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Indice Catture Anno 2008

    Rubrica Catture  :::   Anno - 2008

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Pesca traina

Leccia per la schiena

Stefano e Ciccio

Fiumicino

1 Settembre 2008

 

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E’ il primo giorno di settembre, io e mio cugino Alessandro da qui in poi sarà il Ciccio ci incontriamo verso le sette per una battuta di traina .

La barca una 5 metri ex barca vela con una piccola cabinetta e albero e deriva rimossi, ci aspetta a Fiumicino a poca distanza dal ponte mobile, imbarchiamo tutto l’occorrente e filiamo via verso la foce del Tevere navigando fieri tra le paranze ormeggiate.

 

Arrivati a mare il panorama è mozzafiato, la giornata è spettacolare, il vento del tutto assente e il mare sembra olio le condizioni ideali per una bella battuta di pesca .

Il Ciccio avvezzo a trainare in queste acque, lo fa ogni volta che ha un momento libero, prepara l’attrezzatura installando due cannette da traina leggera a poppa e due lunghe canne da surf casting a destra e a sinistra della barca, dice che così le lenze rimangono lontane tra loro e non finiscono per aggrovigliarsi.

 

Ecco ci siamo si scorge subito qualche alicetta saltare le canne sono in pesca e il piccolo 8 cv frulla allegro a poppa spingendoci intorno ai 3-4 nodi.

 

Decidiamo di dirigerci verso focene zona che a detta del gran pescatore (Il Ciccio) è ricca di lecce stella, dimenticavo come esca trainiamo delle piumette auto costruite di due taglie diverse una adatta alle stelle e l’altra più robusta per le palamite il nostro umore è dei migliori e gonfi di speranza continuiamo la nostra azione di pesca….

 

Sono ormai le 11 il sole è alto ma di pesce neanche l’ombra e della famigerata mangianza nulla… i gabbiani riposano galleggiando pigramente sopra un mare praticamente fermo, e vista la poca attività a bordo decido di dare due morsi ai viveri che ci siamo portati dietro mentre il sole ci martella senza nessuna pietà.

 

Cosi preparo 4 bei panini a base porchetta di Ariccia e prosciutto crudo… mi piace il mare ma vivo in campagna nei pressi dei castelli romani.. nel frattempo il Ciccio chiama due suoi amici anche loro profondi conoscitori della zona e probabilmente a traina come noi, da li veniamo a sapere che uno dei due ha incannato un paio di palamiti la mattina sul presto ma poi più niente, ci saremmo risentiti più tardi..

 

Il sole ormai brucia ma si è alzata una lieve brezzolina che complice l’abbondante pasto ci dà una pesante sonnolenza e intanto il piccolo motore continua a frullare.

Quando ormai Morfeo si era impadronito di noi l’inconfondibile sibilo di uno dei nostri mulinelli ci sveglia di soprassalto il tempo di realizzare chi fossimo e soprattutto che stavamo andando alla deriva, afferro la canna per il recupero, il pesce è veloce e combattivo ma non offre molta resistenza quando ormai è nei pressi della barca scorgo la sagoma argentea di una bella stella ma faccio appena in tempo ad ammirarla che si slama e sparisce nel blu lasciandomi a mani vuote.

 

La mente torna rapidamente al pensiero che trainavamo sotto costa dormendo e che se non fosse stato per la leccia stella avremo potuto arenarci in spiaggia o peggio sugli scogli con chissà quali conseguenze, comunque tutto è bene quel che finisce bene.

 

Ormai ben svegli decidiamo di cambiare posto dirigendoci verso le bettoline dove ancorano le petroliere al largo di fiumicino, si vede che è settembre in mare non c’è praticamente nessuno rimangono solo i segni di tutte le unità che affollano il mare di Roma durante l’estate, un enorme quantità di detriti galleggianti e in un punto dove convergono le correnti c’è di tutto bottiglie buste di plastica cassette di polistirolo e addirittura un cinescopio .

 

Dopo qualche minuto il nostro piccolo motore comincia a fare i capricci si spegne e non vuole più saperne di continuare a pescare insieme a noi, così vado per avviare il motore principale un potente jhonson 20 cv del milleottocento…

scherzo ma non troppo!!!

 

E mi accorgo che sull’elica del’8 cv c’è avvolto un sacco di plastica di quelli neri da spazzatura condominiale, provo a liberare l’elica ma niente da fare è proprio incastrato e in questo tratto di mare è pieno di meduse impossibile rimanere in acqua, risalgo e decidiamo di ripartire con il venti cavalli che borbotta al minimo, il nostro morale ormai è sotto le suole delle ciabatte da mare, ma non molliamo si torna a casa solo dopo il tramonto!!!!

 

Siamo quasi nei pressi delle bettoline quando scorgiamo le sagome dei gozzetti dei nostri amici intenti anche loro a trainare, aguzzando la vista e spingendola ancora oltre le imbarcazioni il Ciccio dice di aver avvistato i gabbiani intenti a pescare, io non noto niente di strano ma mi fido aumentiamo un po l’andatura e facciamo rotta verso i gabbiani.

 

Man mano che ci avviciniamo lo scenario si fa chiaro è mangianza!, il pesce salta fuori dall’acqua i gabbiani impazziti si tuffano il mare ribolle , fino adesso avevo solamente sentito parlare di questa cosa ma non avevo mai avuto la fortuna di imbattermi in un evento del genere è uno spettacolo incredibile migliaia di pesci che mangiano o vengono mangiati.

 

Il Ciccio ormai è in delirio urla ai mulinelli, le due canne più lunghe si flettono all’unisono le frizioni dei mulinelli fischiano ci siamo è il momento che speravamo arrivasse ormai da tempo, iniziamo il recupero senza modificare l’andatura per evitare che le altre due lenze si impiccino tra loro, i pesci tirano e con le canne così lunghe lo sforzo per il recupero è enorme ormai i pesci sono a portata di coppo sono 2 fantastiche palamite di circa mezzo metro che una volta sul paiolato si contorcono e saltano con un energia incredibile, tempo di filare di nuovo le lenze in acqua ecco che una delle due riparte nuovamente e poi di nuovo e di nuovo ancora.

 

Ad un certo punto ci ritroviamo con due lenze in barca con i pesci ancora attaccati e una terza in recupero come issiamo a bordo il terzo pesce si slama da solo e inizia a saltare tra le lenze creando in pochi secondi un enorme parrucca di mulifibra che mette a riposo tre canne in un solo colpo.

 

Mentre io continuo la pesca con la sola canna rimasta il mitico Ciccio in preda alla follia più pura taglia tutto e ricostruisce a tempo di record le tre lenze distrutte, quando ormai le tre canne erano quasi pronte parte l’ultima canna in pesca ovviamente una di quelle da surf casting già dalla prima ferrata mi accorgo che qualche cosa non andava il mulinello era inchiodato l’archetto non voleva saperne di girare di colpo la frizione ormai stretta per il recupero parte di nuovo reggo a malapena lo sforzo ,incredibile la bobina del mio scepter non smette di girare ormai il pesce si è preso quasi tutto il multi fibra a disposizione quando finalmente rallenta e pompando inizio il recupero dopo circa 5 minuti ecco il galleggiante piombato apparire sotto la barca e dietro di lui una stupenda palamita che come arriva a portata di mano riparte alla grande… il tutto finisce con il suono metallico di una corda di chitarra che si spezza e il pesce riconquista la meritata libertà, evidentemente la nostra attrezzatura non è adatta a pesci di questa potenza..

 

La pesca continua per un ‘altra mezzoretta a suon di mulinelli fischianti dopo di che ormai stanchi, insanguinati e felicissimi decidiamo di aver pescato abbastanza così facciamo rotta verso casa con a bordo tanto pesce tra palamite maccarelli e sugheri. Una giornata indimenticabile cominciata così così ma finita nel meglio dei modi soprattutto per me che sono un bolentinaro della domenica e al massimo avevo issato a bordo un pagello di 4 etti.

 

Chissà quando avremo la fortuna di imbatterci in una mangianza di queste proporzioni in un mare così sfruttato e sporcato da chi dice di amarlo ma non ha la coscienza necessaria per riportare a terra la pattumiera…

 

Grazie Stefano

 

 

 

 

 


 

 

 

 

16 Settembre - 2008