Tonni in Adriatico: The Game's Over?
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Stagione strana questa, è mancata la "papalina"
(minutaglia del sotto riva così chiamata dalle nostre parti
- Pesaro) sono mancati gli sgombri che di quella minutaglia si
ciba, ma non sono mancati gli alletterati che, nelle poste di
pesca dove vengono abitualmente insidiamo i tonni davanti alle
coste marchigiane e romagnole, si sono incontrati di frequente
sia durante le gare di pesca d'altura che in normali uscite.
Con il passare degli anni ci eravamo abituati alla diminuzione
del peso dei tonni, passato in media dai 300 Kg a metà
degli anni '80 ai circa 70-90 di questi periodo salvo eccezioni
che si riservano in queste acque dell'adriatico, come anche più
a nord.
Alla carenza di catture ci siamo ancora poco abituati, in particolare
di tonni, ma non molliamo, sperando che sia solo una fase temporanea,
in quest'annata dovuta alla carenza del vivo, ma che però
è presente in abbondanza nelle zone più a nord.
La causa della mancanza della sarda? La risposta la lasciamo ai
sapientoni, anche se si può intuire che l'apporto notevole
dei fiumi nella stagione primaverile dovuto alle intense piogge
del periodo, il tardivo scioglimento delle nevi cadute copiose
in tarda primavera abbiano reso meno salate e più fredde
le acque costiere adriatiche, nord e centro. Non escludiamo però
che i fiumi oltre a portare acqua dolce e fredda in maniera spropositata,
abbiano portato altro, non in riferimento a composti organici
ma a quelli inorganici, cose che non si vedono perché sono
disciolte nel mezzo e chissà quante ce ne sono provenienti
dai comparti industriali, cittadini ed agricoli. Una conferma
delle acque fredde oltre alla constatazione dirette della temperatura
delle acque, al di sotto di qualche grado della media stagionale,
viene anche dagli stessi pesci che a stagione calda inoltrata
si prendevano a bolentino nelle fasce d'acqua vicine al fondo
quando in stagioni normali e in periodi analoghi, si catturavano
in superficie. Le palamite prese in agosto sono magre e di modeste
dimensioni, con carni bianche, cosa insolita per le palamite delle
nostre parti che solitamente son più grosse e che per la
dieta a base delle solite sarde hanno carni grasse.
Un problema tutto ADRIATICO che ha fondali bassi e acque più
confinate, un sistema ecologico più delicato e da salvaguardare.
Siamo molto sullo sfiduciato e sull'inc******, c'è chi
nonostante la serietà del problema, che possiamo riassumere
in due parole, over fishing, cioè sovrasfruttamento del
mare, continua a non capire, non si può far passare le
acque sotto i ponti, continuando ad insistere sulla futura licenza
di pesca in mare, o a scrivere papier a puntate sulla cosa. Non
ce la facciamo chiù!!
Licenza : Non è ne pensabile ne realizzabile che qualcuno,
vista la situazione cerchi il consenso presso i Club di pesca
sportiva per far digerire ai pescatori il lobo da versare annualmente.
Siamo gli unici che concimano il mare con tonnellate di pastura
sia che si parli di sgombri o tonni dalla barca, ma anche da riva
ai cefali o alle boghe. Gli unici che come gli agricoltori "concimano"
sia per l'oggi che per il domani.
La licenza non è neanche pensabile in un contesto ove convivono
insieme pesca sportiva e professionale; solitamente i contributi
che arrivano con la licenza in parte vengono spesi per ripopolare
le acque con il novellame (acque dolci, dove non viene fatta la
pesca professionale). Non siamo disposti a finanziare la pesca
professionale principale causa della diminuzione del pesce e delle
taglie.
I soldi lo Stato continua a riceverli per il tramite dell'IVA
che paghiamo sull'acquisto delle attrezzature e sulle barche e
non è poco. Che utilizzino pure queste entrate per effettuare
i controlli. Non vogliamo essere schedati, perché solo
di questo sono capaci ai vertici, fare l'inventario e poi decidere
le strategie sul da farsi, ma che non avranno modo di controllare.
Fra un po' ci faranno pagare anche l'aria che respiriamo e non
fa niente se è inquinata, l'importante sarà pagarla.
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Continua ) »»
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