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Golfo di Napoli - Tonno Gigante
Ecco il racconto della cattura di un bel tonno pochi giorni dopo
quella dello squalo volpe.
Dopo la cattura
dello squalo volpe io, Enrico ed Enzo contavamo i giorni che
mancavano alla nostra prossima uscita. Le notizie che avevamo
avute dalle cianciole dei professionisti erano attendibili, anche
se invece del tonno era venuto uno squalo volpe, valeva certamente
la pena di ritentare nello stesso luogo.
L'incredulità però di trovare tonni abbastanza
grossi in un fondale di 30 mt. era sempre presente e durante il
trasferimento di andata giungemmo alla conclusione che in effetti
per i tonni era più facile fare appallare le sardine in
un basso fondale piuttosto che nei 190/200 MT. dove ci recavamo
di solito ad insidiarli.
Arrivati sul luogo prestabilito preferiamo ancorarci perché
15/20 nodi di maestrale ben steso che non intendeva diminuire
non ci avrebbe certo aiutato a pescare correttamente. Caliamo
3 canne di cui una in corrente, una a mezz'acqua e una sul fondo
per la quarta preferiamo aspettare a causa del vento.
Mentre Enzo stava allontanando dalla barca la lenza della canna
a fondo sentiamo il cicalino partire a velocità di.........
tonno, non c'erano dubbi. Enzo gocciolava sangue dalla mano tagliata
dall'improvvisa partenza della lenza........ ma questo in quel
momento non lo preoccupava affatto.
Si iniziano le danze, Enrico in sedia, Enzo ad assisterlo ed io
a manovrare la barca e se avessimo avuto la sedia a prua non gli
avremmo fatto prendere tanto filo visto che cercammo di accorciare
al massimo il tempo di recupero causa condizioni meteo peggiorate
sensibilmente.
Ma con un equipaggio cosi mi sentivo, come al solito molto tranquillo,
il pesce aggallò dopo soli 35 minuti e la raffiata di Enzo
fu magistrale. Quel giorno mi resi conto perché non bisogna
MAI AVVOLGERSI IL FILO ALLE MANI e che per ogni spostamento di
canna la frizione deve essere sempre diminuita anche se si pensa
che le probabilità che un tonno mangi in quel preciso istante
sono minime.
A MARE COME NELLA VITA NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE.
Salvatore Mele
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