Le mie ferie d'oro
Orazio e Miro
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Adriatico
Anno 2007
Le previsioni del tempo erano negative, ma il mare era
bello, c'era un leggero vento di libeccio che presto doveva
cambiare in maestrale, poichè ero in ferie, non volevo
sprecare neanche un secondo di tempo, così decisi
di uscire lo stesso.
Infatti, dopo aver pescato le aguglie in fretta e furia,
via per il magico posto dei "giganti". Innescato
l'aguglia con terminale 0,62 a tre ami, una volta in acqua
nella profondità di 8 metri con il monel, aspetto
con pazienza che si pieghi la mia Baltimora 20/30 lb e,
dopo neanche 10 minuti, ecco che incomincia a cantare il
magico mulinello Penn, con la canna che si piega un bel
po'.
Ma neanche il tempo di prenderla in mano che il pesce forse
una ricciola, si salva tra le rocce facendo intrecciare
la lenza. Con pazienza recido il monofilo restante e ne
preparo uno nuovo con le mie mani tremanti di emozione.
Di nuovo in pesca e, poco dopo vedo piegare la mia canna.
Con soddisfazione riesco a portare sul gommone, devo dire
con estrema facilità data l'attrezzatura un po' pesante
per il pesce, una bellissima leccia di 5 chili.
Nel frattempo da libeccio il vento si sposta a maestrale
ma decido lo stesso di continuare a pescare trainando verso
la base. Di nuovo la canna che si piega e il cicalino suonare.
Non voglio allungare il racconto, però me la sono
vista non per niente bene, col maestrale che soffiava forte
e il mare che si alzava, il pesce che opponeva una grande
resistenza, ed io che ero tra il recidere la lenza e tornare
via verso il porto.
Decisi di rischiare e con grande fortuna riuscii a imbarcare
una spendida leccia, quella nella foto, la più grossa.
Dedico questa cattura a mio figlio Miro.
Ciao Orazio Piccirilli
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