La rosetta
Noi la chiamiamo così forse perché nel scendere
in corrente, forma una rosa di pezzi di sarde che per numero
ed ampiezza simula un branchetto di pesci e minutaglia.
Si prepara tagliuzzando un cospicuo numero di sarde, ognuna
tagliata in 4-5 pezzi (sarde adriatiche) fino a riempire
circa 1/3 di un normale secchio.
Poi lo si riempie di acqua e lo si getta vicino alla barca,
continuando a gettargli secchiate d'acqua per far si che
i pezzi scendano allontanandosi fra loro in un mare di bollicine.
L'effetto è eccezionale a dir poco, lo si esegue
circa ogni ora di pasturazione, al posto del getto simultaneo
delle 10 sarde sopra menzionato.
La luce del sole riflette sui pezzi argentati delle sarde
tagliuzzate aumentando così anche la visibilità
della pasturazione. Non bisogna anche in questo caso esagerare
sia in quantità che in frequenza in quanto i tonni
sono capaci di mangiarsi anche i pezzettini della nostra
pastura, non sono solo ghiotti della sarda intera.
Il rumore dell'acqua delle secchiate sulla superficie
del mare, fa il resto.
Come valutare se la scia interseca le nostre esche?
E' una domanda a cui bisogna saper rispondere perché
é fondamentale per la buona riuscita della giornata
di pesca, Tonno permettendo.
Ritorneremo sull'argomento quando parleremo degli inneschi
e di come mettere le canne in pesca, ma appunto, riuscire,
variando verticalmente la scia, ad intersecare le nostre
esche é buona cosa, ma lo é di più
se riusciamo a mantenerla il più possibile nella
zona voluta.
La domanda è analoga se posta nei termini: a che
profondità devo posizionare le esche; teniamo in
considerazione che la maggior parte delle ferrate avviene
nella fascia dai 25 ai 15 metri.
Ritornando alla domanda, si può dire che ci vuole
un po' di "fiuto" ed occhio, nonché una
buona dose d'esperienza.
Le prime volte vale la pena uscire con qualche amico che
abbia una discreta esperienza, gli si paga l'uscita e lui
sarà solo contento. Ma in cambio ti insegnerà
qualcosa dal vivo.
Proviamo quindi a gettare una sarda a prua della barca,
barca di cui si conosce perfettamente la lunghezza. Quando
la sarda passerà al traverso della poppa, bisogna
calcolare la profondità a cui si trova e fare i seguenti
conti.
Esempio:
Se su 7 metri di barca, la sarda é scesa di 4 metri,
allo specchio di poppa, (calcolati dalla superficie dell'acqua)
per arrivare sulla zona delle esche, non quelle dei palloncini,
ed essere alla profondità di 32 metri (esempio, ultima
canna), devi fare (32:4=8 volte la lungh. della barca) .
Poi 7 x 8 = circa 56 metri. La canna posta a 40 metri dalla
poppa, con svolazzo dal piombo di 7-10 metri, potrebbe essere
posizionata bene se ha il piombo a circa 30 metri dalla
superficie, potrebbe quindi essere nella scia della pastura.
Ma quando mai i fili scendono verticali al fondo? Poche
volte, e solo quando c'é una gran calma.
E quante volte la corrente più a fondo, cambia velocità
o direzione? Non sempre, ma succede.
Io solitamente uso variare la distanza del palloncino dalla
poppa o la zona in cui getto le sarde, senza quindi tirar
su ogni volta le esche per cambiare profondità al
piombo.
Ma nel Forum di Discussione
sulla pesca in mare, Stefano, ("tonno" come nick
name) ci ha spiegato un suo sistema che ci libera dal fare
i calcoli, ecco la sua spiegazione.
<<Più volte ho usato un sistema simile a quello
da te descritto e che (forse) tiene in considerazione anche
le differenze di correnti dovute alla profondità.
Si tratta di legare ad una sarda un filo, appunto 0.12 o
simile della lunghezza di circa 20 metri con all'estremità
legato un qualcosa di appena galleggiante, ciò che
vuoi o che trovi in barca in quel momento è sufficiente,
l'importante è che con il peso della sarda possa
affondare.
Spesse volte ho utilizzato un piccolo brandello di palloncino.
Così facendo, quando la sarda ha raggiunto i (circa)
20 metri di profondità farà affondare il segnalatore,
mantenuto costantemente sotto osservazione dal pescatore,
e quindi indicherà la distanza dalla barca in cui
posizionare l'esca, appunto a quella profondità.
Certo non è scienza perché tale sistema non
tiene conto della corrente che va a incidere sul filo di
nylon, ma dato il sottile spessore penso che possa essere
accettato con un buon margine di tollerabilità.
(Casi
insoliti??)
|