Kurt Miller, nel suo articolo ci ha già descritto
la storia del Big Game fishing tutto italiano, a cui rimandiamo
per un'attenta lettura:
Gli
Albori del Big Game fishing ITALIANO
I racconti dei primi combattimenti, se così se ne
può parlare, svolti nel medio adriatico erano del
tutto singolari e, durante le giornate autunnali in cui
ci si ritrova al bar di mattino presto causa impossibilità
di uscita, ascoltarli per l'ennesima volta è ancora
una grande emozione.
Erano gli inizi degli anni '80, e qualche coraggioso pescatore,
si avventurava alla ricerca di tonni giganti, da qualche
tempo rimasti nelle reti dei pescatori professionisti. Ricerca
innanzitutto perché era un via vai per varie direzioni
a caccia delle volanti dei pescatori di cattolica.
Una volta ritrovati s'improvvisava una battaglia fra gli
sportivi che filavano le lenze sotto la sacca del pescato
mentre veniva tirato in superficie e i professionisti che
non volevano disturbi intorno a loro.
All'allamata mentre il filo fuoriusciva dalla canna, venivano
legate delle cime a mezzo di moschettoni sul mulinello;
a queste cime venivano poi attaccati ogni tanto dei normali
parabordi.
E così poco dopo la partenza del pesce la canna veniva
gettata in acqua cominciando a lasciargli cima e al seguito
anche i parabordi finché non era tutto in mare. Una
volta filato il tutto si limitavano a seguire gli spostamenti
e le evoluzioni dei tonni, che appesantiti del fardello
dopo poco rallentavano la loro fuga e una volta resisi più
arrendevoli venivano tirati a bordo.
Poi hanno cominciato ad organizzarsi ed attrezzarsi un po'
meglio. Sempre attrezzature pesanti, 130 libbre con fili
anche più grossi, ami e girelle sovra dimensionati;
che dire, a quei tempi i tonni mangiavano anche così.
Quando il tonno mangiava l'esca e cominciava a sfilare
la lenza, ed erano tutti tonni Giganti fra i 250 e 350 Kg.,
veniva messo in acqua un piccolo gommone, in due si si gettavano
dentro dalla barca e gli altri gli passavano la canna. Secchio
con cima a poppa del gommone e via dietro a questo, trainato
dalla sola forza del pesce; motore infatti non ve ne era.
E così una volta sono passati a poca distanza da
un barcone trasporto passeggeri (gita turistica) i cui turisti
intenti nel mangiare il cocomero, si sono visti questo gommone
che procedeva a buona andatura senza rumore di motore.
Rimasti interdetti per qualche istante per l'inusuale circostanza
si sono rimessi a mangiare il cocomero pensando a cosa ci
fosse stato dentro quel vino offerto dalla casa e come dire
che loro non avevano visto niente.
Il seguito è storia di tutti i giorni, combattimenti
sicuramente più sportivi ma quel "briciolo"
di avventura ed incoscienza in più è ormai
solo nella storia passata.
Non c'erano ancora i fisherman che ci sono oggi e quindi
andava bene anche una barca tipo piccolo peschereccio che
ogni volta che arrivava in zona, a fine strisciata, aveva
già i tonni nella scia poco sotto la barca.
Poi si usciva anche con tutti i tempi, nebbia quindi a
rientro e poco male se finiva solo con la barca che s'incagliava
negli scogli.
(La
partenza del tonno)
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