SARA' UN RECORD?
Sono convinto che ogni pescatore abbia qualcosa di simile ad
una facoltà sensitiva che gli consente di avere delle intuizioni
vincenti. Possiamo parlare di sesto senso in pratica la percezione
di intuire dove si trova il pesce, come farlo abboccare, gli strumenti
da portare e le esche da usare.
Assolutamente niente di paranormale, ma a volte vale la pena di
seguire l'istinto, le proprie sensazioni.
Questa premessa è d'obbligo per raccontare quello che è
accaduto, allorché partiti dal nostro approdo situato sulla
spiaggia antistante il camping Doccica in quel di Palazzi, paesino
della costa jonica calabrese, il sottoscritto, il figlio Daniele
e l'amico Pasqualino, si discuteva sulle canne da portare per
effettuare una battuta di pesca a traina.
Nel riporre le canne in barca si discuteva se portare una canna
da 50 libbre, considerato che i pesci da insidiare non superavano
i 2 Kg., ma a questo punto rientra la premessa ed il sottoscritto
fa presente che in mare tutto era possibile e bisognava essere
sempre pronti ed attrezzati e non lasciarsi sfuggire nessuna occasione.
Dopo mezz'ora di navigazione si arriva sul posto di pesca e si
filano in mare cinque canne di cui 3 da 9 libbre e 2 da 12. Trainiamo
sul luogo di pesca per circa due ore alternando la cattura di
lampughe e tonnetti di medie dimensioni confortati dalla presenza
di un'altra imbarcazione con a bordo due nostri amici.
Intanto il sole ci delizia, rischiarando le acque e rendendo l'atmosfera
incantata che solo chi è in barca può apprezzare.
E' proprio in quel momento che ci accorgiamo di qualcosa di strano
che si staglia contro sole davanti a noi.
Dirigiamo la prua verso quella pinna a pelo d'acqua e ci accorgiamo
che si tratta di un grosso squalo martello che avanza pigramente
lasciandosi avvicinare e fotografare.
Il pensiero corre subito alla canna da 50 libbre che abbiamo a
bordo: perché non tentare il colpaccio?
Ritiriamo subito le canne ed iniziamo a pasturare con i pesci
che abbiamo a bordo, dopo aver filato in mare a circa 20 m il
terminale da 250 libbre innescato con una bella lampuga.
Il pesce si accorge della pastura ma comincia a seguirla verso
il fondo disdegnando il pesce esca.
Essendo quasi finita sospendiamo la pasturazione nel tentativo
di farlo riaffiorare e dopo un po' lo vediamo riemergere.
A questo punto lo squalo, risalito in superficie, comincia a girare
intorno alla barca quasi a voler chiedere ancora pesce.
A questo punto mio figlio Daniele come a voler sdrammatizzare
grida allo squalo "ma non ti accorgi che c'è un bel
pesce proprio dietro di te!!!".
Pochi secondi ed incredibilmente lo squalo si gira e si dirige
dritto verso la lampuga che sta appesa al galleggiante.
Non abbiamo il tempo di emozionarci che il cicalino del mulinello
comincia a cantare.
Sfilo la canna da 50 libbre dal suo alloggiamento e do la ferrata.
La canna si piega furiosamente ed inizia la fuga verso il fondo.
A questo punto mi tornano in mente tutte le allamate dei tonni
giganti effettuate negli anni passati e delle centinaia di metri
di filo che inizialmente si sbobinavano, e mi domandavo tra me
e me come avrei fatto a contrastare quello squalo di almeno un
paio di quintali con il filo da 50 libbre.
Ma il pesce ha una strana reazione e dopo una breve sfuriata si
pianta ad una cinquantina di metri sotto la barca ed i continui
sforzi per smuoverlo non sembrano avere alcuna efficacia.
Quando dopo circa 45 minuti comincia ad insinuarsi la possibilità
che difficilmente riusciremo ad averne ragione, lo squalo cede
e riusciamo a portarlo sotto barca.
Tra le urla di incitamento di Sergio e Davide, che nel frattempo
ci hanno raggiunto e seguono con trepidazione l'evolversi della
situazione scattando fotografie, Daniele con un paio di manovre
riesce a portare il pesce al raffio di Pasqualino.
Succede il finimondo e rischiamo di non riuscire a tenerlo con
il solo raffio e solo dopo aver preso diverse scodate sulle braccia,
il sottoscritto riesce a legare la coda alla bitta di poppa. E'
finita.
Dopo gli abbracci di rito, ancora increduli non essendo abituati
a pesci di questo genere, rientriamo alla base e dopo le foto
di rito pesiamo lo squalo che farà registrare il peso di
212 KG.
Stefano Capone
|