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Elenco programmi e risultati delle principali gare di pesca d'altura per l'anno in corso


I racconti delle vostre uscite in mare.....

Sibari in Calabria...

di Daniele Sica




Siti delle barche con gli equipaggi e i racconti delle loro avventure in mare

 

 



Racconti ed immagini di alcune catture segnalateci per l'anno in corso.








NEWS

Team HARPAX - Sibari, Calabria

Lo Spada che…non ti aspetti

Tra su (barca) e giù (apnea), la vacanza continuava ad offrire tanto e le afose giornate di Agosto trascorrevano con una impalpabile e fugace cadenza e gli amici si alternavano al mio fianco per delle pescate, che, senza infamia e senza lode, ci facevano mangiare pesce tutti i giorni, quando una sera, mentre giocavamo a carte, Vito (amico napoletano) mi chiede se può accompagnarmi in barca per una pescata. Io con gioia assecondo la richiesta e fissiamo l'appuntamento per l'indomani alle 5,30 del mattino.

Mi alzo, in silenzio per non svegliare la Famiglia esco in giardino e con l'aiuto della luce artificiale (era ancora buio pesto) preparo tutto l'occorrente per la solita pescata agli Sgombri e a qualche piccolo Tonnetto.

Carico la macchina e vado all'appuntamento con l'amico (a casa sua), dal cancello, non vedendo luci accese, chiamo Vito, ma quando lo sguardo cade sul fluorescente orologio, con frettolosa vergogna rientro a casa…..erano ancora le 4,00! Preparando delle ulteriori esche, supero il mattutino sbigottimento e quando arriva, finalmente, l'ora, mi reco dall'amico.

L'atmosfera è differente, Vito mi aspettava, mentre la sua gentile consorte ci stava preparando un buon caffè. Memore della "Esperienza Americana", chiedo a Vito se sa nuotare e dopo il suo serafico positivo proclamo ci spingiamo in Mare. La mattinata procedeva tranquilla con le solite catture (Sgombri, qualche Sauro e dei piccoli Tonnetti), quando decidiamo di fare un tragitto di traina fino al largo della foce del fiume Crati.

Vito pescava con la canna da trainetta (quella delle Ricciole) ed io guidavo e trainavo con una canna da 40/50 lb, con filo da 0,35 (che mi era stato consigliato dal mio bravo negoziante di fiducia; Lucio Gammetta di Corigliano Calabro), con per terminale il solito sciame di artificiali in gomma che simulavano un branchetto di Sardine.

Parlavamo del più e del meno con l'amico, quando alle ore 8,15 sento il cicalino fischiare come mai, impugno meglio la canna, mi giro e scorgo all'orizzonte una bellissima siluette che danza saltando sull'acqua: si, si…..è proprio lui…..il Pesce Spada! Vito, con serafico stupore mi conferma la mia impressione, io lo incito a prendere la guida e, consigliato da una ipotetica Musa Marina, lo spingo a seguire il "Principe".

Ancora adesso sento il velocissimo stridio della frizione e rivivo le sconsolate sensazioni che provavo al pensiero che ne il terminale e ne il filo avrebbero potuto tenere quello splendido Pesce. Per ben tre volte ha tirato a se 300 m di filo, e noi a seguirlo con il timore che potesse andare a finire tra le lenze dei vari Palamiti che ci circondavano.

Dopo ¾ d'ora di duro combattimento, ero stanco, avevo un forte mal di schiena (la barca è poco profonda e priva di attrezzatura specifica), appoggiavo la canna all'inguine e ciò mi procurava ulteriore dolore. All'ennesima fuga del Pesce Moschettiere, ho piegato una maglia di lana, l'ho interposta tra la canna e il mio corpo ed ho espresso a Vito la mia sfiducia, dettata dall'inadatta attrezzatura e dal fatto che forse non aveva abboccato, ma si era ferrato sul corpo (questa convinzione mi scaturiva dal fatto che con un Palamito, sul Tirreno, in compagnia dell'amico Gigi Sicoli, suo suocero Peppino, Antonio e Sandro, io avevo avuto la fortuna di tirare su uno Spadino di 10 kg, ferrato in bocca e che, forse per questo, ha opposto poca resistenza).

Con l'inaspettata e per questo ancor più lodevole bravura di Vito nel gestire la barca, abbiamo seguito lo Spada per ancora ¼ d'ora, recuperando quasi tutta la lenza e nel momento in cui c'è comparsa la inconfondibile sagoma del Principe dei nostri mari, abbiamo cullato l'idea che forse ce l'avevamo fatta. Ho fatto spegnere il motore e non disponendo dell'arpione, ho cercato di far girare il Pesce e quando, ormai sfinito Lui (come Me ed Io come Lui), si è prestato al nostro intento, l'ho afferrato per la coda e con un colpo secco l'ho tirato su.

Con soddisfazione e con la solita riverenza verso il divino ed il profano, ho con le dita della mano tracciato una croce sulle argentee branchie del Nobil Pesce (come avevo visto fare in un documentario a dei pescatori delle Spadare di Scilla e Caridi), che, dal profondo dei suoi occhioni blu, sembrava si complimentasse con estrema sportività per la sofferta vittoria da parte mia nell'epico duello che gli sarebbe costata la vita.

La grande gioia mia e di Vito ci ha spinti ad abbracciarci e non ci ha fatto notare che il Pesce si era ferrato come io avevo supposto, cioè sul corpo.

La stanchezza si faceva sentire, i dolori mi attanagliavano, ma la gioia era grande e quindi abbiamo continuato a trainare ancora per un po' di tempo, evidenziando che i discorsi involontariamente propiziatori sul bellissimo libro di Hemingway "Il Vecchio e il Mare" ci avevano fatto catturare questo splendido (almeno per noi novizi pescatori) esemplare di oltre 16 kg di peso (Foto2).

Appena passata la sbornia di felicità, ci siamo attaccati ai telefonini, abbiamo chiamato gli amici Elio e Michele e le rispettive nostre Famiglie, invitando tutti ad armarsi di telecamere e fotocamere per immortalare il nostro arrivo in spiaggia.

Dopo aver spento il motore alla debita distanza, a remi ci siamo avvicinati al lido che di solito ci vede bagnanti, la voce si era sparsa e tutti ci aspettavano per partecipare alla nostra grande gioia e per incidere con noi questo bel momento, che tra leggende e detti, ci ha donato il "PESCE SPADA"….che non Ti aspetti.

(seguito del racconto)


16 Novembre - 2002 (Powered by Net Tuna)