lo scorso anno, in settembre, c'è stato un notevolissimo
passo di Alalunghe nell'Alto Jonio come non se ne vedevano da
anni, io ne ho approfittato perchè i miei amici possessori
di barche d'altura che solitamente si impegnano in altri tipi
di pesca si sono allettati notevolmente dalla possibilità
di riempire finalmente i carnieri e ...i vasetti di tonno sott'olio;
ma, come al solito, il mio pensiero andava sempre alla misteriosa
beccolunguta.
Così un giorno andando a pescare in altura a trenta miglia
al largo di Gallipoli, lì si trova la batimetrica dei mille
metri, luogo ideale per le Alalunghe, avevamo ospitato uno"scienziato"
Gallipolino famoso trainista di Ricciole e quant'altro; lo stesso
fenomeno ebbe a strabbuzzare gli occhi alla vista del mio raccoglitore
di artificiali (detto "libro dei sogni").
Dopo qualche strike multiplo portato a buon fine, anche perchè
il soggetto è in effetti abbastanza bravo, una canna posta
a 50 metri da poppa, armata con un octopus viola-fucsia da 16
guarnito con piume nere e lures gialli e con 40 gr. di piombo
in testa, parte da sola con uno scatto bruciante mantenendo sempre
la superficie ed in una direzione opposta a quella della barca;
a questo punto ricordando il detto di un mio amico Gallipolino
(pisce an sumu, pisce bueno: pesce in superficie, pesce buono)
prendo prontamente la canna (e chi arriva prima di me?) e capisco
subito che si tratta della sognata amica.
A questo punto tento di convincere disperatamente lo skipper,
che è anche il proprietario della barca, ad inseguire il
pesce, infatti l'aguglia, pur non essendo resistente quanto un
tonno, nella prima fuga è micidiale ed è quello
il momento più difficile, l'unico in cui ho perso tutte
quelle allamate.
Purtroppo lo "skipper" invece di rimanere "saldato"
ai comandi veniva bellamente in pozzetto a godersi la scena e
non c'era verso di farlo manovrare; a ciò aggiungasi che
lo "sienziato" gallipolino, quando ormai quasi tutto
il filo era fuoriuscito dalla bobina continuava a dirmi di stringere
la frizione: vi immaginate la scena di uno che ha un'Aguglia di
forse 20-25 kg. in canna che salta come una pazza a 300 metri
dalla barca e deve fare una lezione sul principio delle leve per
far capire che quanto più filo esce tanto maggiore è
la forza esercitata dalla frizione e che bisogna quindi allentare
e non stringere?
Ma a questo punto succede la cosa più grave anche dal
punto di vista etico: lo "scienziato", nonostante le
mie invettive sul fatto che la stavamo per perdere, si permette
di mettere mano alla frizione del mulinello stringendola infilando
una mano dalle mie spalle: è un attimo, l'ultimo strattone
e la lenza (50 lbs!)si spezza al nodo della girella. Funerale:
non so cosa mi tiene dall'assestargli un cazzottone in faccia,
in queste situazioni divento più cattivo di Bin Laden!
(Continua)
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