La prima settima di agosto come di consueto mi sono recato in
Sardegna per dedicarmi alla pesca a traina con il vivo.
Una mattina decisi di rinunciare alla cattura delle ricciole,
che già da svariati giorni erano oggetto delle mie catture,
per dedicarmi alla pesca al dentice. Volevo infatti prenderne
uno superiore a 10 kg visto che la stagione precedente mi ero
fermato a quota 9,100 kg.
Il mio amico Enrico, grande pescatore e gestore del Bar e Alaggio
di Porto Palmas, incantevole insenatura sulla costa nord - occidentale
della Sardegna, mi aveva consigliato di andare a pescare su alcune
"risalite" più a nord verso Stintino.
Il giorno seguente in compagnia della mia ragazza, approfittando
del mare relativamente calmo, puntai la prua del mio gommone Cecio
III verso questo nuovo luogo di pesca .
In poco tempo riuscimmo a riempire la vasca del vivo di grosse
occhiate e a calare le lenze delle due canne da traina (una con
il Dacron piombato e l'altra con multifibre e piombo guardiano).
Leggendo l'ecoscandaglio bastarono pochi minuti per individuare
un interessante "salto batimetrico" caratterizzato
dalla presenza di numerosi pesci ammassati, tipico atteggiamento
della mangianza quando viene impaurita dalla presenza di grossi
predatori in caccia.
Al primo passaggio partì subito una canna e dopo un breve
combattimento portai al raffio un bel dentice di 5 Kg.
Neanche ero riuscito a riporlo nell'igloo del pescato che incominciò
a cantare il cicalino del mulinello della seconda canna. Ferrai
immediatamente ma intuii che sarebbe stato molto difficile portare
il pesce a bordo visto che era riuscito a raggiungere il fondo
tentando d'intanarsi. Cercai di pomparlo ma con due testate più
decise ma questo troncò il terminale dello 0,80.
Fortunatamente avendo marcato in precedenza il punto con il GPS
non mi fu difficile ripassare sul "luogo magico" ma
questa volta con una sola canna visto che mi risultava difficoltoso
gestirne due con quella abbondanza di mangiate.
Salirono a bordo in breve tempo altri tre corpulenti dentici ma
guardando nella vasca del vivo mi accorsi che erano rimaste solo
sue occhiate di formato big. Esitai ad innescarle data la loro
eccessiva grandezza ma poi pensai che in quella giornata così
particolare potesse valere l'equazione esca grande/pesce grande.
Così mi feci coraggio e ne innescai una. Riuscivo nitidamente,
dal cimino della canna, a percepire il nervosismo dell'occhiata
e infatti appena passammo vicino ai predatori la canna si piegò
esageratamente per poi riaddrizzarsi.
L'esca era stata recisa di netto sicuramente da un morso di un
pesce di grossa mole.
Innescai l'ultima occhiata e con la canna in mano ritransitai
sulla risalita pronto a ferrare.
Percepii tutte le fasi dell'attacco e quando ritenni opportuno
strinsi la frizione e ferrai. Questa volta il pesce era allamato
ma dovetti penare non poco per portarlo, ormai esausto, alla portata
del raffio.
Risultò essere uno splendido dentice di 8,400 kg che andò
a fare compagnia agli altri 4, non male per una sola battuta di
pesca!
Appagato ripresi la via del ritorno contento di aver vissuto una
bella giornata di mare ma con il rammarico di non aver superato
il record dell'anno precedente.
Sarà per la prossima volta!
Saluti da
Alessandro Murgo
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