Che Spettacolo !!
Antonio | |
Focene FOTO
ingrandita » ( 80 Kbyte ) Che spettacolo, proprio quando
stavo perdendo le speranze, dato che non riuscivo a pescare un'aguglia viva da
innescare....! Giorno 14 ottobre 2006, la mattinata si presenta
delle migliori, clima mite, vento zero, ore 5,40 decido di partire alla volta
di Focene, mi assicuro, come faccio sempre di avere tutto l'occorrente
per provare la pesca a teleferica, sempre che ci sia dell'esca viva. La teleferica,
che sicuramente conoscerete, è quella tecnica che si effettua da terra
con dell'esca viva, preferibilmente aguglie, ma in alternativa possono andare
bene anche mugginotti. Giunto sul posto, mi accorgo subito e con piacere che il
mare è calmissimo e c'è attività in superfice, prima che
inizi ad albeggiare sono già pronto con la canna ad aguglie. A
Focene mi sistemo sul primo molo di grossi massi e lungo circa un centinaio di
metri. Purtroppo di aguglie neanche l'ombra, nel frattempo avevo già provveduto
ad un lancio con la canna da innescare con il vivo, con piombo da 120 gr. E' vero
che quando vorresti che il tempo si fermasse, scorre invece sempre più
velocemente; erano ormai le 8,30, ma proprio mentre stavo perdendo le speranze,
ecco una bella aguglia, come le definisco io da "bocconcino". Provvedo
subito ad innescarla con due ami, su terminale da 0,35 per circa 80/90 cm e gli
ultimi 40/50 cm cavetto rivestito, termosaldante da 20 libre. L'aggancio al filo
madre, lanciato con 120 gr, con un grosso moschettone che faciliti appunto la
"teleferica" scorrendo fino in mare. Non appena l'aguglia arriva in
mare, blocco la canna fra i massi e riprendo i tentativi nella cattura di altra
esca viva, buttando di tanto in tanto l'occhio verso l'altra canna. Noto
che l'aguglia non è scorsa bene in acqua, infatti il terminale dove è
innescata, esce dal mare per circa la metà della sua lunghezza, provvedo
quindi con dei colpetti alla base della canna a facilitarne il definitivo affondamento.
La cosa è riuscita, forse anche troppo bene, infatti il terminale è
sparito in acqua anche con una certa ed insolitavelocità.
Sono quindi rimasto un pò a guardare il puntale, ma questo aveva dei leggeri
movimenti, a mio parere causati dal muoversi dell'aguglia. Ho quindi incastrato
nuovamente la canna fra i massi è ho ripreso l'attività di ricerca
del vivo, ma dato che le aguglie sembravano essere state inghiottite dal mare,
ributto l'occhio verso l'altra canna, i leggeri movimenti della punta continuavano,
anzi si erano fatti più insistenti e consistenti, allora ho capito che
c'era qualcosa che non funzionava o funzionava troppo bene. Neanche
il tempo di immaginare cosa potesse essere a far muovere la punta in quel modo,
che parte la frizione in un modo pazzesco, quel rumore così forte ed improvviso
ancora mi risuona nelle orecchie. Ferro la canna e non nego di aver avuto dei
problemi a sganciarla dai massi, tanto che era piegata. Riuscito
in tale operazione, ho subito capito che qualcosa di grosso era venuto ad assaggiare
la mia aguglia ed era ormai ben allamato, tanto che il mio tentativo nella ferrata
risulta inutile, mi e sembrato aver agganciato uno scoglio, così tanto
dura era la resistenza. Il pesce ormai aveva preo un bel vantaggio,
circa 100 metri di lenza e non accennava a rallentare, i pensieri che mi balenavano
per la mente erano tanti, il più atroce era quello di essere costretto
a tagliare se non avesse accennato a rallentare la frenetica fuga. Ma proprio
mentre pensavo e ripensavo, il pesce non tirava più, anzi la lenza iniziava
a "mollarsi", quindi credendo che si fosse smoccato, ho iniziato a recuperare
e così facendo, sono riuscito ad imbobinare quasi tutta la lenza, ma non
si era smoccato, aveva solo cambiato direzione di fuga e veniva dritto verso di
me, giunto a circa 30 metri un guizzo fuori dall'acqua mi ha fatto capire di che
si trattava, un fantastico serra, che proprio non ci stava a finire nel guadino
e sinceramente, vista la mole, anch'io ho iniziato a temere che non ci sarebbe
mai entrato. Dopo circa 20/25 minuti, di frenetico combattimento,
il serra sembrava sfinito, il mare calmissimo però, non mi aiutava nel
recupero. I piccoli pesciolini, all'avvicinarsi di un così temibile predatore,
saltavano fuori dall'acqua, quasi a volersi catapultare sulla massicciata. Il
serra sbatteva la coda sulla superfice dell'acqua, ma visto che ormai già
non tirava più ho capito che aveva sicuramente inghiottito un amo, allora
ho capito che era tempo di agire. Ho messo il guadino in acqua e
dopo aver con forza trascinato il serra sopra di esso, sono riuscito a guadinarlo,
ma l'ho dovuto subito poggiare sulla massicciata poichè l'asta del guadino
iniziava a scricchiolare sotto il suo peso di ben 4,2 kg. Solo a mente lucida,
sono riuscito a mettere a fuoco tutte le fasi della cattura, l'aguglia all'nizio
non scorreva lungo la lenza madre, poichè il serra già l'aveva afferrata
non appena la stessa era giunta in acqua. Il serra si conferma sempre uno dei
pesci più temibili e intelligenti. E vai così! Antonio
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