Aguglia imperiale
Roberto
|
|
Agosto 2007 - Portofino
FOTO
ingrandita » ( 65 Kbyte )
Il tonno diventa
aguglia imperiale
Giornata assolata e calda, mare perfetto lasciamo l'ormeggio
di buon mattino con mio nipote Stefano, giovane virgulto
poco piu' che ventenne, esordiente in barca, inaugurando
la stagione vacanziera con la prima un'uscita a traina al
largo di Portofino.
Obiettivo dichiarato: tonni di branco che sappiamo essere
presenti in zona.
Punto deciso verso il largo a buona velocità per
guadagnare la batimetrica dei mille e caliamo un pattern
di quattro lenze due corte con dacron piombato e rapala
magnum e due filate lunghe in superfice con birds e rispettivamente
jet da 16 lures e killer rinforzato che già tante
soddisfazioni mi ha regalato
un po' di scaramanzia
non guasta mai.
Dopo un'oretta di traina a velocità di 7 nodi circa
senza aver visto alcun segno premonitore ecco che la Tiagra
30/50 con rapalone in livrea sgombro parte cattiva, facendo
cantare l'Everol che rilascia dacron a gran ritmo. Stefano
che si trova seduto proprio di fianco alla canna in questione
schizza in piedi con un salto e mi guarda con aria interrogativa.
Mollo le manette mantenendo una velocità minima e
dopo aver assecondato la prima fuga estraggo la canna accomodandola
nella pancerina. Dalla potenza delle fughe è sicuramente
un bel tonnacchiotto che dopo averci illuso per buoni 5
minuti riesce a liberarsi dal rapala lasciandoci con un
palmo di naso e l'ancoretta raddrizzata
però
!!
Il primo strike è arrivato, peccato non essere riusciti
neppure a vedere il nostro avversario. Riprendiamo a trainare,
fiduciosi di ottenere a breve una replica, magari con esito
piu' fortunato. Il tempo passa, le miglia macinate aumentano,
ma non si vede piu' nulla. Calo anche un bel teaser a ombrello
con octopus chains blu e viola che viaggia appena sotto
la superficie.
Chiedo a mio nipote: "allora, che direzione prendiamo?"
e lui sfacciatamente sicuro "andiamo verso la punta
rientrando a terra". Obbedisco, non si sa mai
Siamo sulla batimetrica dei cinquecento circa quando la
canna filata piu' a lungo con il killer parte: non ci speravo
piu' ma evidentemente il consiglio del carneade ha funzionato.
Ci rendiamo subito conto che non è un tonno di branco.
La fuga è piu' lenta anche se continua. Mah, sarà
forse una lampuga. Inizio a recuperare e ogni tanto il filo
tende ad allentarsi, come se il pesce seguisse la barca.
Non sarà un tombarello che gioca a fare il pesce
grosso ? Il pensiero viene subito cancellato da una seconda
fuga, potente e continua che fa ancora crescere il dubbio
di cosa ci sia dall'altra parte. Finalmente il bird è
piu' vicino e dietro intravvedo un lunga sagoma grigio argentea
ancora due giri di manovella ed ecco che emerge splendida
con il killer infisso nella punta del rostro lei, il sogno
di ognuno di noi: l'aguglia imperiale !!
Ragazzi il culo dell'esordiente non ha limite tanto è
sfacciato. Cerco di mantenere la calma, nonostante la posizione
dell'artificiale suggerisca ottime chanches di perdere il
pesce. Stefano, prendi la macchina fotografica e scatta,
così se lo perdiamo abbiamo comunque il ricordo !!
Partono I primi scatti e l'aguglia incomincia seriamente
a cercare la libertà con scatti e salti sottobordo
che cerco di assecondare al meglio. Ormai è a tiro:
è davvero meravigliosa e di dimensioni ragguardevoli.
Siamo al dilemma di sempre: raffio o libertà ?? E'
la prima della mia carriera di angler mediterraneo e l'egoismo
della cattura grida a squarciagola.
Decido rapido: Stefano prendi il raffio (neppure sapeva
cosa fosse prima di uscire), la porto sottobordo e vai con
un colpo solo e preciso. Uno solo, se la prendi è
nostra, altrimenti si è guadagnata la libertà.
Lascio al fato il destino di questo splendido avversario.
Ecco, siamo al momento della verità, il raffio parte
con un movimento scomposto ma ahimè letale per il
rostrato: con la ormai collaudata fortuna del principiante
il gancio colpisce profondo e preciso, non lasciando scampo
al pesce.
Lo issiamo a bordo addomesticandolo immediatamente con il
bat. Merita una morte rapida e dignitosa. I suoi grandi
occhi rimangono azzurri e spalancati chidendosì il
perchè nel passaggio tra la vita e la morte. Poi
la gioia per la cattura ha la meglio e l'euforia prende
il sopravvento.
La misuriamo immediatamente: 168 cm per 13,5 kg. di peso,
davvero un bel pesce.
Foto di rito e rientro in porto dove diveniamo oggetto di
pellegrinaggio da parte di un po' tutti gli anglers locali.
E' il nostro momento di gloria che assaporiamo, anche se
un velo di tristezza mi pervade guardando l'eleganza della
preda che fino a poco prima nuotava libera e maestosa e
che ora giace immobile nel pozzetto.
Una grande giornata che difficilmente dimenticheremo. Chissà
mai quando un'altro pesce del genere incrocerà le
mie lenze. Se ci sarà una seconda volta la decisione
è già presa e sarà il rilascio. Quasi
dimenticavo: mio nipote è diventato ospite fisso
di tutte le uscite estive, e debbo dire che ha imparato
molto e soprattutto non ha perso una caratteristica fondamentale
di un buon angler: un culo di proporzioni olimpiche !!
Roberto
|