Taranto, 21 novembre - É tempo di bolentino.
Ieri ho portato dei familiari ed é stato uno schifo.
Per un guasto sono senza eco e senza gps.
Decidere dove ancorarsi é difficile.
C'é vento teso, il pesce non mangia ed ho paura di aver
sbagliato il posto.
Dopo aver mollato e tirato l'ancora tre volte, alla fine ci siamo
ritrovati sotto costa, in 12 mt d'acqua, con gli ospiti che si
divertivano a prendere minutaglia ed io, abbastanza infastidito,
a preparare terminali per le prossime uscite.
Questa mattina mi sono svegliato alle 6 chidendomi se valesse
la pena di andare a mare.
D'altra parte non ho impegni e decido di andare in barca a fumarmi
un toscano in pace.
Per farla breve alle 7:00 sono in mare con una canna in acqua.
La zona é più o meno quella buona per i pagelli
ma non mi ancoro perché non sono sicuro del fondale.
Così, a scarroccio, prendo un sugarello che finisce immediatamente
innescato sulla canna per la traina a dentici.
La "catena guardiano"(grazie Raffio) scivola
sul fondale fangoso.
Dopo un po' sono costretto più volte ripetutamente ad alzare
il guardiano, che comincia ad incagliarsi ripeturamente.
Il fondale ora é quello giusto, fermo il motore e mi ancoro.
Calo due canne da bolentino in acqua, innescate con "culimuciti"
che tradotto vuole dire "sederi sporchi" in italia probabilmente
li chiamate "moscardini", ma non ci giurerei.
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Nonostante le previsioni avverse, il mare é quasi calmo.
Le lenze sono sul fondo e le abboccate si vedono bene sulle canne.
Una tirata ogni tanto, giusto da avere il tempo di sedersi a fumare
tranquillamente.
Un sarago, un pagello, un po' di minutaglia.
Sono le dodici ed il cimino si flette più volte leggermente.
Imbraccio la canna, due giri di mulinello e ferro verso l'alto.
( continua
il racconto )
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