Vi presento Marò
Marò Team
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Ponza - 12 Giugno 2009
... e ve lo presento in tenuta di gala, perchè ha
appena vinto il Ponza Tournament 2009 con la cattura di
uno spada di oltre 76 chili.
equipaggio: Francesco Caporale, Simone De Santis, Marco
Papola e Mario Verlicchi
"Non posso fare a meno di condividere con chi di mare
se ne intende, una profonda emozione che il nostro amato
Tirreno ci ha appena regalato. Nel pomeriggio del 12 giugno,
il Marò, un Pursuit 28 equipaggiato con 2 Yanmar
da 260 cavalli, aveva filato 6 canne al largo di Palmarola
(per la cronaca: batimetrica intorno ai 7-800 metri, due
Mold Craft a 150 e 80 metri, un kona, un piumone e due x-rap).
Cercavamo in giro qualche segno di vita e la nostra attenzione
fu richiamata da due gabbianelle che svolazzavano eccitate
a circa 500 metri di distanza.
Una prima scarica di adrenalina, il rapido controllo delle
frizioni, tutti pronti a ritirare le canne, pancere e giubbetti
in vista, una larga virata e qualche minuto dopo il super
chugger viola-rosa, che viaggiava a 80 metri dalla poppa
agganciato allultima canna di destra, si è
presentato puntuale nella zona di colazione. Noi col fiato
sospeso, anche perché avevamo intravisto, in fase
di avvicinamento, delle pinne dorsali e caudali di tutto
rispetto. Incrocio di sguardi: era lui.
Poi è successo qualcosa, che non siamo riusciti
a capire subito. Ci aspettavamo il classico colpo di rostro
prima dello strike e invece il nylon del 50 ha cominciato
ad uscire lentamente dal mulinello 30 libbre. Abbiamo ipotizzato
che il pesce fosse rimasto fermo, che aveva abboccato e
non si era ancora accorto del suo errore, come se non percepisse
il pericolo. E continuava a uscire lentamente filo e noi
quasi ipnotizzati guardavamo il mulinello che, pur capiente,
era arrivato ormai a mezza bobina, finchè uno di
noi, che nel frattempo aveva preso la canna in mano, decise
di ferrare con tutta la forza che aveva.
Una fuga pazzesca, tutti a ritirare le canne a bordo,
tutti a urlare come pazzi e il Marò subito in planata
a inseguire il pesce, con angoli di 90° per evitare
la lenza in bando. Altre due fughe poderose, col mulinello
sempre a una lacrima dallo svuotamento totale. L'angler
sembrava drogato, recuperava filo nei cambi di direzione
con la velocità di un trapano elettrico. Poi ancora
pompate ben assestate per tirare su un pesce abbastanza
provato. Avevo intravisto sullo schermo delleco un
sottomarino a 50 metri di profondità, ma, pur evitando
di dircelo, dal comportamento dopo la ferrata, tutti pensavamo
si trattasse di un grosso tonno.
E invece il Dio Nettuno fece il miracolo: il tunnide, una
volta a galla, si è magicamente tramutato in uno
splendido esemplare femmina di Xiphias Gladius, bello come
il sole, lungo più di 3 metri, fiero e combattivo,
magnifico e terrificante con quello spadone che roteava
formando schizzi e vortici da paura. Al secondo passaggio
sotto la murata la prima raffiata. Una seconda raffiata,
uno scorsoio sulla coda e in barca cera uno spada
di oltre 76 chili che saltava come un ossesso e schizzava
sangue dappertutto.
Il tutto in non più di una ventina di minuti di
combattimento frenetico. Poi champagne a fiumi, come nelle
gare di Formula 1 perchè, secondo noi, di Formula
1 si è trattato. Fortuna? Tanta! Non vorremo certo
in questa sede negare che le grandi imprese di pesca, come
quelle che ritmano tutti i passi della vita, siano fortemente
influenzate dal culo. Ma quello che ci preme sottolineare,
anche per la gioia di quei pochi che volessero provare a
sminuire la portata di questa avventura è che l'equipaggio
del Marò in questa circostanza è stato veramente
assai bravo. Ciao a tutti."
Mario Verlicchi
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