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Vertical Jigging

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Vertical jigging - Gilda team

Temistocle con il dentice da 12 kg

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"Due uscite per riconciliarsi con il mondo"!

ad Otranto

Dopo il racconto :

[ 072 ] Vertical jigging: la conferma ( Dario-Otranto)

 

 

Giovedì 12 ottobre 2006

 

Come al solito siamo tutti abbastanza impegnati, ma il giorno prima, viste le previsioni sui siti meteo, decidiamo di fare di tutto per essere liberi per l'ora di pranzo ad Otranto (LE). Walter è già partito con la sua barca a caccia di alalunghe, ma noi optiamo per una uscita a vertical jigging con Gilda. Sperando che non si prospetti uno dei tanti cappotti navighiamo verso batimetriche mai esplorate, individuate nel percorso che ci porta verso il centro del canale d'Otranto: in particolare puntiamo una "caduta" che da 90 metri scende a 150-160.


Sappiamo che è impegnativo, ma vogliamo provare. In effetti è proprio dura: siamo costretti a montare i jig più pesanti che abbiamo e recuperare a 160 metri di profondità. Proviamo un po', ma già serpeggia l'idea che sia più saggio recuperare fondale e portarci verso le batimetriche dei 50 metri.
Ci portiamo verso i punti già noti e ricominciamo a pescare. Facciamo alcune discese senza risultati quando io avverto una toccata alla mia canna: è un attacco poco convinto, mentre il jigg è in discesa, ma non si allama nulla.


Siamo tutti in allerta quando è Gennaro ad avere una ferrata. Dalla curvatura della canna e dallo stridere del filo in bobina, si intuisce la potenza della preda. Gennaro salta sulla battagliola della barca urlando: "…che succede ?!!…". Non sappiamo cosa voglia dire, visto che la sua esperienza non dovrebbe farlo sorprendere per quanto sta accadendo. Purtroppo è un momento di confusione perché è convitissimo (chissà perché!!!) che sia una grossa cernia che si sta intanando. E' per tale convinzione che lo vedo (orrore!!) mettere un dito sulla bobina bloccando il filo per fermare la fuga. Pochi secondi e la grossa (e sconosciuta preda) è libera. Almeno non ha rotto nulla e recuperiamo tutto: è lo stesso Gennaro a non credere alla stupidaggine fatta, ma ormai è andata. Abbiamo imparato che può capitare anche ai più esperti un attimo di "follia", specie in questo tipo di pesca in cui gli attacchi ti sorprendono sempre, violenti e potenti.


Si ricomincia, un po' delusi e scoraggiati: ci diciamo che i pochi attacchi che si hanno non vanno …"sprecati" così…!!! Gennaro ammutolisce: sappiamo che si sta autoflagellando per l'accaduto e cerchiamo di sdrammatizzare.
Dopo alcune discese a vuoto è il turno di Temistocle che avverte un attacco di tutto rispetto. Memore degli errori già fatti ed intuendo la potenza del pesce in canna si limita a controllare la prima fuga che, in effetti, sembra non finire mai. In un attimo recuperiamo le canne in acqua e siamo pronti ad assistere Temistocle nella cattura (per prudenza siamo con due raffi in mano). La preda non sembra voler cedere per cui azzardo nel dire che può essere solo una ricciola: un dentice avrebbe già ceduto. Temistocle affronta con abilità altre due fughe e con calma recupera filo fino a quando si intuisce la sagoma di un bellissimo dentice (appunto!!). Ecco spiegato perché non cedeva: è un esemplare magnifico, particolarmente grosso rispetto alla sua lunghezza (alla pesa segnerà oltre 12 kg.!!!). Il solito urlo liberatorio da parte di tutti esplode appena la preda è in barca.


Siamo contenti: malgrado le mancate catture di inizio giornata, il finale è stato esplosivo. Potremmo continuare, ma siamo stanchi e soddisfatti e decidiamo di ritornare in porto.

 

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26 Ottobre - 2006