Pesce San Pietro
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Tecnica di pesca
L'azione di pesca è relativamente semplice:
Si innescano gli ami singoli con dei filetti di sardina
avendo cura di lasciare la polpa e non la pelle verso l'esterno.
Con numerosi giri di filo elastico si realizza così
il classico salsicciotto che garantirà una buona
tenuta e resistenza sull'amo stesso.
Calate le esche sul fondo non resta altro che attendere
le prime abboccate dei classici pesci di fondale: normalmente
Boghe, Sciaranni, Sugarelli, e, quando un po' più
fortunati, i colorati e ottimi Pagelli.
Successivamente alla ferrata che garantisce una buona penetrazione
dell'amo, tenendo costantemente la canna in mano, continuiamo
ad effettuare ripetute azioni di sollevamento e calo dei
finali con movimenti dolci ma veloci. E' di estrema importanza
mettere le nostre esche in continuo movimento sollevandole
dal fondo tanto quanto possa consentire la lunghezza della
canna che stiamo utilizzando.
Strappi troppo violenti rischierebbero di far perdere i
pesci già allamati e quindi di dover recuperare in
superficie per innescare nuovamente e ricominciare tutto
da capo. Su queste catture appena effettuate, che sono adesso
diventate, a loro volta, interessanti esche, banchettano
volentieri, appunto i pesci S. Pietro di cui stiamo trattando.
La loro mangiata con montature di questo tipo è piuttosto
variabile ed a volte di difficile percezione.
La più classica ed evidente è l'appesantimento
ed il tiro lento e costante della lenza al quale dovrà
seguire una veloce cessione di filo affinchè possa
avvenire il completo ingoio del pesce-esca. Lasciato il
filo per alcuni secondi, si procede a recuperare, senza
effettuare alcuna ferrata che rischierebbe di strappare
il delicato apparato orale del S. Pietro costituito quasi
esclusivamente da sottili membrane.
Il tiro è costante e piuttosto peso anche se difficilmente
ci saranno veloci partenze. La tendenza di questo pesce
di fondale è di contrastare la trazione per rimanere
sul fondo, magari per trovare un rifugio in una tana dalla
quale, per la presenza delle placche ossee appuntite sui
fianchi che offrirebbero una sicura tenuta, sarà
veramente difficile riuscire a tirarlo fuori.
Una volta staccato per una decina di metri, il recupero
sarà più semplice e sicuro, vuoi per l'assenza
di punti di incaglio sia per il progressivo espandersi della
vescica natatoria del malcapitato, causata dalla riduzione
della pressione, che agevola, man mano che risale in superficie
il suo naturale aggallamento.
E' addirittura capitato di slamare uno di questi ricercati
pinnuti a mezzo fondo e vederlo dopo pochi minuti aggallare
immobilizzato dall'espansione dell'aria, trasportato dalla
corrente, ad una ventina di metri dalla barca.
Riferivo che spesse volte il S. Pietro, in fase di abboccata,
non effettua la solita trazione , ma puntando verso la superficie
tende a mettere il filo leggermente in bando. E' per questo
motivo che la canna non può essere semplicemente
riposta nel portacanne sperando di essere avvisati dell'abboccata
dal solo cicalino della frizione. Ci ritroveremmo in questi
casi con il nostro pesce-esca con gli evidenti, anche se
non troppo marcati, segni dei morsi sui fianchi e niente
più.
Alla percezione dell'allentamento del piombo deve seguire
la nostra continua messa in tiro della lenza ma senza far
percepire la nostra forza. Anche in questo caso il recupero
avverrà solo dopo almeno una decina di secondi, solito
tempo per consentire un giusto ingoio.
Non ho ancora fatto riferimento alla presenza della piccola
ancorina montata a pochi centimetri dall'amo, ma penso che
oramai ciò sia già chiaro a tutti. All'inizio
la montatura delle lenze non prevedeva questo accorgimento
e riuscivamo ugualmente a catturare questi strani pesci,
poiché la boga di turno gli restava semplicemente
incastrata nello stomaco.
L'azione di recupero doveva essere allora ancora più
attenta, ma talvolta la perdita del pescato doveva essere
messa inevitabilmente in conto.
La presenza di un'ancorina, anche se di piccole dimensioni,
consente un aggancio molto più tenace offrendo maggiori
garanzie di cattura.
Stefano Naldi
Team
Aieie
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