Le isole dell'Adriatico Centrale
Chi ormai non conosce queste isole in acciaio sparse nel mare
adriatico, principalmente da Ravenna a Pescara? I charter di pesca
(barconi) i club o circoli che le prendono come punti di riferimento
per luoghi di partenza delle gare di pesca d'altura o come centro
del campo gara.
Nelle strutture sommerse con gli anni si sono insediati diversi
organismi viventi alla base alimentare di pesci piccoli a loro
volta cibo per i grandi predatori.
Spesso si nota una stratificazione delle specie ittiche, con
in superficie le più piccole in taglia e sotto sempre più
grosse con il procedere della profondità.
La struttura sommersa offre a molte specie ittiche una sorta
di riparo e protezione dai pericoli a cui possono andare incontro
in mare aperto. Ma non è raro che tonni o squali passino
vicino o prendano come riferimento la piattaforma come zona di
cibo assicurato. State sicuri che se é periodo di palamite
ma in zona non si riescono a pescare, ci sono loro, i tonni.
I gabbiani le usano come "albero" di sosta e
sono sempre pronti a prendere il volo al minimo segno di mangianza
del predatore sul pesce più piccolo, costretto a venire
in superficie.
I pesci presenti ed interessanti per la pesca sono: palamite,
suri, lanzardi, boghe, ricciole, cernie, scorfani, sgombri, merluzzi,
orate, saraghi, mormore, aguglie, occhiate, gallinelle, gronghi,
squalo volpe, pesce spada e tonni.
Le palamite i primi anni d'installazione delle piattaforme
erano presenti solo alcuni mesi dell'anno ma stanno diventando
sempre più stanziali. Spesso questo pesce si porta in caccia
anche a qualche centinaio di metri dalle piattaforme ed é
qui che è insidiabile con la traina o in drifting leggero.
Le ricciole sono presenti in particolar modo da luglio
fino ai mesi autunnali e siccome non vengono disturbate dal prelievo
dei professionisti, raggiungono spesso dimensioni notevoli, superiori
anche ai trenta e quaranta chili.
Durante i mesi invernali il pesce di medie dimensioni si sposta
in profondità, praticamente sul fondo, dove trova condizioni
di temperatura e nutrimento costante; in prossimità delle
piattaforme lo si ritrova in grandi quantità alla base
degli stessi impianti.
Le piattaforme metanifere per motivi di sicurezza sono strutture
dotate di nautofono ed inoltre vengono illuminate di notte attirando
come é risaputo un mare di pesce. Non mancano in alcune
anche delle telecamere installate sempre per motivi di sicurezza.
L'estrazione é essenzialmente automatizzata e gestita e
controllata da terra; solo quando si rendono necessari alcuni
interventi di manutenzione é possibile che la manodopera
specializzata risieda per qualche giorno su tali impianti.
Le piattaforme sono però strutture adibite allo sfruttamento
dei giacimenti metaniferi sotterranei in tutto simili ad un impianto
industriale con il fatto che una parte non é visibile perché
sommersa. Per questo motivo ne viene vietato l'ancoraggio, la
pesca ed il transito per un raggio di 500 metri intorno al pozzo.
Nonostante questo sono molti i pescatori che si assumono il
rischio di vedersi infliggere una sanzione il più
delle volte molto pesante, e qualcuno lo sa perchè già
sperimentato sulla propria pelle.
Tali impianti non sono stati progettati e costruiti per durare
in eterno, ma per il solo periodo di sfruttamento del giacimento
metanifero presente nel sottosuolo. Sono quindi strutture che
hanno una vita media di 20-40 anni massimo dopo la quale dovranno
essere smantellate, i pozzi chiusi minerariamente e le condotte
a mare tolte anch'esse. Il tutto con un costo non indifferente
per il gestore e una ricaduta sulla pesca locale e l'indotto che
questa genera.
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