Emme
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Sardegna
FOTO
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Disperazione e panico ogni giorno che passava, benzina
consumata da dover concordare con Greenpeace di aver inquinato
una buona parte del canale di Sardegna senza avere il piacere
di mettere a pozzetto qualcosa di veramente buono. Biasimi
con gli amici e con Luigi lamentele da vecchietti quasi
fossimo vicino alla depressione, ma poi dicono tutti la
stessa cosa, la pesca è cosi!!
Dove eravamo rimasti? A maggio vero? Beh passa anche tutto
giugno senza un segnale di pace da parte di chicchessia,
e la cosa a questo punto diventa veramente preoccupante,
se non altro perché il nostro pescatore professionista
(nel vero senso della parola) ci dice che maggio e giugno
sono i mesi ideali per i musoni, muntoni, dentici, chiamateli
come vi pare, ma di questi bellissimi pesci neppure l'ombra.
Spariti nel nulla come i dinosauri, ricordate la loro storia?
I dentici, uguale!! Solo le braccia erano rinvigorite ed
elastiche neanche fossi un ventenne. Finchè si arriva
ad archiviare la nuova tecnica si smonta pezzo per pezzo
ogni artificiale lo si mette in vasellina e si rimette tutto
in ripostiglio. Spazio rimasto ormai nulla quindi non ci
sarà un'altra tecnica ad infinocchiarmi. (le ultime
parole famose)
Mare estremamente calmo, brezza leggera, acqua trasparente,
accenno di alta marea che via via raggiunge il suo massimo
verso mezzogiorno. A bordo nessuno, neppure il cane, tutti
sono rimasti chi in spiaggia chi attraccato al molo disperato,
in quella mattinata stupenda di fine luglio io e la mia
barca in mezzo al mare ci sentivamo veramente i padroni
del mondo, si navigava e ci godevano tutto il possibile,
dall'acqua sottostante, alle colline appena visibili, alla
temperatura veramente africana, si filava lisci da meraviglia
con circa 400 metri di monel in acqua, tranquillo,
oserei scrivere sereno tanto ero sicuro di ritornare in
porto col pozzetto vuoto per l'ennesima volta,ma qui si
è compiuto il miracolo tanto atteso. Pessimisticamente
ho pensato come al solito all'arrocco con fare molto scettico,
ma cosi non era, il mulinello cantava e non voleva smettere
sino alla ferrata, secca ma non violenta e da li il putiferio
è iniziato riportando la memoria a tutte quelle avventure
trascorse in quel braccio di mare. Ragazzi tirava come un
ossesso ma ora che era a portata, solo un fulmine a ciel
sereno mi avrebbe fermato.
Quanto sia durata la lotta? Difficile da descrivere, ma
è durata molto, un tira e molla sfiancante, ormai
fuori allenamento mi doleva tutto tranne le braccia ormai
super allenate le spalle le mani le dita semilogorate dal
monel insomma rotto sotto tutti i punti di vista, ma lui,
lui non mollava un metro; uno ne guadagnavo ed uno lo perdevo,
tre ne prendevo e quattro li dovevo lasciare per assecondare
le testate, era tutto cosi stranamente sotto controllo e
la cannina dava del suo meglio.
Vero che in quei momenti non ti passa altro per la testa
che la bontà dei nodi, le giunzioni fatte, il finale,
l'ancoretta che si potrebbe aprire e altro ed altro ancora?
E' vero? E' vero! E chi dice no è semplicemente bugiardo
oppure non ha mai pescato dentici. Se hai fatto tutto bene
lo vedi a galla attorno ai 50 metri dalla barca ed il più
è fatto, ma questa volta i metri erano forse più
di 100 e la pressione sale sale sale perché quando
inizia con i suoi mulinelli può ancora succedere
di tutto; con calma ed assoluta freddezza omicida (sembravo
l'ispettore Callagan o come diavolo si scrive) metto il
motore completamente in folle, anzi lo spengo per carpire
tutti i rumori possibili da captare con l'adrenalina a mille
tutti girano, lui con splash udibilissimi, il mulinello
con la sua musichetta tu solo col fiatone senza girare.
In quel momento pur senza volerlo avresti voluto che almeno
qualcuno ti prendesse il coppo, il raffio no è troppo
violento, ma ci siamo solo noi, io e la barca.
Con estrema cautela sono riuscito a portarlo sotto la murata
di babordo, canna nella mano destra con filo in tensione,
e con la sinistra cerco di prenderlo sotto la bocca, nessun
patema, l'ho portato all'interno e messo nel pozzetto del
vivo dopo avergli fatto tutti i miei complimenti con la
solita manata sul pancione per la lotta, per lo sforzo a
cui mi ha sottomesso, alla bellezza dei suoi colori ed alla
perfezione del pesce stesso.
Per smaltire l'adrenalina in circolo mi ci sono volute almeno
un paio di sigarette se non tre, una bevuta media, meglio
essere onesti e dire lunga, un bagno ristoratore ed una
telefonata.
Senza macchina fotografica mi sono limitato a fotografarlo
col telefono ma ovviamente la foto come sempre risulta scadente,
mi sono avvicinato alla spiaggia solo per mostrare la preda
che vi assicuro si vedeva da parecchio lontano e di corsa
a casa per la vera foto e per la ricerca di una nuova
ricetta.
Fatelo anche cosi:
Fatene delle trance dello spessore di circa 2 cm dopo averlo
pulito, squamato e disossato etc etc
Tagliate tre o quattro patate medio grosse in modo sottile
ma non troppo.
Prendete un bella manciata di pomodori tipo ciliegia
Maggiorana, timo al limone, rosmarino quanto basta
Capperi e olive nere a volontà ma vediamo di non
esagerare
1 bicchiere di vino bianco secco buono (mi raccomando che
sia BUONO)
Il succo di mezzo limone
Olio d'oliva extravergine
Sale e pepe ovviamente
Avete tutto? Bene, mettete tutto tranne il dentice in trance
in una casseruola da forno ed infornate a 180 gradi per
circa 15 minuti, rimescolando di tanto in tanto per amalgamare
bene tutti i profumi che le erbe e gli altri componenti
rilasceranno; dopodiché riaprite il forno posatevi
le trance e lasciate cuocere sempre a 180 gradi per altri
20 25 minuti, accompagnatelo con dell'ottimo vino bianco
piuttosto secco a dovuta temperatura e ricordate
..
non lasciate mai la strada vecchia per quella nuova
..non
si sa mai quel che si trova.
M.
P.S. Pesava solo sette chili era fortissimo, ma soprattutto
era buonissimo!!!
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