nelle acque del Circeo
Andrea
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Circeo - Latina
Novembre 2007
FOTO
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Il tentativo effettuato con la tecnica della traina con
il piombo guardiano nelle acque del Circeo il pomeriggio
del 2 novembre scorso in compagnia di Carlo (Rapala
nel forum) e Gianluca (the Man nel forum) era stato
tutt'altro che confortante e dunque anche per il giorno
successivo non c'erano, almeno
sulla carta, grandi premesse di successo.
Ma se esiste uno sport in cui l'imponderabile è sempre
dietro l'angolo questo, lo sappiamo bene, è proprio
la pesca e la conferma di questa sacrosanta verità
è arrivata puntualmente la mattina seguente, quando
l'uscita effettuata in solitario con levataccia alle 4.30
di mattina mi fruttava, dopo soli 15 minuti di traina, l'allamata
di una grossa ricciola.
La possente partenza del pesce, avvertita sulla canna tenuta
in mano, mi ha destato in un attimo dal leggero torpore
in cui mi ancora mi trovavo a causa del concomitante effetto
del sonno e della ninna nanna cantata, nel silenzio grigio-azzurro
delle prime luci dell'alba, dal placido e monotono brontolio
del motore diesel del mio gozzo.
Non appena resomi conto che quel treno attacato alla lenza
non era un arrocco sul fondo bensì una possente lola,
ho iniziato un tira e molla durato un tempo indefinito (a
occhio e croce credo una mezz'oretta), durante il quale
solo l'energia prodotta dall'adrenalina mi ha impedito di
avvertire la stanchezza dei muscoli delle braccia, che con
il passare dei minuti si avvicinavano pericolosamente al
cedimento.
Il pesce, come tipico della sua specie, ha impostato il
combattimento sul fondo con lunghe e potenti fughe impossibili
da controllare se non nel momento in cui rallentava per
riprendere energie.
Durante questo tiro alla fune c'è stato solo un preciso
momento - quel momento che qualunque trainista che abbia
avuto una bella ricciola in canna si augura di non vivere
mai - in cui ho avuto netta la sensazione dell'irreparabile
e cioè quando ho sentito lo sfrigolio del terminale
sulle rocce del fondo. Superato tale momento critico il
pesce ha iniziato a fermarsi sempre più spesso ed
allora facendo appello alle energie residue - più
nervose che fisiche - ho iniziato a pomparlo senza permettergli
di rifiatare.
Di lì a poco la ricciola è arrivata sotto
la barca, una enorme macchia biancastra che ho iniziato
ad intravedere nel momento in cui mi sono sporto per togliere
il piombo guardiano. Quando la ricciola è giunta
a galla mi sono fermato un attimo ad ammirare le sue dimensioni
(che era grossa l'avevo capito ma non pensavo certo ad una
bestia simile!) e, constatato che tra i due contendenti
era lei ad essere più in debito di ossigeno, ho posto
termine alla partita recuparando gli ultimi metri di filo
ed alla fine issando il pesce in barca afferrandolo con
entrambe le mani sotto le grosse branchie.
Sarebbe probabilmente bastato qualche minuto di combattimento
in più e forse la lola se la sarebbe cavata perchè
non appena tirata in barca la doppiatura è letteralmente
scoppiata...ma, insomma, sappiamo tutti bene che dietro
ogni bel pesce c'è sempre anche una bella dose di
...diciamo ...buona sorte!!!
Sulla strada del ritorno incrociavo gli amici Carlo (Rapala),
Daniele (Boretto) e Gemma che per fortuna avevano
una macchinetta fotografica per immortalare l'inaspettata
cattura.
Alla pesa la riccia faceva fermare l'ago della bilancia
a 27,4 kg.
L'attrezzatura adottata per pescarla è composta da:
canna baltimora lb 12-20, terminale in fluorocarbon 0,50
e ami misura 4/0.
Andrea (Pesceserra nel forum)
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