Nulla di particolare,
ma quando ci si trova su un'altra barca, e soprattutto in
gara, le responsabilità per chi va alla canna non
son poche, visti anche i premi in palio, per non dire poi
se vi è abbinata anche una selettiva per il campionato
italiano; ma in questo caso quest'ultima ipotesi non era
contemplata, peccato.
Nulla di particolare perché chissà quanti
altri si sono trovati nella stessa situazione, o in altre
ancor più particolari?
Il tonno non era grosso, ma il peso si comincia ad avvertire
dopo le prime pompate serie, la canna e filo erano 50 libbre,
la barca poco più di 10 metri con sedia, molto sporgente,
al centro della poppa, una plancetta anche questa di buone
dimensioni ma non esageratamente sporgente, circa una metrata
o poco meno, sto parlando del Moricam di Pesaro comandata
dal caro amico, Gianni Bassi.
Al dolce suo del richiamo del Treno dei mari, e dopo alcuni
istanti di stupore, mi alzo dalla plancetta in cui fino
a pochi istanti prima vi ero seduto per diradare la pasturazione.
In un balzo sono in barca, uno sguardo intenso con Gianni
e via mi infilo la maglietta, chiedo a Pippo il permesso,
visto che era sua la canna con il pesce attaccato, e mentre
gli altri recuperano le lenze delle altre due canne in acqua
e al seguito anche l'ancora galleggiante, mi ritrovo in
sedia con una prospettiva felice.
Finalmente si combatte.
Per il giubbotto non è ora, il pesce sta prendendosi
ancora filo e guadagna così qualche centinaio di
metri di distanza.
La comunicazione alla barca giuria, del tonno in canna,
è stata data via radio, come pure le coordinate della
barca. Gianni comincia a dare di retro con la poppa verso
il pesce e Pippo mi aiuta invece ad infilare il giubbotto
che subito viene agganciato al mulinello.
La barca procede lentamente, e mi aiuta nel lento recupero
della lenza, pompate lunghe e dolci ma il pesce ancora non
si sente. Ci ritroviamo a combattere il pesce sulla sinistra
dello specchio di poppa, fin dai primi istanti, non viene
da pensarlo in quel momento, ma è probabile che il
tonno abbia mangiato l'esca così da ritrovarsi l'amo
sulla sinistra della sua bocca e nel fuggire sia andato
leggermente in quella direzione, sia per la trazione esercitata
dal mulinello, che dalla lenza e sue anse in acqua.
Rimaniamo quindi così, tenendo il pesce da quel lato
della barca.
Ora le pompate cominciano a farsi sentire, così come
pure le testate del pesce sulla canna, ma la forza impressa
per portare a termine la pompata è tale che mi fa
pensare ad un tonno di medio piccole dimensioni.
Ci stiamo giocando la gara e speravo in qualche decina
di chili in più, ma non troppo visto che siamo con
una 50 libbre e che altri, prima di noi nella stessa giornata,
avevano schiantato la lenza dopo poco tempo la dichiarazione
del tonno in canna.
Il pesce comincia ad essere a un centinaio di metri dalla
barca, chiedo a Gianni di tenermi il tonno su quel lato
della poppa, governando la barca per tenere il filo in acqua
con quell'inclinazione a marcia avanti ma non troppo veloce.
Sto chiedendo di portare la barca come solitamente facciamo
con la mia, di più modeste dimensioni, ora il posto
di comando non permette neanche un buon controllo della
situazione.
Passa qualche istante e rovescio la frittata, chiedo a
Gianni di governare la barca a modo suo, come ha fatto in
altre situazioni e così, in pochi istanti ci troviamo
con la barca ferma a motori accesi.
Fantastico, va bene così, no problem !!
(
Continua ) »»
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