Storie di gommoni e tonni (pag.2)
Al tonno non ci pensiamo più, Zibo sta preparando la canna
per le palamite, Claudio, sdraiato, sta meditando sulla continuazione
dell'uscita. Io continuo a far affondare bene le sarde.
Di colpo il silenzio viene rotto dal rumore del cicalino, un rumore
assordante come da un po' di tempo che non se ne sentivano.
Non c'è bisogno di ferrare ne di dare direttive, ognuno
infatti fa quello che è necessario, Zibo in due secondi
tira su l'ancora galleggiante, io accendo i motori, Claudio sfila
la canna e si porta verso prua del gommone con il quale inizia
l'inseguimento lento ma costante mentre Zibo a poppa comincia
a recuperare le lenze rimaste ancora in acqua.
Dal torpore e noia dell'attesa, di botto ci siamo fatti il pieno
di adrenalina, il mare non ci permette di inseguire velocemente
il tonno ma riusciamo comunque a rallentare l'uscita del filo
dal mulinello. Dopo un po' ci fermiamo per capire se la locomotiva
si è fermata o sta continuando la fuga, ma appena la trazione
aumenta, il cicalino ricomincia a strillare, Claudio prende in
mano il CB e fa ascoltare a tutti il dolce suono, è infatti
la prima volta che allama con "GommonKako" e come suo
solito, solamente in Stand up, questa volta sulla 80 libbre. Il
vento intanto rinforza ulteriormente e il mare s'ingrossa creando
difficoltà all'equilibrio di Claudio che deve stare in
piedi a pompare un pesce che non tarda a dare mostra di se, della
sua mole e forza.
Scatto alcune foto, prime ed ultime in quanto più tardi,
le condizioni del mare non me lo permetteranno più.
Cosa fa il Tonno? Nonostante il tiro della lenza e la sua resistenza
nell'acqua, sta andando verso il mare, controcorrente, rimaniamo
sconcertati ma è l'unico modo che ha il pesce per ossigenarsi
bene e sopperire alle richieste di ossigeno dei suoi muscoli messi
a dura prova.
Si stancherà pure!! No, continua il suo nuoto e allora
cerchiamo di anticiparlo lateralmente e fargli sentire il tiro
dalla parte opposta con il mare alla nostra poppa. Finalmente
comincia a venire.
Claudio recupera lenza su lenza, metro su metro, finché
il tonno non compare in superficie a poche decine di metri dal
gommone, circa 40 metri, ci fermiamo interdetti, sarà cotto
oppure è più furbo di quanto pensassimo? Lo capiremo
ben presto.
Ogni volta che arriva una serie di onde più alte preavviso
Claudio, ma ad un certo punto si fa avanti un muro d'acqua, una
serie di onde veramente brutte, ci teniamo fermi e aspettiamo
che passino. Scrutiamo di frequente anche l'orizzonte per capire
se le condizioni meteo ci permettono di continuare o no il combattimento.
Il tonno, nel suo girovagare in superficie, viene a trovarsi casualmente
dentro un'onda che lateralmente sta procedendo verso di noi, lo
vediamo abbastanza bene perché l'onda lo solleva dal resto
dell'acqua, è grossino e dal tiro ancora sull'arrabbiato.
Il pesce ci passa così lateralmente, molto vicino, spinto
dalla sua forza e da quella dell'onda in cui si è trovato
a fare surf. Di raffiare neanche a pensarci, anche se l'attrezzo
è già stato preparato e riposto in un luogo sicuro.
Il combattimento si protrae, sono infatti passate già 2
ore dal momento euforico della partenza iniziale; Claudio ancora
alla canna risponde alle domande dimostrando che c'è ancora,
in termini di lucidità, equilibrio, prontezza e potenza.
( Continua
)
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