Come già detto, la variazione nei tagli della sarda
e l'alternanza fra pezzi e sarde intere, consente di distribuire
la pastura su differenti fasce di profondità d'acqua;
questo é molto utile nel tirreno o dove vi sono profondità
e correnti considerevoli.
In Adriatico il fondale non raggiunge profondità
elevate, si passa dai 25-30 metri per le zone di Jesolo,
Porto barricata, ai 50-70 per il medio Adriatico fino ai
200 per la fossa davanti a Pescara. In aggiunta, l'assenza
di secche e canaloni, ma la quasi completa omogeneità
dei fondali non permette di avere, come nel tirreno delle
forti e dominanti correnti in profondità.
In adriatico l'aspetto verticale è soppiantato da
quello orizzontale, se così si può dire; è
cioè importante scarrocciare (circa 1 miglio ora)
per coprire maggiori distanze, rimanendo però nella
zona migliore per i tonni, intesa come profondità
e distanza dalla costa.
Con i fondali adriatici la sarda a pezzi o intera raggiunge
presto il fondo e l'effetto delle sarde svanisce; é
quindi importante scarrocciare a 1-1,5 miglio ora per coprire
maggiori distanza nel senso orizzontale così d'aumentare
le probabilità di intercettare la preda.
Le sarde usate per la pasturazione sono più grosse
di quelle impiegate nel tirreno, ma è anche vero
che generalmente i tonni sono di dimensioni medie maggiori
rispetto a quelli del tirreno e un gigante di oltre 200
o 300 chili poco fa se ingerisce diverse sarde intere e
grosse. Quindi in prevalenza alternanza di sarde a pezzi
con quelle intere, quest'ultime in buona quantità.
E' anche vero che negli ultimi anni abbiamo assistito ad
un calo del peso medio e quindi la vecchia pratica andrebbe
rivista.
In Alto Adriatico
In Alto Adriatico dove il fondale nelle zone di pesca al
tonno, raggiunge una profondità di circa 30 metri,
si pesca abitualmente all'ancora. La scia procede dalla
poppa nel senso della corrente ma è destinata a scendere
e posarsi presto sul fondo. E' importante creare una scia
odorosa, "grassa" così da allontanare il
più possibile il nostro richiamo odoroso, che richiamando
il tonno troverà poi le parti più sostanziose
della pasturazione. Un anno è successo che la maggior
parte delle allamate si verificavano sulle lenze poste quasi
sul fondo, segno che il tonno cominciava a pascolare sul
fondo, rimanendoci poi durante l'avvicinamento alla barca
dove trovava le esche
La fossa di Pescara
Questa fossa presenta fondali che dai 100 metri scendono
fino a 200 metri di profondità, questa destinata
poi ad aumentare scendendo verso il golfo di Otranto e c'è
chi vi pastura secondo i canoni della buona tecnica di pasturazione
ed altri che lo fanno a modo loro.
Quest'ultimi, con motori accesi sminuzzano a pezzi finissimi
e a grande velocità le sarde dando ogni tanto qualche
giro in più al motore. Creano così una pioggia
di pezzi fini di sarda, una nuvola che riflette la luce
del sole e che risalta molto se vista dalle notevoli profondità.
E così il rumore dei motori desta la curiosità
del tonno, la nuvola di pezzetti di sarde li stimola a risalire
di più in superficie, l'odore li eccita e la sarda
innescata, il cui filo viene celato dalle bollicine d'aria
prodotte dai motori, sparisce in bocca del pesce più
veloce.
Mi hanno raccontato di aver visto l'eco che marca il tonno
mentre risaliva a grande velocità verso la poppa
della barca. Il resto cioè la serie di combattimenti
la lasciamo per un'altra volta o da raccontarci nel Forum.
Il costo di un'uscita
In effetti, considerando che le zone di pesca sono fra
le 20-25 miglia dal proprio porto di partenza e che per
un'intera giornata di pesca si impiegano dalle 7-8 casse
di sarda con aggiunta di qualche sacco di pastura, il costo
medio di un'uscita e più del doppio di quanto si
spende nel Tirreno.
(In
Tirreno)
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