Verso il mezzogiorno la forte marea comincia ad aumentare e sembra
quasi di pescare in un fiume tumultuoso, al punto che decido di
aumentare i pesi fino a 500 gr.
Improvvisamente il mio amico Alessandro allama qualcosa di molto
bello tanto che la sua guida deve slegare l'ancora e inseguire
il pesce e mentre io e Mirko lo stiamo "gufando" la
mia 15lb comincia a fare degli strani sussulti. Prendo il filo
in mano, apro l'archetto, faccio filare qualche metro di lenza
e via una ferrata di quelle spaccadenti!!
Avete presente uno scoglio??
In pochi secondi cento metri di lenza mancano all'appello, subito
mi faccio liberare l'ancora e comincio a pompare con poca delicatezza
per cercare di recuperare più filo possibile
la temperatura
era salita intorno ai 40°, le braccia e le gambe ancora rispondono
ma in maniera poco lucida e dopo circa un'ora di recuperi e ripartenze
il "blocco" che avevo in canna ancora non ne voleva
sapere di staccarsi dal fondo.
OK!!! Voleva la guerra?? E guerra sia!
Mi infilo il pancerino (visto che mi ero procurato una grossa
mora nell'inguine), mi bevo un litrozzo d'acqua con del Polase,
chiudo tutto al limite della rottura e adesso o muoio io o muore
lui.
Senza tregua comincio veramente a forzare, ma il libraggio é
quello che é, fino a che dopo un'altra buona mezz'ora a
poppa viene fuori una sagoma maestosa!!
Una Razza di quelle che si vedono solo nei documentari di National
Geographic agitava le sue ali inconscia della raffiata che da
li a poco gli sarebbe arrivata dal nostro maldestro skipper (come
si fa a sbagliare per 2 volte un pesce del genere?).
Non avevo mai sentito una resistenza così tenace, neanche
da un tonno, e la sue mole riempiva tutto il pozzetto; nel frattempo
ci raggiunge la seconda barca con Alessandro che a bordo aveva
un Violino di 30 KG. convinto di avere preso la preda più
grande ma con suo grande stupore il mio pesciolino era quasi il
doppio del suo e alla pesa, al ritorno nel lodge, l'ago supererà
i 55 KG!!!
Per 2 soli Kg non ho battuto il record dell'Africa Strike fatto
nel 2001, ma se considero il sangue perso e un pezzo di coda tagliata
al momento perché pericolosissima . .. bhé
non
sono proprio così sicuro di non aver fatto il record.
Comunque l'importante di queste avventure è il ricordo
che ti rimane dentro, emozioni che purtroppo per una serie di
cause che noi tutti conosciamo nei nostri mari sono sempre più
rare, e questo é il rammarico più grande che ho
dentro di me.
Chi ama il mare e la pesca si accorge che ogni anno che passa
c'è un calo vistoso del pescato (a parte qualche pazza
giornata) e quando si ritorna da certi luoghi provi la consapevolezza
di quanto danno sia stato arrecato alle nostre acque.
Il mio sogno è proprio questo: uscire dal porto di Fano
(dove abito) come i vecchi tempi e riscoprire una nuova, piccola
Africa..sarà mai esaudito?
Saluti da Luca Navacchia
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