Piattaforme Adriatiche
|
|
Traina autunnale di superficie
E' bella e anche questa è sui 2 chili circa, ma
alla vista dello scafo il pesce riparte riprendendosi una
decina di metri di filo. Al successivo passaggio il pesce
é' ormai esausto e Cippo prepara il guadino.
E' nel pozzetto.
Siamo entusiasti, non stiamo nella pelle e dell' appuntamento
di Lele ce ne scordiamo completamente.
Non ci sembra possibile che dopo circa 10 minuti di traina
abbiamo già due pesci a pagliolo. Ora tocca a me,
poi all'ennesimo giro di nuovo Lele, nuovamente Cippo che
tirando troppo schianta il nylon terminale dello 0,40,
l'artificiale era nuovooooo!!!
Ma subito ne rimettiamo in acqua un altro, questa volta
un 11 cm modello sgombro normale.
Passiamo dritti senza curvare la rotta e quando il rapala
è sulla zona ideale, niente di fatto, ma nel rimettere
la barca in posizione per il successivo passaggio, viriamo
leggermente la rotta e la canna si piega nuovamente, grande
emozione e di nuovo Lele in canna, ma sbaglio e continuo
a virare, ci troviamo quindi con la prua verso il pesce,
il filo è quasi in bando perché l'azione di
recupero non è sufficiente.
Mi accorgo di aver sbagliato manovra e poco dopo ne abbiamo
la conferma, il recupero veloce del filo non é sufficiente
e così dopo poco slamiamo la palamita.
Peccato, ma non è grave, e non ci preoccupiamo
più di tanto, di palamite ce n'è un mare.
Non ne abbiamo viste mai così tante, e non sono localizzate
in un determinato punto bensì sono dappertutto intorno
la piattaforma.
Al successivo passaggio prendiamo un luccardo subito liberato.
Dopo circa 40 minuti le ferrate si fanno più rare,
probabilmente il pesce si è abituato a quel coso
che vibra e luccica, sarebbe ora di mettere in acqua un
9 cm, di colore diverso, magari un testa rossa oppure usare
una piuma piombata visto che il pesce staziona pochi metri
sotto il pelo dell'acqua. (ved. esche
artificiali e reticenze del pesce)
Ma qualcuno si è ricordato dell'appuntamento e
con all'attivo 6 palamite, 2 slamate dopo un breve combattimento
e una che ha schiantato il terminale, ci riteniamo soddisfatti;
con rammarico mettiamo la prua verso il porto con rotta
di rientro.
A pensarci prima avremo dovuto dedicare meno tempo al
bolentino e più la traina alle palamite.
Era la prima volta che ci capitava una situazione così
favorevole.
D'estate, pur essendoci, le palamite si trovano alla profondità
del termoclino (20 metri circa) ed é più facile
insediarle con il bolentino di profondità o con il
light drifting, magari in notturna. Stiamo parlando sempre
di zone attorno alle piattaforme metanifere.
Alle volte, sempre in estate le palamite si possono trovare
anche in branchi qualche miglio fuori le piattaforme, ma
solo per brevi momenti cacciano in superficie, spingendo
la minutaglia a galla, preda anche dei gabbiani.
Nel periodo estivo sono molti gli equipaggi che effettuano
la traina di superficie con artificiali, ma le catture non
sono così abbondanti come nel periodo autunnale,
ottobre-novembre.
Spesso é l'impiego del downrigger che permette agli
artificiali di pescare più a fondo, e di effettuare
qualche cattura in più del normale.
Ritornando al racconto dell'uscita a traina a palamite,
vi sarete accorti, durante la descrizione, di alcune cose
da mettere in pratica o meglio da evitare; cerchiamo ora
di riassumerle.
La palamita è un pesce abbastanza diffidente e se
si passa con la barca sopra la mangianza, mantenendo la
rotta costante, è facile non riscontrare allamate.
E' bene quindi passare con la barca a lato della mangianza,
virando solo successivamente così da far passare
le sole esche artificiali nella zona ritenuta opportuna.
Ma per molti è abitudine effettuare passaggi rettilinei
radenti le piattaforme, perché spesso il pesce è
"sotto i pali", in questo caso c'è chi
prende e chi no.
Ma in queste situazioni chi è che prende la palamita?
Sono sempre quelli che dichiarano di lasciare dai 90 ai
100 metri di lenza fuori dalla barca.
In questo caso è importante che l'artificiale fuoriesca
dalla scia, dando più filo, facendo in modo che quando
il pesce ritorna in posto dopo il passaggio della barca,
trovi l'arrivo dell'artificiale.
Molti sostengono giustamente che la palamita attacca l'artificiale
quando la barca virando sulla rotta prestabilita, rallenta
la velocità di traina. In realtà è
perché l'esca uscendo dalla scia viaggia in una zona
non disturbata dai motori.
La velocità di traina ottimale è fra i 3,5
-4,2 nodi, ma sono state prese palamite anche sui 7 nodi
trainando con la cotenna di maiale finta. Gli artificiali
affondanti con paletta metallica viaggiano ad una profondità
di 3 metri circa sotto il pelo dell'acqua.
( Segue
) »»
|