo consente riguadagno con potenza il filo, non so come sia posizionato l'amo, se il terminale stia soffrendo l'abrasione delle placche boccali della ricciola o se sia fuori completamente con amo sull'angolo della bocca. Nel dubbio tiro e tiro per non prolungare troppo il combattimento, un po' come se avessi un tonno in canna e ... ci manca poco perché di fughe ne farà veramente tante e in certi attimi sembra di avere un tonn8 dall'altra parte. Attimi indimenticabili per entrambi, passano neanche 15 minuti e il pesce arriva sotto bordo, fa qualche cerchio stretto, vado verso prua per lasciare il campo a Claudio che si porta a poppa per la raffiata eseguita poi con precisione; difficile mancarla viste le dimensioni. Non é malata, é bella integra e possente nella sua mole, un vero combattente a cui facciamo gli onori e i saluti, e che solo il tonno nelle nostre acque la supera.

 

Che dire, ormai non ce l'aspettavamo più una sorpresa del genere, scambio di 5 e qualche attimo di calma per rendersi conto che a bordo avevamo il 3 passeggero pronto per il rientro. Giusto qualche foto scattata con il cellulare prima di scappar via e cercare di rientrare con la luce, ci aspettano diverse miglia prima di rivedere terra. Arrviviamo neanche a 1 miglio dal porto, é quasi buio pesto, ci leghiamo ad una bandierina per iniziare a macellare il pesce, lavarlo con acqua salata e prepararlo così al meglio per il congelamento in pezzi di qualche chilo ciascuno. Cellulari chiusi perché vola troppo sangue in giro. Il peso, vista la fine, non ve lo sappiamo dire con precisione, in quanto non pesata nella bilancia ufficiale del Club, ma sicuramente un tantino più grossa di un'altra presa poco tempo prima e che era sui 31 kg.

 

Buon 2008 a tutti

Nettuno e Claudio

 

Ora sembra piccola, peccato che io sia alto 1,88
e che la coda toccava

 

 

 

 

 

 

31 Dicembre - 2007