Ciao a tutti,
mi piacerebbe intitolare questa mia "capatostes fortuna adjuvat".
Infatti solo grazie alla caparbietà mia, ma soprattutto
dell'amico Pino di Fagiolina, che saluto anche se ci sentiamo
spesso, siamo riusciti a svoltare una giornata che sembrava destinata
inevitabilmente al cappotto. Infatti sabato 3 maggio, finalmente,
non senza difficoltà data la distanza da casa mia, riesco
a rispondere all'invito di Pino a trascorrere una giornata di
traina insieme a Taranto.
A parte la nebbia che che ha reso la giornata difficoltosa a
causa dell'impossibilità di vedere le numerose navi che
trafficano al largo del porto di Taranto, la situazione era delle
peggiori che possono capitare ad un trainista: navigare con un
mare di tonni che ti saltano da tutte le parti, con cinque barche
che ti incrociano le lenze a dieci metri e nessuno strike per
nessuno!
E' una situazione che mi era già successa spesso ma l'esperienza
non evita le incazzature! Tutto questo si è protratto per
circa due ore e vi lascio immaginare l'arrovellamento per cambiare
velocità tipologia, colore e dimensioni delle esche ma
nulla. Io sapevo già che in quelle situazioni non c'è
altro da fare che aspettare che i signori che ti sberleffano sotto
il naso si decidano a mangiare, ma l'amico Pino, relativamente
nuovo a questo genere di pesca ma già con una discreta
esperienza, non si dava per vinto.
Alla fine Pino ha optato per uno schema di traina a corto con
cinque esche saltellanti vicino lo specchio di poppa che gli aveva
già dato soddisfazioni. Così, mentre stavamo pensando
di tirare tutto ed andare via, ecco che la prima canna parte:
"NON TI FERMARE" urlo a rischio di rottura timpani ed
in cinque secondi altre tre canne prendono la via del fondo.
Tipica situazione: quattro pesci in canna e tre in equipaggio;
mantenere un certo ordine è stato difficilissimo, dopo
qualche minuto di combattimento un pesce si slama e l'amico Vittorio,
attonito, viene letteralmente catapultato da me sull'altra canna
sola.
Alla fine, mentre col braccio destro tengo la mia otto libbre,
col sinistro riesco a raffiare il pesce sulla canna di Pino, il
quale, mi ricambia il favore e raffia anche quello di Vittorio
che è poi risultato il più grosso.
Morale della favola: tre tonni sui dodici kg. ed un sospiro di
sollievo.
A ben pensarci, visto che non avevamo scandaglio e non potevamo
avere certezza del pesce sotto di noi, credo che i tonni allamati
da noi non fossero quelli che vedevamo saltare, visibilmente piccoletti,
ma altri che stando affondati, magari sotto il termoclino, hanno
deciso a un certo punto di aggallare e mangiare. Anche questo
tipico.
II morale della favola: in questi casi poco casino e molta pazienza,
prima o poi...a da venì baffone!
Un bravo e un grazie a Pino per la bella giornata passata assieme!
Un saluto
Hunclehernest.
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