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Indice Tecniche di Pesca

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San Pietro

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Pesca al pesce San Pietro

Fabrizio

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Non di solo tonno…


Qualcuno forse considera la pesca a drifting piuttosto statica e poco attiva?


Personalmente non la penso così, almeno che non si voglia semplicemente gettare le canne in acqua e attendere (se e quando) che avvenga l'abboccata.
Sono dell'idea che il pesce deve essere conquistato e fatto di tutto affinchè niente sia lasciato al caso o ancor peggio… alla fortuna.


Le azioni da compiere in barca sono molteplici e di tempo a disposizione per i componenti dell'equipaggio non ne resta poi molto da dedicare ad altre attività.
E' certo che se si utilizzano sistemi automatici di pasturazione, resta allora dello spazio per poter fare anche altre cose. C'è chi preferisce fare un riposo in cabina per essere fresco al momento del combattimento, chi si grogiola al sole per mantenere un'invidiabile abbronzatura o chi, come il sottoscritto, e per fortuna molti altri componenti del Team Aieie, si dedicano, a turno, ad altri tipi di pesca meno impegnativi ma comunque di grande soddisfazione.


E' quasi normale ritrovarsi sotto la barca grosse quantità di Sgombri, Sugarelli e Boghe, soprattutto se la pasturazione è fatta anche con sarde macinate, e non di rado si possono catturare anche qualche Palamita che riesce a metterci in difficoltà per le sottili armature. Sono, normalmente, proprio questi pesci di branco che, oltre a fornire la materia prima per il pranzo e a volte per una sguizzante esca da posizionare sulle canne più a fondo, rendono l'attesa un momento di piacevole divertimento.


Ma la pesca "di riempimento" che preferisco (scusatemi il termine quasi dispregiativo, ma la tecnica principale è e sarà sempre il drifting al tonno e pesce spada) è il bolentino alla ricerca di qualche ottimo e bel S. Pietro sul fondo.


Avendo la barca ormeggiata nel Porto di Baratti, golfo naturale di particolare bellezza situato a Sud di Livorno, riusciamo a trovare delle discrete poste con fondali dai 100 ai 120 metri già da 6 - 7 miglia di distanza dalla costa. In queste zone, il fondale ha consistenza mista ma prevale il fango e qualche sparso scoglio: un habitat ottimale per la presenza dei S. Pietro.


Questo pesce di forma un po' bizzarra, vive normalmente a piccoli gruppi in acque mediamente profonde, raggiungendo durante la fase adulta anche i 350 metri di profondità.


E' uno scarso nuotatore, e per cacciare le proprie prede si affida alla sua ridotta visibilità frontale data dal suo profilo particolarmente appiattito, e soprattutto ai suoi scatti fulminei ed alla sua bocca protrattile che abilmente usa come rapido strumento di cattura. E' un pesce particolarmente ambito per la qualità delle carni e per il piacere delle catture di esemplari che possono raggiungere i 4 - 5 chilogrammi.

Nelle nostre zone del medio Tirreno la taglia più usuale è introno ai 2 chili o poco più.


Negli anni di pesca al tonno, quando le condizioni lo consentono abbiamo sempre provato ad affiancare il drifting con la pesca a questo abitante dei fondali con le tecniche più varie fino ad essere arrivati ai metodi che ci hanno dato le maggiori soddisfazioni.

 

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20 Febbraio - 2006