Peschereccio Killer
Vi voglio raccontare di un fatto incredibile che mi è capitato
venerdì scorso (era un fine agosto 2003) mentre ero a pesca
di Tonni al largo di Fiumicino.
Reduce di due tonni persi uno per rottura della lenza e l'altro
per slamata, venerdì sono uscito per una nuova battuta
di pesca a tonni, in compagnia di due amici Romeo, Giorgio e mio
figlio Luca.
Eravamo in pesca, da circa un'oretta, su un fondale di 84 mt quando
da levante vediamo avanzare tre pescherecci intenti a strascicare.
Tutti noi speravamo che ci passassero abbastanza vicini perché
qualche volta è successo di allamare proprio grazie a loro,
e così fu.
I miei amici mi raccontarono però che l'anno scorso durante
una battuta a tonni un peschereccio con un cane a bordo
fece una manovra tale da passare loro così vicino da agganciare
le lenze per poi strappare tutto e questo di proposito.
Il primo ci è passato un centinaio di metri a prua accompagnato
da molti delfini e l'altro alla stessa distanza a poppa. Mentre
eravamo intenti a fotografare i delfini il terzo cambia improvvisamente
direzione mettendo la prua dritta alla nostra imbarcazione.
Man mano che si avvicinava ero certo che avrebbe cambiato da lì
a poco la sua direzione ma non è andata così, si
avvicinava sempre di più fino a che mi sono attaccato alle
trombe ma non è cambiato niente.
Immediatamente ho acceso il motore e con ancora le lenze fuori
sono stato costretto ad allontanarmi in fretta altrimenti ci avrebbe
preso.
Increduli di quanto stesse accadendo sentiamo un abbaiare , era
lui il furioso scatenato dello scorso anno, ma non è ancora
finita.
Quel brutto ceffo era affacciato dall'oblò della cabina
di pilotaggio e ci guardava incurante delle nostre imprecazioni
nei suoi confronti anzi improvvisamente innestò la retromarcia
e tornò ancora presso di noi salpandoci lo strascico a
non più di 10 mt.
Non potevo credere ai miei occhi, tutto ciò aveva dell'incredibile,
comunque eravamo impotenti e per evitare il peggio abbiamo riordinato
le canne e ci siamo allontanati il più possibile da quel
pazzo.
Tutto questo ci aveva molto turbato perché non si riesce
a capire un simile comportamento e finalmente ritornata la calma
ci siamo rimessi a pescare.
Ma non era ancora finita!
Dopo che l'orco finì di salpare la rete, vediamo di nuovo
la sua prua che da lontano avanzava ancora minacciosa verso di
noi, "questo è proprio matto " - diciamo tutti
- ed infatti arrivato a non più di 8/9 mt da noi cominciò
a calare di nuovo lo strascico tanto che il divergente sfiorò
la nostra prua e ci costrinse ad una nuova fuga.
Tutto questo mi ha ricordato un vecchio film nel quale al posto
del peschereccio c'era un camion che seminava panico sulle strade.
Cara redazione che giornata incredibile, non potevo immaginare
che esistessero simili personaggi e questo a mio avviso è
molto ma molto pericoloso comunque la sua barca è: Madre
Cira - Roma 7983
ed ha a bordo un pastore tedesco, fate in modo di avvertire altri
pescatori di tenersi alla larga da costui che Vi assicuro è
pazzo furioso.
Tante persone non meritano di andare per mare ma questo lo metterei
sicuramente tra i primi
Saluto cordialmente tutto lo Staff
Spidercoast
e-mail : ( Spidercoast»»
)
Redazione:
Non abbiamo molte parole d'aggiungere al tuo racconto della
scorsa estate e a quanto sia successo. Ci piace immaginarli come
li descrive il brano sotto riportato e pensare a quanto Ti é
accaduto come ad un caso isolato.
Ma allorché dimentico tutto il resto
e mi soffermo sugli uomini d'equipaggio, essi mi stupiscono.
Per lo più non sanno leggere nè
scrivere. Non sanno nulla di ciò che gli ufficiali sanno.
Però questi belli e maschi individui formano una completa
... come devo chiamarla? « Civiltà » no, poiché
non hanno alcuna città.
Cosa sono dunque questi esseri al contempo
così liberi e così indipendenti?
Essi sono gente di mare, e io comincio
a capire perché sono così chiamati. Guardali, quando
non hanno lavori da sbrigare, tenersi a braccetto o cingersi ole
spalle con un braccio.
Dormono, a volte, sulle nude tavole del
ponte, l'uno posando magari la testa sul petto dell'altro.
Gl'innocenti piaceri dell'amicizia... di
cui io, ahimé, ho finora così scarsa esperienza...
la gioia di una gentile fratellanza o quel legame fra due persone
che - come dicono le Sacre Scritture - supera anche l'amore delle
donne... dev'essere questo il cemento che insieme li unisce.
William Golding, (Riti di passaggio)
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