Riccola e . . . Cavalli
Luciano in arte "balestra"
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Coste Vadesi
Una mattina di fine Giugno, io (Luciano) nella foto, Matteo
e Rocco (per gli amici), decidiamo di effettuare
una battuta di pesca al largo delle coste vadesi.
La partenza era fissata per le 04:30 del mattino successivo
e come da programma, ci ritroviamo nel parcheggio antistante
il porticciolo di Vada.
Dopo aver alato il gommone (fedele compagno di tante uscite
in mare), facciamo rotta verso il "nostro" posto,
speranzosi in una bella giornata di pesca.
Una volta giunti a destinazione, notiamo alcune altre imbarcazioni
gia ancorate, compreso quella di Stefano, un assiduo frequentatore
della zona, uno di quei tipi (e ne conosco un altro, Massimo)
che se il pesce non c'è, lo fanno nascere loro.
L'aria era limpida, fresca e non tirava un filo di vento.
Inneschiamo le nostre canne con pezzi di sarda e via, lenze
in corrente
Passano alcuni minuti e sento una mangiata
padella clamorosa!
Tutto tace per un po', poi è le volta del Teo che
ferra e dopo un breve combattimento porta a tiro di mano
un bel cavallo (maccarello) di circa settecento grammi
perfetto!
Prendo la canna da traina e lo innesco con un amo 7/0 sul
muso. Filo in acqua venticinque metri di terminale in florcarbon
dello 0,52 e stoppo con il solito palloncino lasciando il
pesce ancora libero di allontanarsi verso nord-ovest per
circa venticinque-trenta metri.
A questo punto regolo la frizione del Tld 15, inserisco
il cicalino e posiziono la canna nel portacanne di destra.
L'alba fa da perfetta cornice a questo bel momento e tutti
e tre riprendiamo a pescare.
Rocco non ha ancora sentito una tocca e comincia a rimuginare
sugli errori che puo' aver commesso: "ora provo ad
aggiungere un piombino, quanto è lungo il tuo terminale?
" e via dicendo in una serie interminabile di ipotesi.
Poi sento una tocca ed allamo un' occhiata sui tre etti:
Rocco comincia ad innervosirsi e si fa taciturno. Sono circa
le 07:15, il sole è già alto nel cielo ed
è calma piatta.
Il silenzio ci avvolge, il mare è un enorme lago
immobile, ma sotto la superficie, il cavallo innescato da
sfogo a tutta la sua energia
Cominciano le danze, il cicalino del mulinello suona una
stupenda melodia e la signora dei mari ci concede l'onore
di un ballo
Le lascio ingoiare l'esca e ferro con decisione
il
combattimento è un classico con fughe poderose e
lente pompate da parte mia, ma alla fine, dopo circa dieci
adrenalinici minuti, intravedo sotto di noi la sagoma scura
di due pesci.
Non è la prima volta che mi capita una cosa del genere,
ma è stato davvero commovente vedere la ricciola
libera allontanarsi nel blu mentre issavo a bordo l'altra
ormai vinta
A questo punto, dopo aver scattato alcune foto, saremmo
dovuti rientrare di corsa, ma c'era un particolare da non
sottovalutare: Rocco non aveva ancora allamato un pesce!
Decidiamo allora di insistere ancora un po' con le canne
leggere e finalmente anche il nostro amico, che di soddisfazioni
in altri ambiti ne aveva avute fin troppe (vedi soprannome),
riescea portare a pagliolo una bella palamita seguita dalla
cattura di una ferraccia da parte dell'amico Teo.
Alle 9:00, soddisfatti della meravigliosa mattinata, salpiamo
l'ancora e facciamo rotta verso il porto di Vada, consapevoli
che ci aspettava ancora un importante compito, quello di
sistemare il pescato.
Colgo volentieri l'occasione per salutare gli amici di Rosignano
Massimo e Stefano con l'augurio di ritrovarsi
ancora per molti anni a pesca sulle stesse poste.
Luciano
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