Estratto dal Forum di Discussione sulla
Pesca
Non sentirti isolato "EZ", tutti quando ascoltiamo le
parole di Kurt subiamo lo stesso incantesimo, non a caso è
soprannominato il "Teorico".
Quando è in barca però si trasforma e spesso scontrandosi
con realtà totalmente diverse dalle sue elaborazioni ipotetiche
ci ride sopra e si comporta nè più nè meno
come tutti noi.
E' un grande amico e uno splendido compagno di pesca.
Voglio raccontarti proprio la nostra
prima allamata.
"...Due scemi in barca, parafrasando il titolo di un noto
libro inglese, da più di due ore gettavamo sardine in mare.
Nessuno nella nostra zona aveva ancora preso un tonno.
Era il 22 agosto del 1988.
Eravamo un po' lo zimbello del porticciolo e non solo, dove Kurt
teneva la barca.
Ci vedevano uscire con canne e mulinelli enormi e quando non dicevano
di peggio ci chiedevano se andavamo a bavose.
Noi fermamente convinti e "teoricamente" preparatissimi
sorridevamo in cuor nostro, certi di una positiva conclusione.
Quel giorno appunto ci trastullavamo lanciando sarde in mare,
soli in un infinita distesa circondati solo da contorni azzurri
ancorati nella mitica posta D'Olivo", indicataci dall'amico
Carlo titolare dell'Italcanna che, unico in un mare di scettici
, ci spronava in quella nostra avventura.
Io stavo sonnecchiando, quando Kurt mi urla di aver visto un tonno
sotto di noi.
Gli rido in faccia e lo esorto a non disturbare il mio riposo,
ma alle sue insistenze sporgo la testa fuori bordo e ...resto
incantato.
La sinuosa sagoma di un tonno gigante sfrecciava sotto di noi
con evoluzioni velocissime mostrando il dorso scuro, incoronato
da piccole pinne gialle, che si muovevano in sintonia con gli
spostamenti del pesce.
Mi sollevo dal bordo e guardo Kurt, ci fissiamo increduli, avevamo
in pesca due canne da 80 libbre con in bobina dacron del 130,
terminali da 300 lb con ami Marinex del 9/0, innescati con sardina
per il dorso.
Nel secchio restavano poche decine di sarde.
Iniziai a tagliuzzare le sarde e gettarle lentamente, quasi centellinandole.
Il tonno restava sotto di noi ma non abboccava.
Kurt "teorizzò" e mise in pratica: prese un divergente
e lo sporse fuori, vi fissò con un elastico il terminale
della canna di poppa e sostituì la sarda con un sugarello.
Il sistema teoricamente perfetto presentò un problema.
Sull'ondeggiare della barca, per un po' di maretta di maestrale,
il sugarello affondava e saltava poi fuori dall'acqua con evoluzioni
da Tarpon.
Scoppiammo a ridere.
Decisi allora di "teorizzare" anch'io e di sganciarmi
dal nuovo, approntando per la canna di prua, un vecchio sistema
di innesco dei pescatori delle isole dell'arcipelago toscano.
Sacrificai tre delle dieci sarde rimaste, le infilzai per l'occhio
e le gettai in mare.
Convinto del mio operato dissi a Kurt di indossare guanti e giubbetto
da combattimento e dovetti faticare non poco per vincere le sue
riserve scaramantiche.
Fermi nel pozzetto attendemmo l'evento.
Aspettammo solo pochi istanti.
Il cicalino del Penn international II 80sw, cantava che era un
piacere e noi incantati ascoltavamo e ci dicevamo reciprocamente
"ha abboccato" e continuavamo a guardaci felici, poi
finalmente ci siamo resi conto che se non iniziavamo il combattimento
ben difficilmente avremmo avuto la preda a bordo ed allora via
ai posti di combattimento, Kurt in canna ed io ai motori.
Qualche incertezza ma dopo un ora e 50 minuti potevamo toccare
finalmente con mano l'oggetto di tanto desiderio: uno splendido
Rosso di 156 kili lungo 2 metri e 30 cm.
Avevamo vinto la scommessa con noi stessi.
Aggiunge Kurt:
Aggiungo un paio di aneddoti che il mio amico Nibbio si è
scordato:
"teorico" nasce da una frase di un pescatore
di queste parti che mi ha definito "il più grande
teorico del Mediterraneo" implicando il fatto che non piglio
mai un "cavolo", come si dice da ste parti. Cosa che
per altro mi risulta difficile da confutare.
Nibbio si è scordato di dire che la gente aggiungeva,
negli albori dei nostri tentativi, ....guarda i cretini che vanno
a buttare il pesce in mare.
e poi, sapete cosa succede quando siete in due su una barca
con i bordi liberi piuttosto alti, un pesce che è più
lungo della larghezza della Vostra pedana ed una bella sciroccata
(non maestrale come mal si ricorda il Nibbio) che si alza?
Dovendolo per forza mettere dentro ..... le risate sono aumentate.
Ma visto che il Nibbio è (o meglio era) un nerboruto ex
giocatore di rugby e lo scrivente, di massa non indifferente,
al quattrocentesimo tentativo ci siamo riusciti.
Ma il finale comprende anche uno dei signori che ci aveva definito
"i fessi che portano il pesce in mare", che giurava
e spergiurava che, pur non sapendo di quale razza di siluro si
trattava, certamente un tonno non era.....
Saluti
Nibbio e Kurt
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