Sasa
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Quando ci si avvicina alla pesca a traina con artificiali
in genere si pensa che questa sia una tecnica un po' fortuita
e casuale e più miglia si percorrono più aumentano
le probabilità di pesca.
Poi dopo qualche cattura casuale se vogliamo avere un'accettabile
standard di catture veniamo assaliti da una infinità
di domande.
La cosa che più mi stupiva quando ero agli inizi
era come alcuni pescatori riuscivano a insidiare proprio
la specie che si prefiggevano prima di iniziare l'azione
di pesca.
Ma come facevano?
Erano dei maghi?
conoscenza, conoscenza dei
comportamenti delle specie che frequentano i nostri mari.
Si, certamente era questa la ragione dei loro successi.
Da quel momento sono entrato veramente nell'universo della
pesca.
Avevo però una dote a mio favore, l'umiltà;
senza la quale nessuno ha mai appreso niente.
Le domande che assalgono ogni pescatore di traina d'altura
sono in genere su quale artificiale, che colore e a che
distanza posizionare le esche.
La risposta a tutti questi interrogativi e la scelta che
faremo influenzerà tutta la nostra azione di pesca
e maggiori saranno le scelte più mireremo ad una
specie prediligendo la sua cattura rispetto ad un'altra.
Qui ritorniamo alla conoscenza dei comportamenti delle specie.
Analizzando per esempio la traina d'altura sono convinto
che non possono essere le nostre 5 o 6 esche a richiamare
i predatori nell'immensità del mare ma bensì
la scia che fa la nostra barca con la sua turbolenza,
visibile da gran distanza e che certamente può simulare
un branco di pesci in mangianza.
I predatori attaccano la preda sempre più isolata
del branco e in maggior difficoltà; ma come si può
simulare una preda in difficoltà se peschiamo con
esche artificiali?
Certamente con la scelta del colore e del disegno della
livrea dell'artificiale.
Un pesce in perfetta forma ha la sua livrea intatta e uguale
agli altri membri del branco mentre quello in difficoltà
avrà certamente una livrea con colori non comuni.
Questa convinzione mi ha portato ad utilizzare sempre colori
innaturali e mai quelli a perfetta imitazione di livree
esistenti. Questo è il motivo per cui un rapala testa
rossa funziona così bene. Esiste per caso un pesce
con tale livrea?????
Inoltre un pesce malato o in difficoltà viene relegato
dal branco ai margini del gruppo, un po' distaccato.
La posizione delle nostre esche è per ciò
altrettanto importante. Quindi se abbiamo detto che il predatore
attacca di preferenza un membro del branco più in
difficoltà e più isolato osserveremo prima
di tutto la scia che forma la nostra barca e poi posizioneremo
le esche appena dopo o un po' fuori lateralmente la nostra
scia.
Qui però c'è da fare una distinzione.
I rostrati attaccano sempre l'esca più isolata
colpendola con il rostro e poi ingoiano (noi se useremo
esche artificiali dovremo essere tanto fortunati da allamarlo
al colpo di rostro perché certamente non ritornerà
ad ingoiare un'esca di gomma per "bella e colorata"
che sia).
I tunnidi invece cacciando in branco, fanno raggruppare
la mangianza, girandoci intorno mangiano e a turno si fiondano
attraverso il branco a bocca aperta. Quindi ritornando all'assetto
delle esche è bene posizionare per queste specie
delle esche più affondate ed all'interno della turbolenza
della nostra scia.
In conclusione il ruolo dei predatori è proprio quello
di eliminare gli individui "diversi", malati,
feriti o comunque in condizioni anormali per garantire l'equilibrio
naturale delle specie e dell'habitat. Questo comportamento
non è certamente cosciente ma dettato dal DNA.
Noi invece che siamo i predatori in cima alla catena alimentare
con i nostri comportamenti, per di più coscienti,
possiamo influire e modificare fortemente questo equilibrio.
Quindi asteniamoci da inutili stragi e quando abbiamo una
o due belle prede a bordo accontentiamoci di poter appagare
il nostro più antico istinto: riuscire a procurarci
il cibo per la sopravvivenza.
Salvatore Mele
Sport
Fishing in Napoli
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