Ricciolona!
Stefano, Gigi, Michele e Gianpaolo
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Cagliari
FOTO
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Seriola dumerilii, definisce un pesce dalla linea slanciata
e fusiforme, con una compressione laterale; testa proporzionata
al corpo con bocca ampia armata di numerosi denti sottili.
Coda potente con lobi aperti etc etc, leggi e rileggi le
varie pubblicazioni nel frattempo le palpebre diventano
sempre più gonfie di sonno, ma rimane ancora il tempo
per leggere lultimo articolo sul vertical jigging,
specialità mai praticata sin dora ma sotto
controllo dal lontano giugno 2005 dopo avere letto più
incredulo che incuriosito il solito articolo sulle solite
riviste specializzate del settore.
Il mare, lamico di sempre, e li fuori in attesa,
in segno di sfida mi mostra la sua più proverbiale
imprevedibilità, calmo, liscio come neanche il più
appartato laghetto alpino potrebbe essere, ma che in poche
ore potrebbe diventare cattivo sotto una bella levantata
che da queste parti e di questi tempi non manca mai.
In questa primavera che non vuole decidersi a migliorare,
forse era meglio rimanere a Milano, penso e ripenso a tutte
le battute di pesca effettuate in questo mare e lo vedo
ancora bello, verde e blu con chiazze scure che filano veloci
sotto la barca per raggiungere la posta prescelta ed ideale
per poter provare questa nuova, si fa per dire, tecnica.
La canna è una 12 libbre armata come le regole comandano
il Jig controllato e ricontrollato più volte, tutto
a posto.
Il sole si è levato da meno di un ora e trovo strano
che uno come me sia in mare a quellora visto il metabolismo
molto lento che posseggo quando debbo mettere i piedi per
terra, ma questa mattina evidentemente lho fatto senza
alcun problema, del resto da ricordi lontani, il mattino
ha loro in bocca mi si diceva, chi dorme non piglia
pesci, e se volete aggiungerne una in più, avete
fotografato la mia indole piscatoria. Ma sono li un po infreddolito
che bevo caffè e fumo per mantenermi sveglio; dopo
questa colazione si inizia a fare sul serio.
Si cala il Jig e si comincia a praticare iniziando col
short jerking, strana espressioni tecnica che porta ad avere
un avambraccio inondato di acido lattico in men che non
si dica. Cosi facendo al contrario della traina non puoi
neppure fumare, bisogna sempre essere sul pezzo con pazienza
e continuare con il movimento alto basso, recupera, High
pitch, short jerk, e via con tutto quello che hai letto
e credi di avere imparato. Non succede niente; solo il gomito
e lavambraccio urlano vendetta in cielo, ma la tecnica
ancora una volta mi viene incontro. Long jerk è la
risposta.
Per questa tecnica una cintura stand up è lideale
ma la stanchezza è possente e quindi calma e riposo
per alcuni minuti sperando di recuperare un po di forze
. In mare non si muove nulla, non si vedono imbarcazioni,
non si vedono pescatori, mi rendo conto di essere SOLO.
A far male non è solo il braccio ma anche il collo
inizia ad intorpidirsi me ne rendo conto, per la schiena
poi è meglio che al più presto mi rivolga
ad un buon chiropratico.
Vogliamo darci per vinti? Ma neanche per idea si ricomincia
con più foga e con più voglia di prima sino
al raggiungimento di quella musica che solo noi conosciamo.
Distinguere i colori del dinema che esce dal mulinello è
impossibile, e si che cambia ogni 10 metri, è un
arcobaleno bellissimo che ti porta a vedere il filo bianco
che va, va e non si ferma mai, ferrare vorrebbe dire fare
un tuffo in mare e viste la temperatura dellacqua
direi che non è il caso, meglio lasciare che la sfuriata
termini in qualche modo e dopo, solo dopo iniziare quel
lento recupero sperando che ci sia ancora qualcosa alla
fine della lenza.
Ed in effetti cè. Pesante e potente. Il dinema
in tensione riporta tutti i movimenti e tutte le testate
che il pesce riesce a dare per cercare la sua libertà.
Non avverto più nessun dolore la schiena lavora come
fosse un Caterpillar in azione, le braccia assecondano ogni
qualsivoglia movimento della canna senza avvertire lo sforzo,
solo il collo sembra più indolenzito e dolorante
ma non ci si può fermare, la lotta senza quartiere
continua e capisco che sta venendo.
Chi dei due sia più stanco non lo saprei dire ma
se io sono arrivato alla soglia, lui non deve essere troppo
lontano per cui cerco di recuperare nei meandri di non so
quale muscolo la forza per pompare ed avvicinare quel pesce
grandioso che senza dubbio reputo allincirca 40 kg.
Lo vedo a galla e so perfettamente che come vedrà
la barca ripartirà come una furia e mi annienterà,
mi lascerà interdetto stanco e distrutto nel fisico
ma non vinto. Il collo non lo sento più, mi fa male,
un male da urlo ma non devo mollare, lo vedo sempre più
vicino e sono convinto che non ne ha più neppure
lui, anzi una volta sotto la murata della barca sembra quasi
strizzare locchio per la bella lotta sin li disputata.
E un pesce fenomenale con colori a dir poco indescrivibili,
grigi argentei che se non si vedessero bisognerebbe inventarli,
sfumature verdi e blu che ricordano il mare sottostante,
talmente bello che è veramente un peccato non ridagli
la libertà. Sembra quasi che mi ringrazi per il gesto,
ma proprio in quel momento apro gli occhi e mi ritrovo sul
divano, in una posizione talmente sciagattata da non poter
più muovere il collo e con un braccio penzoloni che
forzava sul gomito immobilizzato. La tele anche lei era
stanca di trasmettere e mostrava tutta la neve possibile
sul canale.
Io ad onor del vero lho sognato ma una volta arrivato
sul molo a Cala Verde e non poter uscire per il mare più
che mosso sono stato avvisato dai responsabili del porticciolo
che una barchettina stava rientrando con la ricciola che
si può vedere nella foto. Complimenti ai quattro
ragazzi che con la tecnica del Jigging lhanno catturata,
chi mi hanno permesso di fotografarla ma che non hanno avuto
il coraggio di rilasciarla, a volte però li capisco.
Il sogno sarebbe stato completo.
Mario
PS: La ricciola è stata pescata da Stefano con gli
amici di Cagliari Gigi Michele e Gianpaolo, e, cone si nota
dalla foto è difficile indicare chi dei quattro è
il più felice
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