E il sacco o sacchi di congelato sia esso fino o
di media fattura? Forse è il caso, una volta ben
assicurato ad una cima, di lasciarlo andare al traino a
poppa della barca, comincerà a scongelarsi rilasciando
delle particelle fini ed odorose che mischiate alla schiuma
della barca faranno un grande effetto. Per i gabbiani, questo
sacco che si muove in superficie è sicuramente di
disturbo alla loro prima colazione.
La velocità a cui procedere con la barca?
Secondo me conviene procedere abbastanza sostenuti, così
da dare maggiore voce ai nostri motori, soprattutto se a
benzina o fuoribordo, con motori diesel, è quasi
indifferente, ma consiglierei comunque di non scendere sotto
i 4 nodi. Lascio a voi la scelta.
E lo skipper cosa fa durante la strisciata?
Ha sicuramente un ruolo più nobile che quello di
concimare il mare, ma cosa si può dire, spesso è
anche il proprietario della barca che gentilmente ci ha
magari invitato a pesca e quindi
E invece no! O perlomeno
quasi. Deve scrutare la superficie del mare all'orizzonte
e scorgerne anche il minimo particolare (gabbiani ecc..),
mantenere la rotta nonostante il zigzag della barca e guardare
l'ecoscandaglio, acceso ad inizio strisciata, alla ricerca
di possibili segnali.
Le dosi?
In Adriatico, per strisciate di circa un miglio o poco
più, viene consumata una cassetta intera di sarde,
sarde che solitamente sono più grosse rispetto a
quelle usate nel tirreno. Nel tirreno anche mezza cassa
é sufficiente, per il motivo sopra detto, cioé
sarde di minor dimensione.
Ma da dove cominciare a strisciare?
Beh, in tirreno poco prima o mezzo miglio prima del ciglio
della secca su cui vogliamo ancorare, ma altre volte ed
in particolari situazioni ambientali possiamo scegliere
altre strategie del tipo:
In Adriatico centrale, per la numerosa presenza
di piattaforme metanifere può essere interessante
cominciare poco prima del castello di ferro, passargli vicino,
sempre pasturando, e proseguire per altro mezzo miglio fermandosi
così oltre il limite di divieto (550 metri di raggio
intorno al pozzo). Per la verità non si potrebbe
neanche navigare entro quella distanza, a voi la scelta
secondo la vostra visuale, ma attenzione esiste anche il
radar.
Che dire dopo il fermo pesca praticato in adriatico
nel mese di agosto di provare qualche volta nella fascia
(distanza dalla costa) dove operano i pescherecci
per la pesca del pesce azzurro? Questi si spingono anche
fino a 10-12 miglia dove la profondità dell'acqua
comincia ad essere interessante. Ma più che soffermarsi
vale la pena provare se nella propria rotta vi sono dei
pescherecci che nel giro di poco tempo dovranno salpare
le loro reti. Mezz'ora o un'ora basta per provare, ma anche
meno.
Si aspetta o si seguono, non alla loro poppa, finché
non salpano le reti, preavvisandoli via radio del tentativo
in atto. Rilasciare le proprie lenze nella zona in cui hanno
salpato le reti può portare a grosse sorprese e,
rilasciando qualche sarda ogni tanto, state pronti a ritirare
le altre canne, perché c'é chi avuto un triplo
strike contemporaneo. Immaginatevi il caos, già é
grande la sorpresa quando parte una canna, figuriamoci due
o tre nello stesso momento.
Dove non farla?
secondo un comportamento corretto è bene non effettuare
la strisciata sulla scia di una barca già in pesca
da un po' di tempo. E' probabile che questa barca abbia
il tonno che lentamente sta risalendo la sua scia; effettuare
una super pasturazione (strisciata) in questa zona spesso
può voler dire attirarlo sulla propria scia, allontanandolo
da quella della barca già in pesca. E' un comportamento
di rapina, poco corretto e non accettato dai più.
Se non volete incorrere in accese discussioni verbali via
radio o, una volta rientrati in porto, d'altra natura, è
consigliabile mantenersi lontani da altre barche; ma di
quanto? Mezzo miglio in adriatico non è sufficiente,
ma se questa non interseca la scia a poppa di quello già
in pesca, si può anche chiudere un occhio.
Dove fermarsi?
Dove c'è il vivo, cioè i branchi di pesce!
Due estati fa, siamo usciti per 50 gradi dal porto di Pesaro,
sulle 18-20 miglia abbiamo visto del movimento in superficie
(branchi di sarda ecc..), nonostante questo, siamo usciti
per altre 4 miglia. Così fuori non abbiamo più
visto la sarda o il novellame, e neppure il tonno.
L'estate scorsa, in pesca a 26 miglia per 85 gradi dal porto
di Pesaro, non abbiamo visto niente per tutta la giornata,
ne tonni ne branchi di sarda. La corrente ed il vento però
ci spingevano verso terra.
L'ecoscandaglio non aveva mai dato segno di vita, prede
o cacciatori che siano. Verso le 16.30 ci eravamo avvicinati
discretamente a terra, ad una distanza di circa 18 miglia
in verticale, (Senigallia) e sempre scarrociando l'eco ha
cominciato a segnalarci grossi branchi di sarda, fin a quel
momento assenti. Dopo neanche mezz'ora, dentro ad un esagerato
branco di sarda, (l'eco segnava da -10 metri fino a -40m.)
c'era lui, sua Maestà il tonno.
Dopo neanche un minuto che l'eco l'aveva marcato sul video.
BUMMMM !!!!!!!
164 Kg.
(In
Adriatico)
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