it's a Sailfish !!!
Nello
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Napoli / Miami - Febbraio 2009
FOTO
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Miami Dream
Credo che nella vita di ogni "malato" di pesca
sportiva dovrebbe essere una missione il recarsi in Florida,
ed in particolare a Miami, almeno una volta nella vita.
Per vedere con i propri occhi cosa sia lì la pesca
sportiva, la nautica e tutto ciò che gira intorno
a questo fantastico mondo. Spesso mi capita di descrivere
quei luoghi, i posti e l'ambiente. Ma per quanto mi sforzi,
non riesco mai a trasmettere appieno ciò che è
davvero la realtà. E quando qualche amico mi segue
per vedere con i propri occhi, ciò che erano i miei
racconti.. Rimane puntualmente meravigliato, in un certo
senso stordito da tutto ciò che Miami e la Florida
ti offre .
Io mi reco lì circa una volta al mese per motivi
di lavoro. E si miei cari, io importo le barche che molti
di voi hanno o desidererebbero avere sotto i piedi, e diciamo
che ho una discreta conoscenza e qualche amicizia .. Quindi,
se vi consiglio di prendere bagagli e andare, diciamo che
potreste fidarvi.
Volevo raccontarvi di uno di questi viaggi. Un viaggio particolare
, fatto di pesca, barche e amici con cui ridere e gioire
e urlare come bambini quando si tira un pesce in barca
..
Mi chiedevo
.C'è di meglio ?
Siamo Partiti a Febbraio, in concomitanza del salone nautico
di Miami. Eravamo un gruppo di circa sette persone.. ovviamente
tutto organizzato, prima il dovere e poi il piacere. Avevamo
programmato due visite al salone .. e poi via, charter di
pesca con un capitano di Miami consigliatomi dal caro amico
Elias di Crook & Crook, negozio questo che farebbe la
felicità di molti di voi , e la disperazione di eventuali
mogli al seguito.
Fissato l'appuntamento a biscaine bay, ci siamo incontrati
alle otto del mattino con il nostro caro capitano, Mike
Murias, una persona cordialissima , in gamba e assolutamente
capace. Avevamo concordato una prima uscita con massimo
tre o quattro persone. Mike mi aveva detto di dividere il
gruppo, sette persone di cui sei pescatori potevano essere
un pò tante per la sua barca, un Sea Vee 32. noi
ci pescheremmo in ventiquattro, ma questo è un altro
discorso.
Il primo gruppo era formato da
Il sottoscritto,
Nello. E Antonio e Alfonso, rispettivamente
padre e figlio
..
Fatte le dovute presentazioni siamo partiti dopo pochi
minuti. Appena usciti dalla baia e preso l'oceano, abbiamo
cominciato poco sotto costa a fare le esche vive, che già
è un divertimento. Qui siamo rimasti per circa un'ora,
riempiendo la vasca del vivo con moltissime sardine e alcuni
pinfish, uno sparide molto simile al nostro sarago, che
Mike riteneva ottima esca per gli Amberjack.. Le ricciole
.
Soddisfatti del numero dei pesci che ci nuotava nella vasca
del vivo , Mike ci ha chiesto cosa avremmo voluto insidiare,
noi gli abbiamo dato libera scelta. Nessuno meglio di lui
poteva sapere dove trovare pesce.
Dopo un paio di consultazioni via VHF, ci ha detto che ci
saremmo diretti a circa trenta miglia al largo. In una zona
dove si potevano trovare nel raggio di poche miglia diverse
specie di pesce da poter insidiare. La prima meta , è
stata un relitto a circa quarantacinque metri di profondità,
dove Mike era sicuro di trovare pesci.
Dopo un'ora e più di navigazione tranquilla, con
conversazione per lo più improntata tra le differenze
di tecniche e metodi di pesca che ci dividono, finalmente
siamo sul posto. Mike inizia ad armare le canne. Iniziamo
con il jigging per sondare la zona. Ad Alfonso , il figlio
di Antonio che ha 18 anni, Mike spiega come muovere la canna
e recuperare, giusto mentre lui prepara le canne per innescare
il vivo .
Mentre fila giù l'artificiale e comincia a recuperare
per spiegarglielo
. Di botto la canna si piega, anche
lui rimane quasi sorpreso da una ferrata così immediata
Cerca di recuperare il filo.. la canna si continua a piegare
paurosamente e il mulinello cede filo. Dopo un attimo
Tack !
Spezza.. Non sapremmo mai cosa abbia abboccato a quell'esca,
ma vi dico solo che quel pesce ha spezzato un braid da 60
lb come se fosse stato cotone
Per niente delusi, cominciamo subito ad armare le canne
del vivo, e mentre Mike è all'opera ad innescare
i pinfish, che si confermano veramente catturanti, io prendo
la Jigging, giusto per provare. Non passano neanche tre
minuti che questa volta la canna si piega a me ! il primo
pesce ho l'onore di tirarlo in barca io . Una Ricciola di
circa una decina di chili, reputata troppo piccola da Mike
da tenerne conto.. e prontamente la liberiamo.
Continuiamo a pescare con il vivo., è più
divertente e meno stancante del jigging. Poco dopo un pesce
ferra sulla canna di Antonio.. e questa volta si suda !
Il pesce non'è piccolo. Dopo una lunga faticata ,
anche questo spezza, poco male, ci rifaremo. Ed infatti
subito dopo Antonio tira su una ricciola di una ventina
di chili
che purtroppo per un movimento sbagliato
suo, gli procura un mezzo stiramento al bicipite del braccio
sinistro, che in parte gli rovinerà la pescata.
Sul relitto ci restiamo un'oretta, portando a paiolo tre
ricciole di taglia.
Cambiamo posto, e a circa una decina di minuti di navigazione
ci rechiamo su un taglio di corrente che Mike ritiene molto
pescoso. Corrente fortissima.. facevamo quasi quattro nodi
, ed ogni dieci minuti dovevamo accendere e risalire per
riportarci in posta. Qui, peschiamo di tutto
ma proprio
di tutto. Red Snapper, Cernie Rosse , Barracuda, Bonito,
Kingfish, Lampughe, che qui le chiamano Dolphin o Mahi Mahi
Persino un pesce balestra ed una remora, prontamente liberati
.
Antonio lascia al figlio Alfonso molti recuperi per via
del problema al braccio, Il ragazzo tra l'altro si difende
molto bene.
Dopo un tre ore guardo la vasca del pescato, non credo di
aver mai tirato su una varietà e una quantità
di pesce tale
una stima ad occhio ci fa apprezzare
il tutto intorno ai 150 kg
Verso le tre , si alza un po di vento
e Mike decide
di provare con l'aquilone per provare ad insidiare eventuali
Sailfish ( pesce vela ) , il più piccolo della famiglia
dei marlin . Noi né siamo solo contenti, non abbiamo
conoscenza di tale tecnica, ed il poterla vedere applicata
praticamente ci intriga moltissimo. Per chi non ha mai provato
una pesca del genere .. consiglio di farlo. Soltanto la
preparazione, e la vista di questo aquilone che libra in
cielo a diversi metri dalla barca
è davvero
emozionante.
Mike si occupa di armare il tutto per mettere tre esche
sotto l'aquilone in pesca , e noi continuiamo a pescare
col vivo e a prendere pesci.., Verso le quattro e mezza
del pomeriggio la stanchezza comincia a farsi sentire. Pesci
ne abbiamo presi, e da raccontare abbiamo già tantissimo.
L'aquilone è ormai in pesca da circa un'ora e mezza,
ma di Sailfish neanche l'ombra. Fin'ora ci ha regalato solo
un bonito di una decina di chili, ed una lampuga piccola.
Dico a Mike che per noi va bene così, quando vuole
possiamo tornare.
Mentre siamo lì a riporre il tutto, e quasi pronti
per il ritorno, Mike nota che la pinza di una delle esche
si apre
ed il mulinello comincia cedere filo
Si gira verso di noi , e ci dice .. è lui !! it's
a Sailfish !!!..
Tutta la stanchezza, il sonno ed il sole che ci avevano
cotti fino allora, svaniscono di botto. Ora c'è solo
lui !!! il pesce vela !
Mike ferra il pesce e poi passa la canna ad Antonio, ma
dopo pochissimo Antonio la passa a me , il dolore al braccio
sinistro è troppo forte per combattere un pesce così.
Comincio io ad occuparmi del nostro amato rostrato.
Non posso far altro che assecondarlo, non ha una reazione
violenta, ma una trazione continua e costante, sembrava
instancabile. Dopo circa due tre minuti che costantemente
continuava a tirare filo, Mike recupera tutte le canne ancora
in acqua e accende i motori. Mi dice che ha aperto la vela
e di non forzare. Mi spiega che si è messo a nuotare
di traverso e non c'è verso di forzarlo e avere la
meglio..
Cominciamo a seguirlo.. e piano piano riesco a recuperare
qualche metro di monofilo..
Dopo circa una ventina di minuti, e dopo averci regalato
un paio di salti da toglierci il fiato, riusciamo ad intravederlo,
è lì, ad una ventina di metri dalla barca..
nuota lentamente , è stanco, ma ha ancora la forza
di onorarci di un ultimo salto a pochi metri dalla barca.
Finalmente lo portiamo a murata, e l'emozione è
davvero tanta. Ha ancora la vela aperta, ed'è elegante,
bello. Stimato 50/55 kg. Mike lo prende per il rostro e
gli fa sfogare le ultime forze, io gli blocco la coda e
siamo pronti per issarlo. Ci dice di stare pronti con le
macchine fotografiche. Abbiamo pochissimo tempo per le foto
di rito, dopodichè dobbiamo rimetterlo in acqua ,
Uccidere questi pesci è illegale, e sinceramente
vederlo filare via libero dopo esser stati onorati di averlo
avuto in braccio
è quasi emozionante come averlo
pescato.
Sulla via del ritorno portiamo una giornata di pesca indimenticabile,
che difficilmente dimenticheremo
.Il sottoscritto oltre
ai ricordi , porta anche un bruciore al braccio sinistro
indescrivibile. I sailfish secernano un muco limaccioso
su tutto il corpo che è molto urticante. Io l'avevo
preso per fare la foto poggiandolo sul braccio nudo
non l'avessi mai fatto !! comunque dopo una mezz'oretta
passa tutto, e vi assicuro che mi farei irritare ogni volta
il braccio se potessi prenderli anche qui in Italia !
Due cose
. Una non c'entra niente con l'altra, ma
mi sono rotto di leggerlo sia qui che su riviste specializzate
a titoloni a quattro colonne, e tra l'altro riguarda anche
il nome di questo amatissimo e sempre caro sito. Per motivi
di lavoro conosco bene l'inglese. Big Game , non significa
" Grande gioco" come traducono in tantissimi erroneamente.
Big Game, significa , " Grande Preda ". Per favore..
non continuiamo a sbagliare.
Poi, per chiunque volesse dei consigli, o sta progettando
un viaggio da quelle parti.. sarò lieto di dare tutte
le informazioni a chiunque ne richiedesse. In Florida è
importante affidarsi ad un capitano esperto, altrimenti
si rischia di esser presi in giro come turisti al mercatino.
Nello "Albakore"
Napoli/Miami
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