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Indice Tecniche di Pesca

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Pesce Vela

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La pesca al pesce vela

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Il Trolling con esca morta

A differenza che con la tecnica con esca viva, quella con esca morta risulta molto più dinamica e aggiunge molte più difficoltà al pescatore.

Difatti, qui non si può contare su un'esca che pesca da sola, ma si deve far affidamento su un'esca che va fatta pescare. Il che è molto differente.

Primo, con un corretto innesco; secondo, con una perfetta collocazione sulla complessa scia della barca; terzo, con un'azione stimolante sul pesce quando esso approccia l'esca in fase di strike.
Questa è, a mio avviso, la tecnica dei veri pescatori d'altura, viste le immense difficoltà e le numerose variabili cui il pescatore deve saper far fronte per avere il massimo risultato.
E' la tecnica più impiegata nel mondo, per cui, se si ha intenzione di pescare all'estero, è necessario impararla, altrimenti ci si vede costretti a costosi e frustranti cappotti.
E' una via di mezzo tra la tecnica col vivo, dalla quale trae la metodologia di ferraggio del pesce, e quella con gli artificiali dalla quale riprende la velocità della barca quasi simile, la possibilità di esplorare un'area di mare piuttosto vasta ed alcune similitudini di innesco delle esche.

Conditio sine qua non, è la freschezza dell'esca, oltre naturalmente ad un suo corretto innesco.

 

Per esca fresca si intende: appena pescata o congelata immediatamente dopo la cattura. In questo secondo caso bisognerà avere particolare cura sia nello scongelamento delle esche (a temperatura ambiente con immersione in acqua salata), sia nella loro corretta conservazione nell'igloo con ghiaccio secco dopo l'innesco.

Con questa tecnica è possibile pescare -forza del mare permettendo- con lenze da 6 libbre in su.

L'amo in questo caso, dato che l'innesco avviene all'interno del pesce-esca, sarà a gambo lungo (rigorosamente dritto) tipo Mustad mod. 95160 e 95103XC oppure Eagle Claw mod. 254 N. Dato che il rostrato ingoia l'esca dalla testa, è sufficiente un solo amo per l'innesco.

Qualora si disponesse di esche non molto fresche è possibile superare tale handicap coprendo l'innesco con un octopus in gomma o con una The Witch.

Tale artifizio è sempre consigliabile con esche particolarmente fragili, oppure in caso di mare mosso. Con questa tecnica è possibile filare in mare sino a 5 canne e, in generale, la pesca con esca naturale risulta molto dinamica e coinvolgente per il pescatore sia perché ha la possibilità di portare l'esca sul teaser quando il rostrato si porta su di esso (avviene spesso); sia perché in caso di ferrata a vuoto può, recuperando velocemente l'esca sino a quando riappare saltellante in superficie, attendere un nuovo attacco; sia infine perché se il rostrato denuncia soltanto curiosità verso l'esca, il pescatore può staccare volontariamente la lenza dalla pinza dell'outrigger per indurlo all'attacco.

La tecnica di ferraggio è la stessa già spiegata nella pesca col vivo ma per ferrare si ricorrerà al valore 1 in tabella.

E' necessario cambiare spesso l'esca in quanto la velocità della barca ne provoca un rapido deterioramento.

Esistono, nei vari hot spot, diversi atteggiamenti e modi di innesco per le esche naturali.


In Atlantico, per esempio, si fa uso di esche ed inneschi (costardelle, grosse alose) molto semplici in quanto, dato che il mare è generalmente mosso, l'azione delle stesse deve essere semplicemente quella di "saltellare" sulle onde.

Perciò non è richiesto né utile un innesco troppo elaborato.

 

In Pacifico, al contrario, dato che il mare è quasi sempre calmo, si preferiscono esche ed inneschi (muggini, bonitos) che nuotano appena sotto la superficie: per ottenere ciò si procede in primis all'estrazione dell'ossatura centrale del pesce mediante deboner o a particolari tagli con l'apposito coltello per togliere la rigidità tipica dell'esca morta ed, in secondo luogo, all'apposizione di un piccolo piombo a forma di uovo sotto la sua mascella inferiore.

 

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22 Ottobre - 2003