La vetta della canna è rimasta piegata, anche se il mulinello
non ha "cantato".
Il pesce si era, però, sicuramente, allamato e continuava
a piegare, con decisione, la canna.
Solita, immancabile, frenesia a bordo.
Moreno, da esperto comandante, impartiva calmi, ma anche imperiosi,
ordini all'equipaggio: "Andrea ritira le canne"; "Giacomo
leva l'ancora"; "Andrea metti la cintura".
Dunque, Andrea in canna, Moreno ai comandi della barca, Giacomo
prezioso assistente.
Certamente non era un tonno rosso, su questo eravamo tutti d'accordo.
Il pesce si faceva recuperare con relativa facilità ed,
in pochi minuti, eravamo, quasi, al raddoppio.
A quel punto, però, non con la "furia" e la velocità
di un tonno rosso, ma ugualmente, con potenza e continuità,
il pesce si è ripreso oltre sessanta settanta metri di
lenza.
A questo punto, considerata la potenza con cui continuava a piegare
la canna da 80 libbre, avevamo capito che si trattava di un pesce
di discrete dimensioni.
Moreno propendeva per un Volpe.
L'unica certezza di Andrea era che non fosse un tonno.
Giacomo, esperto pescatore a mosca, ma che solo quest'anno ha
cominciato ad appassionarsi al drifting, non si sbilanciava in
previsioni.
Terminata la fuga, nuovo pompaggio e nuova fase di recupero.
Il pesce, nuovamente ad una quindicina di metri sotto la barca,
ha ,però, iniziato, senza strappi, ma con potente continuità,
a riguadagnare decine di metri di lenza.
Dopo questa seconda "fuga", Andrea ha passato
la canna a Giacomo.
Era, infatti, giusto fare provare a Giacomo l'ebbrezza di "sentire"
un pesce del genere in canna.
Passandogli la canna non siamo stati, certamente, sportivi",
ma, in compenso, abbiamo, sicuramente, guadagnato un nuovo appassionato
di BigGame, e un simpatico compagno di pesca nelle prossime uscite.
Dalla bocca di Giacomo uscivano, infatti, frasi del tipo: "che
bestia", "c
o quanto tira", "eccezionale".
Giacomo è rimasto in canna per venti minuti (anche se a
lui sono sembrati non più di cinque) ed è riuscito,
nonostante l'inesperienza, a portare nuovamente il pesce a pochi
metri sotto la barca.
Ma il pesce è ripartito nuovamente ed ha riguadagnato tutto
il filo che Giacomo era riuscito a recuperare.
Dobbiamo dire che Giacomo si è comportato egregiamente
e che, sicuramente, ha un buon futuro come "Angler".
Dobbiamo anche aggiungere che Giacomo è stato veramente
"stoico".
Stoico perché ha combattuto, per venti minuti, con la cintura
su cui poggia la canna messa al contrario.
Come si sa, la parte su cui si poggia la canna da stand up, è,
al suo interno imbottita ed ha forma anatomica per adattarsi alle
"cosce" dell'Angler.
Si potrà capire, quindi, che, mettendola al contrario,
ossia sottosopra, la cintura abbia provocato al povero e, appunto,
"stoico" Giacomo (che, infatti, non si è minimamente
lamentato) vari violacei lividi sulle cosce.
L'inesperienza, purtroppo, come sappiamo tutti, si paga.
Dopo che il pesce aveva riguadagnato, con la terza fuga, la lenza
che Giacomo aveva "dolorosamente" recuperato, Andrea
ha ripreso la canna e, dopo avere chiuso, un po' di più,
la frizione, ha, nuovamente, iniziato un costante pompaggio.
Dopo circa una quindicina di minuti e, quindi, dopo un combattimento
complessivo di circa un ora, il pesce, finalmente, dava segni
di stanchezza.
Andrea ha sentito che il pesce opponeva poca resistenza al pompaggio.
Era, ormai, solo un peso e non dava segni di volere "ripartire"
per la quarta volta.
Accelerato il pompaggio, il pesce è venuto su, docilmente,
ed, ormai stremato, si è lasciato raffiare da Moreno con
facilità.
Era un bellissimo Spada di 2,40 di lunghezza e di 52 chili
di peso.
Considerate la "crisi di astinenza", cui sopra abbiamo
accennato, ed il fatto che avevamo sì, in passato, preso
altri Spada, che non superavano, però, i dieci chili, si
potrà capire come l'eccitazione a bordo fosse "stratosferica".
Soprattutto Giacomo, forse anche perché il dolore alle
gambe gli era un po' passato, non faceva che ripetere: "bello",
"bellissimo", "eccezionale", "c
o
che
pesce", "ancora non ci credo", "mi tremano
le gambe" (non ha precisato se per l'eccitazione o per il
dolore).
Terminata l'eccitazione, e dopo esserci fatti reciprocamente gli
immancabili complimenti, siamo tornati sul punto dello strike
ed abbiamo ripreso a pasturare.
Purtroppo, però, non ci sono state altre catture.
Al ritorno in porto, ci aspettava una piccola folla di amici pescatori
e di curiosi, che venivano a vedere quel bel pesce.
Fatte le immancabili fotografie, la fortunatissima giornata di
pesce si è così felicemente conclusa.
Vogliamo, prima di chiudere il racconto, cogliere l'occasione
per congratularci con l'amico, ed esperto pescatore, "Piero"
e con l'equipaggio del suo DC9 "Marlin Blu".
Il "Marlin Blu" infatti, mentre noi eravamo impegnati
nel combattimento, ed anche dopo la cattura, è andato in
soccorso di una barca in difficoltà che, con i motori fuori
uso, imbarcava acqua ed aveva lanciato i razzi di soccorso.
Tutto si è risolto bene, per fortuna, e, dopo l'intervento
di due vedette della capitaneria di Porto di Viareggio, il "Marlin
Blu" ha trainato la barca in difficoltà fino al porto
di Viareggio.
L'amico Piero ha perduto una giornata di pesca, ma non c'è
dubbio che ne sia valsa la pena.
Se c'è un "Dio dei pescatori" siamo sicuri che
lo ricompenserà adeguatamente.
Se può contare qualcosa, l'equipaggio del "Flipper",
come fanno i calciatori quando segnano un bel goal, dedicano la
fortunata cattura all'amico Piero ed all'equipaggio del "
Marlin Blu".
di Andrea Carnesecchi
(inizio
racconto)
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