Il grande incontro
FOTO
ingrandita » ( 85 Kbyte )
Gommon-KAKO-GEF
E' una giornata di fine ottobre, gli tocca l'ennesima uscita,
una delle tante nei giorni feriali per evitare le code al
"casello" che spesso si presentano nei fine settimana,
si fa per dire, ma meno barche ci sono in giro e più
tranquillamente riusciamo ad impostare la giusta tecnica,
la profondità di pesca e se a fine giornata non ci
scappa il petardo .. almeno siam stati alcune ore in compagnia
senza lo stress di incappare nelle lenze altrui o vederci
soffiare sotto il naso il pesce.
Ormai tutto é pronto, o meglio da un pezzo siam
pronti e qualche ricciola l'abbiam presa entrambi, ma questa
volta usciamo insieme, io GEF con mio fratello Matteo
e Claudio del gommonkako, lascio il mio gommone a
Cattolica per uscitina con partenza da Pesaro.
Il Gommonkako per come é attrezzato sembra un cannetto,
portacanne ovunque, vasca del vivo discreta, ogni spazio
é pensato e studiato accuratamente per sfruttarne
al massimo la funzionalità, sia per la traina come
per il drifting o bolentino. Mi porto solo una mia canna
30-50 libbre e poc'altro a parte i viveri e tanta speranza.
Il mare non é dei migliori sia come onda e vento
ma sappiamo che spesso, in queste condizioni, il pesce si
muove di più, é più stimolato ... basta
solo riuscire a mettersi correttamente in pesca. La destinazione
finale é uno dei tanti hot spot presenti al largo
della costa marchigiana come ce ne sono altri in adriatico,
ma prima ci soffermiamo nel sotto costa per trainare nell'intento
di fare qualche esca viva, solitamente aguglie di questo
periodo. E' sempre bene avere a bordo qualche cartuccia
di quelle buone prima di allontanarsi di parecchio dalla
costa, perché ci é già successo di
arrivare sul posto e faticare parecchio prima di averne
qualcuna nella vasca del vivo.
Matassine filate fin dall'uscita dal porto e subito le
prime abboccate, passa neanche mezz'ora e siamo carichi
di colpi da sparare, prua a mare e via a buona velocità
per quello che ci consente il mare.
Arriviamo sul posto e c'é solo una barca, poi poche
altre se ne aggiungeranno, inneschiamo subito due aguglie
e le caliamo a profondità diverse con differenti
grammature di piombi guardiani, una più leggera sui
15 metri e un'altra con più peso sui 25 metri, girella
robusta e poi uno svolazzo di qualche metro come terminale
e cui abbiamo inserito un amo trainante scorrevole e il
pescante leggermente più grosso, dall'esca al piombo
guardiano circa 15-20 metri non di più. Iniziamo
a trainare con l'ausiliario faticando un po' contro corrente,
sono cominciate le danze, giri di valzer dei più
aggraziati, lisci da paura per il rischio di perder l'esca
su qualche "ferraglia", l'eco ci segnala qualcosa
d'interessante più a fondo e così affondiamo
ulteriormente le nostre esche ma ancora senza un gran successo.
Il vento seppur non forte ma comunque fastidioso non ci
aiuta come pure la forte corrente, a risalire la corrente
procediamo troppo piano mentre a favore andiamo anche troppo
e le lenze o meglio le esche non scendono alla profondità
desiderata; é ora di cambiare qualcosa e così
suggerisco a Claudio di provare con il cannone, chissà
forse riesce a sparare meglio le cartucce ancora vive. Claudio
si convince, il vento sta calmandosi e comunque visto l'andazzo
a cui sta volgendo la giornata potrebbe essere la carta
vincente, chissà.
Ritiriamo le esche, via il guardiano e inneschiamo una
nuova aguglia filandola parecchio lontana dal gommone, poi
agganciamo la lenza alla pinza e caliamo la palla di cannone
vicino ai 40 metri di profondità. Basta con il valzer,
ora si va di liscio, liscio quasi millimetrico, passaggio
come anche fatti precedentemente, ci allontaniamo, l'esca
arriva in zona ed eccola li, un leggero sussulto e la lenza
si stacca dalla pinza ... la musica cambia e che musica,
si comincia e si va di Rock Music.
Claudio afferra la canna, la sfila e la alza, poi ferra
tirandola a se, chiede motori per aiutare il gommone ad
allontanarsi un po' dalla zona, poi accertatosi che, nonostante
il liscio, di pesce trattasi, passa la canna a mio fratello
Matteo che la ricciola in canna non l'ha ancora mai avuta.
E' la prima volta per Matteo e non sa ancora cosa gli aspetta,
come pure a noi perchè così grossa non l'avevamo
mai presa. Fioccano i suggerimenti, tieni la canna alta,
ora lasciagli prendere filo, ora recupera, pompa e ... la
preoccupazione é tanta, gli ami non sono grossi e
si spera che abbia mangiato bene. I minuti passano e la
musica é sempre quella, una gran musica, attimi indimenticabili
che cominciamo a goderci con più calma in quanto
siamo ormai ben lontani da possibili "incagli".
Non é la Rock Music del tonno di cui ho solo sentito
parlare e raccontare, musica da gelare il sangue nelle vene,
ma é sempre un Rock piacevole.
Il pesce fa più fughe riportandosi via la lenza
riportandosi a buona profondità, ma queste fughe
si fan sempre più brevi e la stanchezza comincia
a sentirsi per entrambi, finché si comincia ad intravvedere
una sagoma sul chiaro che ci sta sotto il gommone, é
lei, é grossa, cavolo se é grossa. La paura
di perderla per qualche stupidata aumenta l'adrenalina e
la concentrazione, Claudio coordina bene il movimento del
motore e si prepara al raffio, l'atto finale che da li a
pochi istanti sarà compiuto come termine del combattimento
per gli onori a Matteo e la gloria di tutti noi nonché
al pesce che si é mostrato un valido combattente
che fino all'ultimo ce l'ha fatta sudare.
Issiamo il pesce a bordo, rimaniamo stupefatti, in effetti
così non l'avevamo mai vista a bordo, poi via con
i complimenti e poi le foto, chiamiamo via radio e telefono
gli amici in terra che son già sotto una leggera
pioggia e che ci accoglierà all'arrivo in porto.
Momenti di gloria all'arrivo, lo pesiamo con la bilancia
del Club, poi sezioniamo il pesce per dividercelo e mangiarcelo
in compagnia delle famiglie e dei bel ricordo che ci accompagnerà
per sempre.
Ciao GEF
|