In quest'articolo non vogliamo parlare se è meglio
raffiare o liberare il pesce, la risposta sarebbe ovvia,
questa cosa è già stata discussa nel forum
di discussione; daremo solo qualche consiglio pratico per
eseguire l'operazione al meglio.
Il raffio, al pari dell'arpione meno sportivo, è
uno strumento che serve per "assicurare" il pesce
alla barca. Questi hanno una punta al termine di un'asta
in acciaio ricurva o dritta, collegabile a sua volta ad
un manico e ad una cima. Una volta inflitto il colpo, il
manico viene staccato e al pesce rimane il raffio con la
cima, raffio volante, molto intelligente perché in
caso di una nuova partenza del tonno gigante, questo potrà
essere gestito con uno spezzone di cima, assicurata da un
lato, ad una bitta della barca.
L'arpione è meno sportivo poiché, può
essere lanciato e la sua punta è provvista di un'aletta
metallica che impedisce la fuoriuscita dell'asta dal corpo
del pesce; ogni riferimento sarà quindi all'uso del
raffio.
Come raffiare
La zona del corpo del tonno dove è meglio "bucare"
è quella della schiena, più resistente a slabbrature
e meno pregiata, ma anche più sensibile perché
zona più ricca di muscoli. La mossa migliore è
dal basso verso l'alto con la punta rivolta verso l'esterno
della barca; la forza da applicare è maggiore perché
oltre a quella di penetrazione bisogna applicare quella
del peso intrinseco del raffio.
La schiena del tonno è larga ma il compito è
facilitato perché solitamente il pesce si presenta
di traverso alla superficie dell'acqua. Il pesce raffiato
viene avvicinato alla barca e la punta fuoriuscendo non
andrà a sbattere e a rovinare la barca. La pancia,
più morbida e tenera della schiena, può essere
trapassata facilmente su entrambi i due lati. Il pesce in
questo caso, causa trazione verso l'alto, viene a trovarsi
con il ventre verso la superficie dell'acqua. E' vero anche
che il ventre si presta di più a slabbrature della
ferita, ma è anche vero che essendo meno sensibile
e costringendo il pesce a stare pancia in alto, il tonno
si dibatte molto meno di quanto raffiato sulla schiena.
E' consigliabile raffiare il tonno sulla schiena quando
questo è a facile portata di raffio, cioè
vicino la murata della barca, e solo quando siete sicuri
di poter esercitare una buona forza. Allungarsi troppo per
raggiungere il pesce può voler dire sbagliare la
raffiata o soltanto ferire il pesce, con non pochi problemi.
Se non si riesce ad avvicinare il pesce alla barca si può
raffiare sporgendosi, il giusto da questa, e puntare magari
sul ventre, che si buca come il burro, in un momento in
cui non possiamo imprimere tutte le nostre forze è
forse meglio azionare dall'alto verso il basso sfruttando
il peso del raffio. Questo da farsi solo in casi eccezionali.
Una volta il pesce ci stava facendo impazzire, era ripartito
più volte ma all'ennesimo riavvicinamento, anche
se un po' troppo lontano, l'ho raffiato per il ventre, dall'alto
verso il basso. Il pesce non ha fatto una piega e il raffio
è penetrato senza fatica; unico problema è
che la punta del raffio puntava sulla barca e tenerla lontana
non è stato semplice.
A seguito di ciò mi sono preso alcune critiche come
quella che li non si raffia mai, e che è meglio aspettare
che si presenti l'occasione migliore. Che vi devo dire,
non c'è stata cosa più semplice di quella
volta, forse perché è andato tutto bene ed
il pesce non ha fatto un'ultima fuga.
(Seguito)
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