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Indice Tecniche di Pesca

    Rubrica Tecniche   :::   Traina palamite

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Traina: Palamite

  • Premessa

  • La giornata in traina

  • Considerazioni generali

 

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Traina palamite

Adriatico

Piattaforme Adriatiche

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Traina autunnale di superficie

 

La traina alle palamite in adriatico é un tipo di pesca dalla barca che può regalare delle belle soddisfazioni in termini di catture e dimensioni dei pesci.

Non richiede particolari attitudini tecniche ma solo una buona barca capace di proteggerci dai rigori autunnali ed un'attrezzatura formata da canne, artificiali e fili di comune impiego per questo tipo di pesca. Ma vista la presenza di ricciole che, nell'autunno 2001, hanno fatto un gran clamore nel medio adriatico, é bene non scendere sotto le 12 libbre, non si sa mai.

 

E' anche vero che per la traina alle ricciole si usano particolari artificiali capaci di arrivare fino a 10 metri sotto la superficie dell'acqua, quindi differente come attrezzature per la pesca delle palamite.

 

Nella traina alle palamite, conviene dunque rimanere più su attrezzature leggere, tutt' al più vi succederà come é capitato a noi e cioé che schiantando il terminale non sapremo mai se é stato per un errore oppure se era una ricciola di medie dimensioni.

 

La stagione autunnale ma anche l'inizio inverno é particolarmente adatta a questo tipo di traina effettuabile sulle 6-9 miglia dalla costa ma ancora meglio se si riescono a raggiungere la fascia delle 10-12 miglia dove sono ubicate le piattaforme (ved. speciale piattaforme in adriatico).

Questo tipo di pesca viene spesso abbinata alla fine della giornata in drifting al tonno, quando sulla rotta di rientro vi é una piattaforma metanifera; sono infatti molti gli equipaggi che vi si fermano per trainare alle palamite, e dall'anno in corso (2002) anche per le ricciole. Ma non é questo l'argomento dell'attuale articolo, quindi su questo ora non ci dilunghiamo.

Il racconto che segue vi spiegherà alcuni accorgimenti da adottare per meglio applicarsi nella traina delle palamite. In altre stagioni, come l'estate, con la pesca a bolentino o light drifting, si ottengono migliori risultati che con la traina.

Palamita rimasta allamata per la coda

 

Abbandonata la pesca a bolentino di media profondità effettuata fino a quel momento in prossimità della piattaforma metanifera, iniziamo a trainare alle palamite. E' il 18 novembre 2001.

Dopo ripetuti segni sulla superficie dell'acqua eccoci finalmente liberi dalla piattaforma, decidiamo di non fare tardi per il rientro in quanto Lele ha un appuntamento il primo pomeriggio, ma a qualche giro in traina intorno la piattaforma non vi possiamo certamente rinunciare.

Filiamo l'artificiale a 50-60 metri dalla barca e portiamo il motore a 1.000 giri al minuto, circa 3,5 nodi di velocità. Non riusciamo neanche a fare mezzo giro e la canna si piega, caspita, non eravamo ancora sul punto in cui avevamo scorto la mangianza.
E' eccitante, ci guardiamo in faccia per dirci, ….. ma perché non abbiamo iniziato prima a trainare?
L'acqua è abbastanza fredda, i pesci sono un po' intorbiditi, rallentiamo la velocità e Cippo porta facilmente a guadino la prima palamita. E' sui 2 chili.


Ecco che si riparte, giù il rapala da 13 cm, tipo sgombro ma non blu con strisce nere bensì con la schiena verde e strisce nere e pancia bianco-gialla.

Filiamo la stessa quantità di filo e Lele si prepara per la prossima ferrata. Nel combattimento c'eravamo leggermente allontanati dalla zona ritenuta migliore, e mentre diamo filo all'artificiale, ci riportiamo in zona, a lato della piattaforma dove avevamo scorto i segni della mangianza.

Non facciamo a tempo ad arrivarci che la canna si ripiega nuovamente, avvertito dell'allamata, rallento il moto mettendo in folle, Lele si butta sulla canna e comincia a recuperare filo ferrando il pesce. Ma dopo poco il pesce si slama.


Lasciamo tutto in acqua rilasciando il filo recuperato durante il breve combattimento e di nuovo prua verso quel lato di mare a ridosso della piattaforma. Eccoci finalmente sopra, dopo qualche decina di metri piego la prua qualche grado fuori dal rettilineo della scia precedentemente fatta.

L'artificiale passa quindi, nella zona voluta, al di fuori della scia del motore, guardiamo il cimino e dopo qualche istante, rieccola che abbocca, Lele questa volta si getta subito sulla canna, ferra mentre io non metto subito in folle la marcia.

 

Continuo per qualche secondo sui 3 nodi aiutando quindi Lele nel ferrare il pesce e poi rallento. La 12 libbre si piega bene, il pesce è già una ventina di metri dalla barca, ma ancora non si scorge la sagoma chiara nell'acqua; dopo qualche istante eccola apparire ad una decina di metri e a circa 5 metri sotto il pelo dell'acqua.

 

( Segue ) »»

 

 

 

23 Gennaio - 2002