Dedicato a mio figlio
Ciao a tutti mi chiamo Aldo e la mia imbarcazione è la
NIKITA 2 ed esco da Fiumara Grande, vi racconterò della
prima volta di mio figlio LUCA di 12 anni.
Mio figlio mi segue a pesca da molto tempo, bolentino, traina,
drifting ecc ecc, quest'anno visto che la taglia dei tonni piano
piano era sempre diminuita avevo deciso di farlo sedere sulla
sedia per il suo primo combattimento dato che aveva assistito
a molte catture rendendosi utile in mille modi e il suo bagaglio
teorico oramai era più che sufficiente.
Dopo una prima uscita infruttuosa, siamo usciti di nuovo domenica
8 sett. per una battuta al tonno gigante, il mio equipaggio era
composto da mio figlio Luca, da Giuseppe un mio amico medico e
da suo figlio Lorenzo di 16 anni entrambi appassionati di mare
ma che non avevano mai assistito ad un combattimento con un TONNO.
Mentre eravamo in navigazione ho definito i ruoli che ognuno di
loro doveva adottare in caso di allamata e cioè Luca alla
canna, Giuseppe (pippo) al timone e Lorenzo al raffio mentre io
avrei aiutato Luca alla sedia ma soprattutto volevo stargli vicino
pronto ad evitare spiacevoli incidenti.
Dopo aver percorso diverse miglia finalmente siamo in pesca su
un fondale di circa 97 mt, mentre Luca inizia a pasturare io calo
le canne in acqua, una 80 lb, una 50lb e una 20/50 ma dopo un
paio d'ore decidiamo di cambiare posto perché siamo costantemente
disturbati da imbarcazioni a traina che passano incuranti quasi
a sfiorare i palloncini.
Visto che lo stato del mare lo permetteva abbiamo percorso ancora
5 / 6 miglia raggiungendo un punto dove già altre barche
erano in drifting e siccome il mio punto GPS era situato lontano
da loro, non infastidivo nessuno quindi mi sono fermato per ricominciare.
Il mare era tranquillissimo, l'acqua molto pulita x quella zona,
le sarde che gettavamo x pasturare erano prese d'assalto da una
miriade di tonnetti ma del Gigante neanche l'ombra, le notizie
che arrivavano dalle altre imbarcazioni non erano per niente incoraggianti:
era l'una e nessuno aveva ferrato.
Passò ancora un'oretta quando all'improvviso sentimmo urlare
la cicala del 6/0 sulla 20/50/ anche se ognuno di noi conosceva
il proprio compito rimasero tutti come paralizzati e ci volle
un po' x metterci in assetto da combattimento, intanto il tonno
aveva sbobinato circa 300 mt di filo ASSO da 50 lb.
Luca finalmente era alle prese con un tonno gigante e se nei suoi
occhi si leggeva la sua felicità nelle sue mani tremanti
era ben visibile una forte emozione.
Pippo era al settimo cielo, Lorenzo non riusciva a stare fermo
sporgendosi per cercare di vedere chi fosse che tirava in quel
modo ed io ero in un brodo di giuggiole pensando alla felicità
di Luca.
Non avevamo però fatto i conti con chi era dall'altra parte
e in breve ho verificato che il Tonno era di notevole stazza per
quella attrezzatura (forse 200 kg o giù di li) quindi bisognava
mantenere la calma cercando di non commettere errori. Il tiro
alla fune continuò ancora x molto tempo e rimasi meravigliato
dal comportamento di mio figlio il quale mise in pratica tutto
ciò che aveva visto fare da me e da altri in questi anni
in modo eccellente ma la cosa più incredibile era la sua
tenacia e nonostante lo sforzo fisico tremendo a cui era sottoposto
non diede mai segno di abbandonare la lotta.
Erano intanto passate più di due ore.
Provavo per lui una grande ammirazione e in quel momento cominciai
a rendermi conto che forse per i miei occhi di padre Luca, con
i suoi 12 anni, dimostrava già un temperamento di un uomo.
Non l'avevo mai visto così forte e caparbio, un figlio
è un figlio e non ci sono parole!
La mia gioia e quella di tutti svanì quando dopo un'altra
mezz'ora di dura lotta e con il tonno che oramai accennava ad
arrendersi un rumore, come un boato, ci prese tutti alla sprovvista;
la canna aveva ceduto allo sforzo e si era spezzata esattamente
a metà.
Vidi gli occhi di Luca riempirsi di lacrime mentre mi chiedeva
cosa avesse sbagliato ma lo riassicurai subito, la canna si era
rotta e basta senza errore di nessuno, tutti noi guardavamo increduli
il filo ancora intatto e fu allora che dopo aver dato comunicazione
via radio alle altre barche decisi di provare a tirarlo su con
le mani (qualcuno mi ricordò di fare molta attenzione,
mi scuso con Lui ma non ricordo il suo nome).
Pippo che aveva svolto il suo compito di Skipper, devo dire molto
bene e nonostante l'accaduto aveva mantenuto la sua proverbiale
calma di grande chirurgo, ebbe per un attimo un po' di timore
x quella manovra da me suggerita, ma non ebbe possibilità
di replica perché io indossati i guanti di cuoio stavo
già cominciando a fare le prime bracciate x cercare di
imbarcare il Tonno.
Questa operazione si concluse immediatamente, perché alla
rottura della canna, una parte di filo venuto a contatto con il
fusto spezzato si era logorato e fu' così che si ruppe
anche la lenza. Ci fu un triste silenzio tra noi poi, pian piano,
ripresi dallo schok abbiamo tutti abbracciato Luca congratulandoci
con lui per la sua grande impresa soprattutto per lo sfortunato
epilogo, ed io con gioia ricordo le sue parole :
------ Papà mi dispiace tanto per l'accaduto ma sono ugualmente
molto contento di questa giornata che non dimenticherò
mai, spero tanto che il tonno non abbia subito grossi guai perché
cosi' forse un giorno lo rincontrerò, e chissà forse
avrò in mano un'altra canna!! ---------
Mancavano 30 metri e Luca avrebbe coronato il suo sogno ma per
quanto mi riguarda lui è diventato per me un PICCOLO GRANDE
ANGLER.
Aldo Nikita Capotosti
Ora, in attesa di tempi migliori, per il momento pesco così,
con i dipinti a china
da me realizzati e riguardanti appunto la pesca d'altura,
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