Non ricordo un settembre così brutto dal punto di vista
metereologico in Sicilia da anni.
Ero da una settimana a San Vito Lo Capo e per il forte libeccio
non avevo ancora potuto mettere la prua della mia "babaluscia"
(è il nomignolo che ho dato alla mia pilotina) in direzione
delle secche che ho cominciato a visitare l'anno prima quando
sono passato dalla traina con gli artificiali a quella con l'aguglia
viva.
Finalmente una schiarita, il mare in scaduta io ed il mio amico
Vito puntiamo verso le isole Egadi per la prima vera battuta di
pesca della stagione.
Durante il trasferimento inizia a montare il vento che precede
una violenta perturbazione e siamo costretti a cercare un riparo
a ridosso in attesa di un miglioramento.
Dopo un temporale che sembrava non volesse finire mai abbiamo
fatto solo tre aguglie e anche a causa delle cattive condizioni
del mare abbiamo calato una sola canna che lavorava a mezz'acqua.
Subito una partenza fulminante, tento di rallentarne la fuga
ma dopo pochi istanti la tensione cessa.
Sono sommerso dai rimproveri di Vito che da sempre mi accusa
di usare attrezzature e terminali troppo leggeri, di non saper
fare i nodi ed altro ancora.
Recupero e constatiamo che non si trattato di una rottura ma
semplicemente perchè l'esca è stata attaccata sull'amo
trainante che non ha fatto presa sufficiente.
Secondo passaggio in zona e nuovo strike con Vito questa volta
alla canna ed io a raffiare la prima ricciola.
Complimenti, stretta di mano ed inneschiamo l'ultima aguglia,
quando .... strike di nuovo, il cicalino impazzisce e questa volta
tocca a me, Vito al timone manovra verso il largo, il filo fuoriesce
dal mulinello senza sosta e credendo di aver preso il fondo chiedo
di accostare.
A quel punto il pesce cambia direzione, ci affianca e ci supera
in velocità ma dopo mezz'ora è nel pozzetto della
barca.
Foto di rito e appuntamento per il giono dopo che ci regalerà
altri quattro splendidi pesci.
Saluti a Tutti
Angelo Conforti
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