Lampi & Lampughe
Roberto
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Carlo Riva di Rapallo - Maggio 2007
FOTO
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Si prende il mare verso le 6.30 di Sabato 26 Maggio, con
i primi goccioloni che iniziano a cadere da un cielo livido
e carico di pioggia e un mare animato da un'onda lunga di
scirocco sempre piu' formata. Puntiamo decisi verso il largo
con prua per 180 gradi uscendo dal Carlo Riva di Rapallo.
Nei pressi della batimetrica dei cento metri con movenze
da consumati equilibristi il mio socio ed io mettiamo le
canne in pesca, due sui divergenti a lungo 50 e 60 metri
dalla poppa con bird e jet di medie dimensioni e due piu'
corte in scia con x rap e popper con piombo a sgancio rapido.
L'onda al mascone è gonfia e potente, ma ancora non
frange.
Il nostro mezzo nautico è assolutamente adeguato
alle condizioni meteomarine quindi, avendo l'accortezza
di tenere sempre una mano per la barca (e per le canne)
e l'altra per se stessi non corriamo nessun azzardo.
Il cielo là verso ponente è sempre piu' scuro,
illuminato da bagliori sinistri. Il vento aumenta e le creste
iniziano a frangere spazzate da raffiche gagliarde.
Riparati nel comfort della postazione di guida ben protetta
con i tergicristalli che lavorano incessantemente, buttiamo
un occhio alla prua e l'altro alle lenze fluorescenti che
rosse e gialle si stagliano contro il blu del mare e il
nero del cielo, ondeggiando al ritmo imposto dalle onde.
Nessun altra imbarcazione in vista, siamo i soli arditi
che hanno deciso di tentare la sorte. Un bagliore intenso
accompagna un lampo che taglia in due il cielo e illumina
in mare.
Sembra una premonizione, non passano che una manciata di
secondi e uno schiocco secco accompagna lo sgancio della
pinza dell'outrigger di dritta, seguito dall'allegro gracchiare
del mio Everol che garrisce nella pioggia. Mi butto un cappello
in testa e mi fiondo sulla frizione che continua a regalare
filo in posizione di strike. Mi aspetto, a dire il vero,
una resistenza maggiore di quella che sento di primo acchito.
Incomincio a recuperare dolcemente, chiudendo ancora un
po' la leva ma non sento le caratteristiche puntate tipiche
dei tunnidi.
All'improvviso ecco un balzo lì a poppa
un'arcobaleno
di colori si staglia in lontananza contro il cielo scuro.
Una splendida lampuga dà battaglia all'altro capo
della lenza. Il socio alle manette mette il mare in poppa,
lascia un solo motore al minimo con l'autopilota a lavorare
per noi e scatta in pozzetto a liberare il campo.
Lo spettacolo è bellissimo: il vento e la pioggia
ci sferzano il viso, le onde sollevano ritmicamente la poppa
mentre il calcio della canna solidamente alloggiato nella
panciera si adatta al ritmo del mare e alle fughe del pesce.
Ancora un salto, un altro e finalmente si intuisce la sagoma
azzura e blu che nuota ancora potente avvicinandosi al giardinetto.
Dubbio amletico: raffio, guadino o rilascio?
Il mare è troppo gonfio.Tentare una raffiata puo'
proiettare il raffiatore fuori bordo. Il pesce è
troppo grosso per entrare con facilità nella bocca
della rete. Tagliare il filo non è certamente agevole.
Andiamo per la scelta piu' conservativa: cerchiamo di infilare
almeno la testa nel guadino e se si libera pazienza, vuol
dire che è giusto così.
Primo tentativo a vuoto, ma lei è lì sempre
bellissima e ancora gagliarda. La stanco ancora un pò
e riprovo: stavolta la grossa testa camusa è dentro,
la sollevo con due mani e la proietto nel pozzetto.
Eccola, è lì meravigliosa nella sua livrea
arcobaleno che ci guarda chiedendo di essere ridata al suo
elemento. Veloci foto di rito. E' bellissima e di taglia
inusuale per le nostre zone. Sono davvero sul punto di ridarle
la libertà, è una creatura magnifica che ha
combattuto bravamente, lo merita. La voce del mio socio
che già sta assaporando il morbido e profumato sapore
delle carni debitamente cucinate mi riporta alla realtà:
"non ci pensare neanche, domani grande grigliata per
tutti !!" .
Non me la sento di discutere, forse ha ragione lui. E
poi nel profondo di ogni pescatore si annida il diavoletto
tentatore che sempre chiosa: "non rilasciare, non rilasciare
nulla..."
Mi arrendo, ma so che poi non saro' contento di me.
Regalo una morte rapida e dignitosa a un fiero combattente
e l'arcobaleno dorato si affievolisce e scompare nel passaggio
dalla vita alla morte.
La pesiamo subito prima di metterla al fresco dell'igloo:
5,7 kg un esemplare maschio davvero notevole. La giornata
ha dato di meglio e di piu' di quello che avremmo potuto
immaginare.
Rientriando una bella palamita decide di far compagnia alla
regina che ormai è pronta per il forno. Il giorno
successivo con tutti gli onori la lampuga cucinata al cartoccio
con gran maestria ha deliziato cinque commensali con le
sue carni deliziose e aromatiche. Nulla è andato
sprecato. Anche il gatto Gaspare ha gustato guance e lische
con sommessi miao di ringraziamento.
Grazie per tutto quello che ci hai regalato grande e indomito
combattente, chapeau' !!
Roberto
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