La traina alla Spigola é una tecnica di pesca che prevede
il movimento veloce dell'esca; il terminale in teoria non dovrebbe
essere di rilevante importanza per trasparenza e diametro. Ci
sono, infatti, casi in cui la visibilità del terminale
é assolutamente relativa: maggiore é la velocità
di traina, minore é la visibilità del terminale.
Ne conviene, ad esempio, che un pesce molto sospettoso come la
Spigola disdegni terminali superiori allo 0,30 trainando a due
nodi, mentre attacchi tranquillamente un'esca montata su uno 0,50
trainata a cinque nodi.
L'avventura comincia i primi giorni di Agosto, partenza ore 14.00.
Furio, ormai frequente compagno di uscite, insiste per portarmi
a trainare nel suo "hot spot" segreto. Arrivati sul
luogo stabilito, caratterizzato da un'acqua molto limpida, incominciamo
ad attrezzare le canne, lui con un grosso RAPALA TESTA ROSSA di
circa 14 cm., mentre io vado ad armare con un RAPALA CD-9 MU (vedi
foto), il quale mi ha sempre dato grosse soddisfazioni con predatori
medi e grandi.
Si inizia a trainare alla velocità di 2,5 nodi (causa
filo dello 0,20) ed ecco che l'eco ci segnala immediatamente un
interessante avvallamento, che sale fino a 3 metri ed evidenzia
sulla sua sommità alcuni insignificanti pesciolini.
Penso che anche oggi andrà a finire come più spesso
finisce in questi ultimi tempi, con un cestino vuoto!!! Noto comunque
che in zona non ci sono molte barche, così, se non altro,
traineremo senza doverci preoccupare dei movimenti degli altri.
Visti gli ampi spazi a disposizione, decidiamo di trainare nel
centro del canale, ma senza alcun risultato, per cui viriamo di
bordo con l'intenzione di rifare il percorso tenendoci un po'
più in prossimità della riva.
Una rapida occhiata allo scandaglio ci rivela che alla
profondità di 4 metri sta stazionando un bel pesce. Ci
mettiamo subito in allerta; abbiamo fuori una trentina di metri
di filo. Improvvisamente la canna si curva e il mulinello comincia
a stridere: la nostra agognata preda si sta portando pericolosamente
via un sacco di filo. Impugno, pertanto, velocemente la canna
per contrastarne la repentina fuga, mentre nel contempo Furio
va a manovrare nel tentativo di contrastarne la fuga, in modo
che la lenza e la trazione si riducano a nostro vantaggio.
Mi rendo subito conto che sulla canna grava un peso molto forte,
che a momenti si anima particolarmente dando vigorose testate,
tanto da farmi temere il peggio. Ma non demordo.
La mia é una canna sottile e di media lunghezza (silver
creek della Daiwa), ma debbo affermare che si comporta molto bene,
data la sua particolare azione parabolica, la quale la fa risultare
anche aggraziata nell'azione. Peculiarità che, nonostante
ne riduca l'azione di pompaggio, mi mette al riparo da sgradevoli
sorprese.
Tornando al vivo dell'azione, dopo circa 15 minuti di acceso combattimento,
le testate per nostra fortuna si sono fatte più rare, segno
inequivocabile che la nostra ambita preda si trova in procinto
di cedere. Però continuo a sentire una particolare resistenza
alla trazione, e ciò mi da l'idea di averla allamata al
lato della bocca, costringendola così a tenerla aperta,
in modo tale da provocare un maggior attrito con l'acqua. Le pompate
ora si fanno più frequenti e precise, dandomi la possibilità
di recuperare due giri di bobina per ognuna di esse, pari a circa
1,5 metri di lenza.
Ancora circa 20 minuti e ce l'abbiamo a vista. E' veramente grande!
Sale la concitazione: indico a Furio di prendere il guadino, ma
come succede in questi momenti, il manico é da una parte,
mentre l'anello con la rete da un'altra, impigliato nelle marre
dell'ancora, accidenti!!
Momenti drammaticamente lunghi e confusi, nei quali ti appare
lo spettro della sconfitta amara. Per nostra fortuna le cose si
sistemano presto, il guadino è ricomposto e pronto ad assolvere
il suo compito.
Ora il nostro bel pescione è quasi affiorato e si trova
a pochi metri dalla barca: é il caso di fare molta attenzione,
perché il pesce non e' ancora battuto, può da un
momento all'altro scatenare la sua furia; allento di nuovo la
frizione quanto basta perché non slitti.
Furio dopo aver ricomposto il guadino é pronto per gradinare:
ora è a tiro, e un colpo deciso e preciso va a porre fine
alle nostre ansie. La bella spigolona viene sollevata con fatica
e posta dentro la barca.
Ora é nel pozzetto, dove esibisce tutta la sua bellezza.
E' definitivamente nostra!!!
Un rivolo di sangue scivola dall'opercolo e la coda prende a tremare
preannunciandone la morte. Ho quasi un sentimento di pietà
nei suoi confronti. Con una punta di rimorso mi ritrovo a sperare
che le sue sofferenze siano limitate. Solo un momento e trovo
poi subito una ragione, pensando che d'altra parte la sorte abbia
assegnato a lei il ruolo di pesce ed a me quello di pescatore.
E in questa circostanza ognuno ha fatto al proprio meglio la propria
parte.
E' ancora presto per il rientro, non ci resta che bere una birra,
accendere una sigaretta e riprendere a trainare, questa volta
in compagnia della mia "SPIGOLONA".
Grazie Furio per la splendida giornata.
Tanti saluti Andrea
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