Vertical Jigging ad Otranto
LA CONFERMA CHE ASPETTAVAMO!
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Le condizioni meteo-marine verificatesi durante il ponte
del 1° maggio 2006 ci avevano lasciato l'amaro in bocca
perché avevano frustrato ogni nostro desiderio di
una uscita in mare.
Le notizie sulla rete internet davano speranza per tempo
e mare accettabili per martedì 2 maggio. Temistocle
aveva mantenuto libera la giornata in previsione di un viaggetto
con Dora, mentre io e Gennaro avevamo davanti una
normale giornata di lavoro. Dopo un rapido consulto, comunico
e Gennaro che posso liberarmi verso le 13,00. Gennaro termina
la sua giornata e raggiunge il porto di Otranto (LE) contemporaneamente
a me. Temistocle e Dora sono già usciti in mare dalla
mattina con la fedele barca GILDA e con loro ci sono
altri due amici, Walter e Giuseppe, che si
vogliono cimentare con la nuova tecnica del vertical jigging.
Alle 13,30 Temistocle porta GILDA in banchina per prenderci
e mangiare insieme un panino.
Chiediamo se ci sono state catture, ma ci viene risposto
evasivamente: "..no
niente purtroppo
",
ma il loro tono è un po' strano. Sbranato il panino
in pochi secondi, i motori di GILDA sono già accesi
e la direzione è sempre la stessa: la zona a nord
di Otranto dove vi sono tagli sulle batimetriche che vanno
da 40 a 50 metri. Appena siamo in zona si comincia a pescare,
ma il vento da sud è teso e c'è anche un po'
di maretta. Siamo in quattro a pescare e GILDA fa quello
che può, ma si scarroccia un po' troppo, anche se
mettiamo a mare l'ancora galleggiante per frenare la spinta
della corrente. Il filo si stende eccessivamente nelle varie
discese sul fondo, il cielo si annuvola, sentiamo la pioggia
cadere lungo la costa e da terra ci arrivano notizie che
nell'interno sta piovendo molto forte, ma bene o male si
continua a pescare.
Ad un certo punto Gennaro avverte qualcosa di strano:
il jig non ferma sul fondo la sua discesa accelerando all'impazzata.
E' un attacco strano: probabilmente il predatore ha ferrato
mentre il jig scendeva, portandoselo a spasso. Gennaro ferra,
lo sente, ma poi non più; poi lo risente di nuovo,
ma il risultato finale è un niente di fatto.
Si torna pazientemente sulle poste prefissate. E' la volta
buona però, perché Temistocle ferra.
Non sembra avere molti problemi a portarlo su: con pochi
giri di mulinello un dentice da circa 2 chili è a
bordo di GILDA e tutti esultiamo. Temistocle invita Walter
a mettere il pesce
.. "insieme all'altro"
.
All'altro???? Io e Gennaro ci guardiamo straniti per qualche
secondo, poi capiamo: avevano già preso un altro
dentice in mattinata e non ce lo avevano detto per farci
uno scherzo. In particolare Giuseppe aveva allamato
e portato a bordo un bel dentice da circa 4 chili!!!
Insomma, quella di Temistocle era la seconda cattura della
giornata.
Ricominciamo a pescare e facciamo qualche altra discesa.
Il vento è sempre teso e Walter, troppo steso con
il filo, incaglia il suo jig sul fondo. Un paio di manovre
e riusciamo fortunatamente a recuperare tutto. E' ancora
presto. Si ricomincia. Temistocle ancora una volta urla:
ha ferrato. No
si è mollato
No ha riferrato
.Infine
il pesce lascia. Serpeggia un po' di delusione.
In particolare io comincio a sentirmi un po' frustrato:
ho un'attrezzatura non proprio adatta al jigging: canna
con manico troppo corto e mulinello rotante a recupero non
proprio rapido, per cui ogni discesa faccio una fatica doppia
di quella dei miei compagni. Finora questa tecnica mi ha
regalato solo un po' di lividi sotto l'ascella e molta delusione:
la prima volta una cattura mancata (forse) per aver fatto
manovre errate nell'inserire la canna nella cintura da combattimento.
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Dentice: Vertical jigging (Gennaro - Otranto)
Una seconda grossa preda persa per una girella (di marca
famosissima) letteralmente "scoppiata" sotto la
forte pressione delle testate del pesce. Insomma comincio
a scoraggiarmi. Tra le altre cose, io e Gennaro realizziamo
il recupero del jig con il movimento rotatorio che abbiamo
appreso visionando i filmati (americani) che pubblicizzavano
le esche, mentre Temistocle realizza un recupero normale
e molto regolare, senza dare alla canna alcun movimento.
Comincio a chiedermi quale sia la tecnica più fruttuosa.
A dare retta ai risultati della giornata sicuramente quella
di Temistocle.
La giornata prosegue ed il temporale che ci stava venendo
incontro cambia direzione e comincia a dissolversi verso
nord-ovest.
Temistocle si è un po' stancato e mi invita a provare
la sua attrezzatura: effettivamente, con il suo mulinello
è tutt'altra cosa. Decido di effettuare il recupero
in modo regolare, senza movimenti rotatori anche perché
la maggiore flessibilità della sua canna non consiglia
molti movimenti.
Alla seconda discesa, appena sollevo il jig dal fondo, sento
la canna piegarsi letteralmente in due ed ho appena il fiato
per dire "
pesce
ed è grosso!!!".
Sento tutti dietro me agitarsi ed intuire subito la potenza
della preda che avevo al termine del filo.
In effetti, devo contrastare un paio di testate che vedono
il filo stridere impazzito e toccare l'antiscivolo del manico
della canna. L'avversario che ho di fronte è potente
e non ha nessuna intenzione di farsi vedere né prendere.
Il recupero procede con qualche fatica. Sono in apnea perché
stavolta non voglio proprio perderlo. Sento che la resistenza
del mio avversario comincia a cedere e posso azzardare un
recupero più continuato. Il filo comincia a rientrare
in bobina e chiedo ai miei compagni di prepararsi con il
guadino. Purtroppo sono a prua e quindi in una posizione
non troppo favorevole per chi deve effettuare il recupero,
ma Temistocle e Walter si organizzano bene: il primo si
sporge dal pulpito ed il secondo lo regge per le gambe.
Tutti guardano in acqua in attesa: una sagoma bianca comincia
a salire in superficie e sento Temistocle e Gennaro che
esclamano:
"mamma mia, quant'é
.."
Effettivamente vedo piegarsi su un fianco un dentice bellissimo
con dei colori spettacolari. Temistocle lo fa entrare nel
guadino che si piega sotto il peso della preda. Io poggio
la canna e non sono tranquillo finchè non vedo il
pesce sulla tolda di GILDA. E ' solo a questo punto che
lascio partire un urlo liberatorio mentre intorno a me esplode
la gioia di tutti, confermandomi quanto sia bello far parte
di un gruppo di amici che gioisce sempre per ogni cattura,
indipendentemente da chi la effettua e mi accorgo che è
proprio una bella cosa.
Il dentice pesa circa 8 chili ed è facile dimenticare
le passate delusioni.
Siamo così soddisfatti che decidiamo che la giornata
già regalato sufficienti emozioni e che si può
tornare in porto malgrado non sia ancora tardi ed il mare
ed il vento siano quasi totalmente calati.
In poche ore tre bei dentici sono allineati lungo il pozzetto
di poppa di GILDA. E' la conferma che aspettavamo: se c'è
un predatore in zona, la tecnica del vertical jigging non
lascia scampo, in particolare durante la fase del "montone"
- riproduzione del dentice.
Mi rimangono però due dubbi: il primo è che
abbiamo catturato sia effettuando movimenti rotatori (come
da manuale), sia con un recupero più regolare. Quale
sarà la tecnica migliore? Il secondo riguarda
la tipologia di prede: abbiamo catturato dentici, palamite,
ricciole, sgombri e persino un polpo. Prima o poi cattureremo
anche un dotto, una cernia, un pesce sciabola o una tracina?
Contiamo di avere risposte adeguate quanto prima!!!
Un saluto.
Dario, Gennaro e Temistocle
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