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Autore

Luigi Lasi
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Combattimento: la partenza del tonno

 

La partenza del pesce in canna
Momento magico, per molti l'unico per cui valga la pena andare a pesca di tonni. Il filo che si alza sull'acqua, la canna che si piega e il rumore del cicalino impazzito ci confonde per qualche interminabile istante.

A molti pescatori, passato questo momento, ben poco interessa andare alla canna per combattere il pesce, questo per dire dell'intensità di quei primi istanti, e volentieri cedono il posto a qualche volenteroso.

Come c'è anche qualche barca in cui la sedia rimane vuota, la canna piegata che perde filo rimane inserita nel portacanne, mentre tutto l'equipaggio, sgomitando, si precipita ai comandi, pur di non dover andare in canna a soffrire; è una barca che ha vissuto molti combattimenti, le schiene sono ormai a pezzi e dove sono ben accetti gli ospiti purché vadano alla sedia in caso di allamata. Caso estremo ma singolare.
Anche se il suo rumore è a noi molto piacevole, ricordiamoci di staccare appena possibile il cicalino del mulinello.
Casi particolari
Citiamo alcuni casi in cui il pesce durante la prima fuga non si comporta come normalmente dovrebbe, cioè affondandosi ed allontanandosi dalla barca. E' il caso, forse unico, in cui il pesce nella sua fuga disperata si dirige verso la barca poco sotto il pelo dell'acqua sbattendo contro la murata lasciando così interdetto l'equipaggio che vede poi il pesce allontanarsi tutto stordito ed ubriaco.

In Alto Adriatico è successo più di frequente che il pesce, nella sua fuga iniziale e verticale, si sia andato a piantare contro il fondo sabbioso-limoso morendo all'istante. Il tonno si credeva ancora di essere nel medio o basso adriatico e, con la "visibilità" dell'acqua, si è trovato un muro di fronte.

Così dopo aver sfilato alcune decine di metri di filo, questo va in bando, si pensa subito al peggio e cioè che il pesce si sia slamato, invece recuperando la lenza questa ritorna in tiro, ma come se fosse presa sul fondo. Tirando, il pesce comincia a salire venendo in superficie morto, con il muso sporco di sangue e fango.

Combattimenti più brevi non ce ne sono stati, se di combattimento però è giusto parlare.
Altre volte il pesce ha mangiato in superficie con partenza sotto il pelo dell'acqua come di un pesce in un torrente con poc'acqua, come è pure successo che non accortosi del primo inganno, si sia diretto tranquillamente su un'altra esca, ingoiando anche quest'ultima con i problemi che ne conseguono. Ma anche altri pesci come sgombri, boniti e suri, spesso ingoiano le esche di due pescatori.

 

All'allamata è importante e, sportivamente più corretto, sfilare subito la canna dal portacanne e tenendola orizzontale o quasi sul pelo dell'acqua, portarsi o farsela passare sulla sedia da combattimento; al giubbetto penserete in un secondo momento, è bene infatti non sciupare momenti preziosi.

Lo skipper penserà ad accendere subito i motori per tenersi pronto ad iniziare l'inseguimento mentre gli altri cominceranno a tirar su le altre lenze, facendo attenzione che queste non si siano prese con la lenza che ha il pesce. Attenti però nella foga di tirar su le altre canne, ricordatevi che vi sono i piombi anche di diversi etti e che, come già successo, si possono stampare con violenza sulla testa di qualcuno o sbattere rovinosamente sulla barca.

Con la sedia a poppa è bene riporre subito le canne in un posto tranquillo, e che non infastidiscano il combattimento, da sistemare meglio successivamente.

Con la sedia a prua, una volta che l'angler è sulla sedia la barca può cominciare a procedere verso il pesce, lasciando il compito a qualcun altro di tirar su le canne rimaste nello specchio di poppa.

 

(Seguito)

 


Il Combattimento

Premessa

Un po' di Storia

La partenza del pesce

Fasi iniziali

Alcune Tipologie

Fase Finale

La raffiata

L'imbarco del pesce

 

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10 Luglio - 2002 (Powered by Net Tuna)